La natura effimera dell’arte ha da sempre suscitato questioni legate all’acquisizione e alla conservazione delle opere. Questo è vero per arte concettuale e performance e diventa radicale quando è uno strumento tecnologico a veicolare la materializzazione dell’opera nello spazio. L’intreccio tra arte e tecnologia è da qualche tempo riconosciuto nei termini new media, media, post-media e quant’altro sia in grado di definire le principali caratteristiche di ciascuna produzione.
In questo contesto, Monaco lancia Unpainted, prima fiera d’arte, in Germania, ad essere interamente dedicata arte e tecnologia, che ha animato la città dal 17 al 20 gennaio. Disegni algoritmici, computer animation, collages, fotografie, net art, software art, interactive art, sculture e così via sono ora al centro degli interessi culturali, ma anche del mercato. Monaco è la città natale della collezione Goetz una delle raccolte più rispettate di video arte nel mondo ed è situata in un contesto, quello tedesco, da sempre molto attento a produzioni di opere multimediale, da sempre propenso e aperto a guardare oltre. Basti pensare allo ZKM, unico museo ad essere interamente dedicato all’arte interattiva e attivo dal 1999, e al festival Transmediale che avvia la sua prima edizione nel 1997 e che proprio domani, mercoledì 29 gennaio, apre le porte della sua ultima edizione, Afterglow.
Se questioni legata alla categorizzazione di arte multimediale rimangono tanto affascinanti quanto irrisolte e controverse, quelle legate all’acquisizione e conservazione richiedono un’attenzione tutta loro. Tutto questo scaturisce dalla necessità di elaborare una vera e propria ri-alfabetizzazione su tutti i fronti. Unico modo per affrontare questo mondo produttivo, non nuovo ma ancora poco conosciuto, è quello di impegnarsi in una sperimentazione continua, alla ricerca di nuovi modelli – contrattuali e concettuali – che si prestino alla variabilità quale è quella delle opere.
Unpainted si presenta come un evento di mercato importante nell’ affrontare simili e inevitabili questioni, con il sostegno di una certa attenzione per la qualità, garantita da un comitato scientifico presenziato anche Peter Weibel, artista e direttore storico dello ZKM dal 1999.
Così gli esperimenti tecnologici entrano nel mercato per raccontare anche la storia delle prime produzioni con il computer. Il compito di storicizzazione Annette Doms, ideatrice della fiera, lo ha affidato a Wolf Lieser, titolare della galleria DAM da sempre attenta, tra le altre cose, al lavoro di artisti pionieri nel campo. Per Unpainted Lieser ha portato, in una sezione a parte della fiera, plotter e computer graphics degli anni Sessanta.
Nelle ultime fiere di arte contemporanea i video e le opere multimediali hanno lasciato sempre più il passo a lavori relativamente più tradizionali, meno preoccupanti per il collezionista timoroso. Questo ha spinto appassionati e collezionisti a confrontarsi nuovamente in un evento di settore. Numerosi però sono stati anche i visitatori curiosi di esplorare la creatività contemporanea nel suo impiego degli strumenti del suo tempo, come sempre è accaduto nei secoli. E se volete curiosare il catalogo lo trovate contenuto su di una USB stick per essere visualizzato sullo schermo. «New arts, new means of sharing information».
Immagini
(1cover) Rafaël Rozendaal, Into Time 13-05-07, 2013, Lenticular Print, copyright-steve-turner-