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Home Exhibitions

Ars Electronica 2024. HOPE

Elena Giulia Rossi by Elena Giulia Rossi
16/09/2024
in Exhibitions, Festivals, Focus

La prima settimana di settembre 2024 il Festival Ars Electronica è tornato ad animare Linz, cittadina nei pressi di Vienna. Qui, ogni anno, artisti, scienziati, ricercatori, imprenditori ed attivisti, con i loro lavori lasciano intravedere le future direzioni che prendono forma nella triangolazione di arte tecnologia, scienza e società.

Da punto di incontro per un gruppo di appassionati specializzati, quale era nel 1979, a polo di attrazione mondiale con pieno riconoscimento istituzionale quale è oggi, si riconferma essere un momento di incontro e di scoperta. La creatività è abbracciata ad ampio raggio, dall’arte, alla ricerca su tecnologie e materiali, alle politiche ambientali.

Ospiti a Linz nel 2024 sono stati 1260 artisti, sviluppatori e attivisti da 67 paesi. Questi i numeri rilasciati a chiusura Festival, numeri che lasciano intendere la dimensione dell’evento e l’inevitabile personalizzazione dello sguardo di chi lo attraversa nell’arco di pochi giorni.

HOPE, è il titolo di questa edizione. Da subito la precisazione del direttore artistico Gerfried Stocker che hope is not a resigned statement. Piuttosto, la speranza è nel grande numero di progetti, grandi o piccoli che siano, che avviati in una prospettiva futura. Ed è proprio la mancanza di prospettiva ciò che Stocker individua come anello centrale della crisi, piuttosto che la conclamata crisi di immaginazione.

HOPE è inteso anche come co-creation process, challenging ourself and others. Così la definisce Anna Weiss giovanissima ricercatrice parte della squadra interdisciplinare del Future Lab, una costola importante dello scheletro di Ars Electronica, laboratorio attivo a favore della realizzazione e della conservazione di tutti i lavori interattivi della mostra permanente del museo di Ars Electronica, e catalizzatore di energie esterne che portate costantemente a confrontarsi con la squadra.

Sono loro dietro le quinte del Deep Space 8k, uno spazio digitale con risoluzione di 33 milioni di pixel e un sistema di tracciamento laser ad alte prestazioni che, tra gli spettacoli offerti durante il festival, ha ospitato quest’anno per la prima volta una sessione dedicata al Cultural Heritage.

 Opere, conferenze e workshop, ricerche in progress, unitamente ai temi che indirizzano il festival e il network sempre più esteso che lega Ars Electronica con realtà e istituzioni di tutto il mondo, non ultime quelle universitarie, offrono una visione d’insieme sulle direzioni della creatività e il suo potenziale impatto sulla società. Certamente bisogna tener conto del suo riconoscimento istituzionale e di tutto ciò che questo comporta rispetto alle politiche di selezione dei lavori. C’è da dire però che questo è un percorso fisiologico di crescita. È auspicabile che a raggiungerlo sia una realtà come Ars Electronica, cresciuta nel tempo con la capacità di assorbire e metabolizzare i cambiamenti, di individuarne gli snodi principali. Questo evento, nel tempo sostenuto dalla struttura museale e da altre realtà collegate che sono nate attorno al festival, ha accompagnato capitoli di una storia, quella dell’intreccio della tecnologia con società e creatività, a tratti considerata con distrazione da parte delle istituzioni ma che, al dato di fatto, hanno scritto il nostro presente. Basta ‘scartabellare’ i temi e i cataloghi delle edizioni passate (tutti disponibili online su sito) per rendersi conto dell’incredibile attualità e corrispondenza di temi e momento storico.La mostra centrale al festival (in una costellazione di mostre ed eventi distribuiti nei posti più significativi della città, fatta eccezione per gli ultimi tre anni dove è stata ospitata nel campus della Joan Kepler University, è storicamente ospitata a POSTCITY, ex centro di distribuzione della posta di Linz ad un passo dalla stazione ferroviaria. In questo bellissimo spazio di archeologia industriale ogni spazio è costellato di opere, eventi e progetti, fino ai sotterranei, negli ampi spazi del bunker. Temi portanti accanto alla tecnologia sono empatia, ecologia, legame tra intelligenza artificiale e creatività. Calculating Empire di Kate Crawford (AU), Vladan Joler (RS) che apre anche la mostra,  riceve il Grand Prize for Artistic Exploration. Si tratta di un manifesto che, nella combinazione tra scienza, arte e design, ripercorrono i passaggi del progresso che dalla stampa arriva all’intelligenza artificiale, inserendoli nel sistema di potere che lega società e tecnologia dal 500 ad oggi dalla gestione dei dati conservati nella cloud, alle politiche estrattive dei materiali in concorso per la realizzazione delle tecnologie.

