Con 127 kb di arte, uscito con la casa editrice Psiche e Aurora (2015), la coppia di artisti e teorici conosciuta come Elastic Group of Artistic Research lancia un avveniristico metodo di co-scrittura e di pensiero in rete. Un blog, attivo dal 2011 è ripensato per essere transcodificato su carta stampata, rendendola complice del pensiero connettivo come strumento aperto e aggiornabile, pronto per essere rilanciato sul network arricchito di nuove connessioni, analogiche e virtuali. I lettori sono invitati a riempire spazi vuoti con le loro riflessioni, nell’eventualità che queste rimbalzino nuovamente nello spazio del network, nuovo stimolo di discussione per il blog da ritrasferire su carta stampata in un futuro prossimo. Gli argomenti trattati interessano l’arte ma dall’arte allargano lo sguardo sull’attualità. Il libro apre infatti con interrogativi di interesse universale: «Cosa significa creare?». «Cosa significa idea?». «Come si passa dall’idea all’atto?». Gli argomenti rimbalzano dal generale al particolare, re-inquadrano l’arte in una dimensione attuale, distogliendola dalla specificità che i linguaggi entrati in uso hanno reso compressa e circoscritta per lo più al mondo degli addetti ai lavori, soprattutto distogliendo noi lettori da una fruizione passiva e acritica. In un articolo sul quotidiano «Il Sole 24 Ore» Simone Arcagni descrive il libro come “un volume che volutamente non si conclude e non chiude discorsi ma li apre, ne definisce di nuovi, da una prospettiva di pensiero. Un libro incalzante che mette in discussione e costringe a reimpostare concetti che sembravano definitivi. (S.Arcagni, «Il Sole 24 Ore», 23 Ottobre, 2015).
Entriamo nel vivo del libro conversando con gli autori, calandoci così nel mood del pensiero in rete con cui ci invitano ad acquistare e a conquistare il «potere connettivo».
Elena Giulia Rossi Come è nato 127 kb di arte e l’iter e come è arrivato dal blog alla carta stampata?
Elastic Group of Artistic Research: Volendo trattare il tema del «pensare l’arte in rete», cosa di meglio se non trovare una modalità per sviluppare il pensiero stesso? Da pensatori solitari, chiusi nella propria stanza accanto alla stufa kantiana, alla piattaforma blog dove ci si interrogava e gli internauti rispondevano: così si dava vita al motto di Duchamp «l’arte la fa il pubblico». Il peso specifico della memoria stessa del testo digitale sul tema arte ha generato il titolo: 127kBdiarte. La piattaforma blog è stata attiva dal 21 febbraio 2011. Alla fase in rete è seguita una fase di selezione dei commenti e dei post che hanno interessato un pubblico su scala internazionale, mantenuti ciascuno nella sua lingua originale (italiano, spagnolo, inglese, portoghese).
Mi capita sempre più spesso di imbattermi in raccolte di testi o blog stampati che mantengono il formato del blog letteralmente trasferito su carta. Come siete riusciti a «transcodificare», più che a trasferire, il pensiero in rete su carta stampata creando un format originale e aperto a nuove contaminazioni tra mondo virtuale del blog e mondo della carta stampata?
Tradurre il linguaggio e la grammatica della rete su carta stampata è stata una vera e propria sfida per la quale abbiamo dovuto fare una lunga ricerca e curare tutti i dettagli: la giusta casa editrice, Psiche e Aurora (legata alle avanguardie storiche) la creazione di una collana (I Saggi di E.G.A.R. LAB, Laboratorio sul pensiero e la scrittura connettiva), la nascita di un format (che riflettesse efficacemente il pensiero della rete nella sua traduzione sul mondo fisico del libro stampato), la scelta della carta (una carta tattile, sensibile alla scrittura con la matita) del carattere, di un certo tipo di editing e grafica familiari al mondo dei network. Addirittura, la carta proviene dalla cartiera di Sora che si nutre delle acque del Fibreno, già decantate da Cicerone.
Cosa significa per voi pensare l’arte in rete (termine in cui comprendere tanto il network del blog quanto quello analogico costruito attraverso la distribuzione del libro)?
