Il LABoral, Centro de Arte y Creación Industrial (Art and Industrial Creation Centre) è un’istituzione multidisciplinare che produce, distribuisce e valorizza l’accesso alle nuove forme culturali emergenti.
Il 15 marzo aprirà al pubblico Datascape. What you see is not what you get, una mostra dedicata al paesaggio contemporaneo, quello che si materializza nella stratificazione di dati sovrapposti e integrati nel cosiddetto paesaggio naturale. Il progetto è curato da Benjamin Weil, critico pioniere dell’aver dedicato attenzione all’intersezione tra arte e media, per molto tempo attivo al Laboral come Chief Curator, e ora Artistic Direction del Centro Botín [Botín Centre] a Santander.
Datascape deve il titolo ad una realtà ormai stratificata nei dati. Per ritrarre il paesaggio moderno gli artisti hanno utilizzato una varietà di strumenti, integrando sistemi di rappresentazione classici con quelli più tecnologici. Le opere indagano il confine, sempre più sfocato tra fisicità e immaterialità attraverso la giustapposizione di elementi dentro e fuori dello schermo. Tra gli artisti, la britannica Angela Bulloch presenta uno dei suoi lavori della serie Anti-matters dove dati estrapolati da films sono ridotti a cubi metrici di pixels. Con Nasdaq_80-09, il tedesco Michael Najjar, confonde la realtà della natura più estrema, quella da lui catturata durante una scalata sulla montagna di Aconcagua nel 2009, con dati estrapolati dagli ultimi 30-40 di stock market su scala globale, che prendono le forme del paesaggio da cui diventano indistinguibili.
L’architettura dello spazio espositivo vivrà invece nella trasformazione di Karin Sander, quando decodificata in scrittura html con cui tradurre lo spazio espositivo e la sua occupazione volumetrica. Questi lavori, assieme ad altri di artisti visionari, ormai riconosciuti su scala internazionale, come Burak Arikan, Nerea Calvillo, David Claerbout, Joan Fontcuberta, Enrique Radigales, Thomas Ruff, Charles Sandison, Pablo Valbuena saranno i «paesaggisti» invitati a descrivere la modernità, nel suo esternarsi fisico e immateriale e nel suo innestarsi nelle ormai mutate capacità percettive spazio-temporali.
Attivo dal 2007, con una visione aperta alla sinergia e alla collaborazione con istituti di tutto il mondo, il Laboral è strutturato come risorsa per designer, come centro di produzione per la realizzazione di progetti ambizioni in arte, design e architettura.
La sua nascita dall’iniziativa del governo regionale in qualità di progetto di consolidamento della cultura tecnologia, come parte di una strategia per sviluppare modelli alternativi per il futuro, è una presa di coscienza importante a cui guardare.
Datascape. What you see is not what you get, a cura di Benjamin Weil, LABoral, Centro de Arte y Creación Industrial, 14.03.2014 – 21.09.2014, Gijòn, Spagna
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(cover) Michael Najjar, Nasdaq_80-09, 2008-2010 (1) Karin Sander. XML-SVG Code / Source Code Expository wall. LABoral Centro de Arte y Creación Industrial, Gijon, Spain, 2014. Image: Marcos Morilla. Simulation: © Studio Karin Sander. (2) Joan Fontcuberta, Guantánamo, 2006, photo courtesy of the artist.