Proseguendo nella mostra, ci si imbatte frequentemente in ricerche sui materiali e materializzazioni dell’invisibile, dai materiali organici a materiali sintetici, possibilmente ecologici. I processi sono spesso indagati nella loro dimensione analogica, come accade nelle ricerche in corso del laboratorio sui materiali di Singapore, anche questo all’entrata della mostra.

La materia è anche nel suono dei ghiacciai in via di scioglimento che l’installazione sonora di Bill Fontana, Silent Echoes, diffonde nella Cattedrale di Linz (Mariendom) in un duetto che si confronta con le vibrazioni delle campane di Notre-Dame, silenti per i due anni a seguire il suo incendio. In questo spazio sacro e suggestivo il festival ha aperto i battenti il 4 settembre celebrando il 200esimo compleanno del compositore e organista dell’Alta Austria Anton Bruckner: un team di artisti, organisti, informatici e fisici ha eseguito il Perger Prelude di Bruckner diretto da fotoni entangled.

Lo sguardo d’insieme ispira nella varietà di approcci che sembrano vedere una via di uscita dalla cappa che aveva avvolto il mondo con l’isolamento, con la perdita di contatto non solo tra persone ma con il mondo stesso, collegati unicamente da canali di informazione altrettanto viscosi.

Proseguiamo fuori dalla mostra centrale a POSTCITY con il Prix Ars Electronica, una delle competizioni in media art stabilita nel 1987, che per questa edizione riconosce nei lavori selezionati delle varie categorie, New Animation Art, Interactive Art + così come le Awards for Distinction e le Honorary Mentions, l’impegno politico nella costruzione del futuro. Per la prima volta, la mostra è stata ospitata nei bellissimi spazi del Lentos Kunstmuseum sulle rive del Danubio.

Il campus di Medicina della Joan Kepler University, università scientifica da diversi anni partner attivo del festival, apre per la prima volta le sue porte ad Ars Electronica per ospitare non solo una mostra ma una collaborazione tra arte e scienza, incontro di fertile scambio di propositività. Anche la posizione di questa sede della Joan Kepler University è ottimale rispetto alla sede centrale, in una posizione centrale, vicino al Design Museum dove si è svolta la cerimonia di premiazione del Prix Ars Electronica.

Il medSPACE del Campus, è stata anche sede della proiezione della parte del festival dedicata all’animazione, con la presentazione di dodici programmi di proiezione, incluse highlights dal Prix Ars Electronica nella categoria New Animation Art and *AI in Art* , e una selezione da SIGGRAPH, ISEA and Runway AI Film Festival, così come la conferenza Expanded Animation  organizzata da FH Upper Austria, Campus Hagenberg in collaborazione con Ars Electronica.

Gli studenti sono stati protagonisti con la mostra Expanded Play, 13, collaborazione con il Department of Digital Media at the University of Applied Sciences Upper Austria e il Department of Visual Computing at Masaryk University (Brno).

Rispetto agli altri anni, lo spazio dedicato alle università è in netta espansione. Moltissimi sono i lavori di giovani studenti che hanno dimostrato impegno e ispirazione. La mostra Campus dedicata alle università accompagna il corpo centrale della mostra nell’edificio di POSTCITY. Altra sede dedicata è quella della University of Linz che ci avvicina al Museo di Ars Electronica, sulla riva del Danubio.

Quest’anno per la mostra Campus è stato introdotto un premio di 2000 euro, in collaborazione con una giuria internazionale che ha partecipato alla selezione dei lavori tra i 42 che ciascuna università partecipante ha selezionato in rappresentanza della propria istituzione. If students invest their entire summer holidays to exhibit with us, then it is up to us to offer them as much visibility, attention and appreciation as possible,” emphasizes Veronika Liebl “ACV (Algorithmic Cultural Vandalism) di Pietro Lugaro (IT) e Alessandro Mac-Nelly (DE) è stata l’opera premiata.

Questa una visione d’insieme, qualche traccia lasciata lungo il percorso, lasciando a lavori, progetti e mostre, il giusto spazio di singoli approfondimenti, e ai lettori di farsi un’idea d’insieme ‘sfogliando’ le pagine del sito.

Mentre il festival saluta il pubblico già si prepara per la prossima edizione, sempre la prima settimana di settembre. Gerfried Stocker annuncia alcuni dei programmi prossimi, come la presentazione della scansione ad alta risoluzione della St Mary Cathedral per il Deep Space 8K che sarà presentata alla fine di settembre nell’ambito della Conferenza europea dei costruttori di cattedrali”, l’apertura del nuovo Deep Space ad Hangzhou il 1°  ottobre, 2024 e la mostra del museo di Ars Electronica con il Climate and Energy Fund che aprirà a metà novembre. Ancora una volta, nel 2025 il proposito sarà quello di portare in primo piano la creative media education, con progetti realizzati dalle scuole austriache. Quest’anno, più che mai, i giovani hanno dimostrato di avere una grande volontà di superare la crisi e proiettarsi al futuro. L’istituzione ha dimostrato di capire l’importanza della loro presenza con lo spazio che gli è stato dedicato per ascoltare le loro voci, il futuro. Per questo ci vuole molto lavoro, collaborazione e uno sguardo aperto a 360 gradi che il festival, il museo, le strutture e il network che lo accompagna ci aiutano a mettere a fuoco.

Ars Electronica 2024

immagini: Ars Electronica 2024 (2) Adelin Schweitzer (FR), «#ALPHALOOP », Ars Electronica 2024 (3) Where Dogs Run (RU/SL): Natalia Grekhova, Olga Inozemtseva, Alexey Korzukhin, «Kerosene Chronicles. Fungus», Ars Electronica 2024 (4) Stefan Mittlböck-Jungwirth-Fohringer (AT), Johannes Pöll (AT) Arno Deutschbauer (AT), «11°22’4″142°35’5″», Ars Electronica 2024 (5) Shapes of Emergence: Baudouin Saintyves (FR/US), Severine Atis (FR), Otto Briner (US/FR), Ben Kinsinger (US), Roiel Benitez (PY/FR), « Water Organoids», Ars Electronica 2024 (6) bit.studio (TH), «FLOCK OF», Ars Electronica 2024 (7-8) Clemens Wenger (AT), Enar de Dios Rodríguez (ES), Martin Ringbauer (AT), Johannes Kofler (AT), Richard Küng (AT), Alexander Ploier (AT), Benjamin Orthner (AT/GH), Philipp Haslinger (AT), « BruQner—The Sound of Entanglement», Ars Electronica 2024 (9) Marc Vilanova (ES), « Cascade», Ars Electronica 2024 (10) Marko Vivoda, Saša Spačal, Luka Murovec, Nina Mršnik, Andrej Koruza, Gaja Meznaric Osole, Danica Sretenovic, « Spaceship from hope», Ars Electronica 2024 (11) Impression create your world @ POSTCITY, Ars Electronica 2024

 

 

 

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