Pensare l’arte in rete significa che le idee, i concetti, rimbalzano come in un tavolo da Ping Pong, per riprendere la metafora di Antonino Saggio nel suo commento su Facebook[1],e cambiano traiettoria, si evolvono. In questo gioco, in ogni partita, le regole non cambiano, ma le cambia il movimento del pensiero: un pensiero «in transito». I tags e le riflessioni del libro, nate prima online -nel blog- e successivamente traslate su carta, sono tornate a giocare in una nuova modalità di rete e in una forma trasversale, creando delle connessioni mentali e di pensiero fra tanti lettori e co-scrittori nei diversi social network. Il libro si è metamorficamente trasformato in oggetto feticcio, prendendo forma da un’operazione artistica ironicamente post-pop, virale, che ha attraversato periodi storici, movimenti artistici, discipline, icone del passato e della contemporaneità, come in un cadavre exquis o un calembour.
I nostri lavori solitari ci portano ad essere sempre più compressi nel nostro stile di vita ma anche di pensiero. Ci interessiamo all’innovazione ma i ritmi per stargli dietro a tutti i costi ci costringono ad essere anticamente isolati. Per quello che mi riguarda, mi avete costretto ad uscire dall’isolamento e a riflettere. Quando ho riletto i miei interventi su carta stampata non ne avevo più nessuna memoria. Mi hanno stimolato a nuova riflessione. Soprattutto, mi hanno lasciato aperta la possibilità di replicare a me stessa, di aggiornare le mie vedute a distanza di un lungo periodo rispetto all’inserzione del post. Mi avete fatto sperimentare come anche la stampa, dove certamente lo scritto permane in uno stato di indelebile permanenza e staticità, può essere vivificata e, anche con l’ausilio del gergo grafico (come i puntini che ci rimandano al non finito e ci invitano ad intervenire) riaprire un discorso chiuso. Quali riscontri inaspettati avete ricevuto e quali sono le prospettive delle sue evoluzioni future?
Già ci iniziano a giungere le annotazioni dei lettori cartacei che a loro volta sono diventati co-scrittori ed hanno resa una la loro copia. Tutto questo materiale costituisce la memoria in movimento, in strati e flussi della rete per un pensiero connettivo evolutivo che porterà a nuovi pesi specifici sul pensiero Arte!
Il libro è stato presentato in anteprima al VI Festival delle Storie come un racconto esemplare del pensiero in rete, del “cammino” della scrittura condivisa che trasmette le informazioni in modo genetico. Vittorio Macioce, che ha introdotto il nostro intervento, ha parlato della Biblioteca dell’Abbazia di Cassino come un antico hardware della cultura, come un incrocio, una rete di connessioni. Tutto viene dal passato – abbiamo appena citato il Medioevo e ancora prima Cicerone- ma si evolve verso il futuro, un futuro che non può far a meno di una costruzione condivisa del pensiero.
Il libro è già alla seconda edizione, qualcosa che non ci aspettavamo, perché questa interpretazione materica del pensiero in rete ha significato introdurre una nuova forma mentis, un format mentale, un trendsetter di una forma di intelligenza connettiva collettiva. Siamo stati, per questo, invitati a partecipare alla «Sapienza Design Talks». Perché se l’economia condivisa, la sharing economy di cui parla Jeremy Rifking è da considerarsi la terza rivoluzione industriale…il pensiero connettivo è la nuova rivoluzione della comunicazione.
Una nuova rivoluzione che lascia ampio spazio alla carta stampata, aggiungerei, e la rilancia come strumento attivo di una forma mentis innovativa che si muove su più dimensioni, competitiva anche nel campo dell’innovazione tecnologica, in cui comprendere anche (e non solo) le moderne forme di scrittura orale dei blog.
[1] Commento integrale di Antonino Saggio su FB (25 dicembre 2015 ore 21:58): «Questo libro l’ho cominciato a riempire di commenti scrivendo in rosso con la Lamy. Il Libro è una sorta di tavolo da ping pong – costruito da Alexandro Ladaga e Silvia Manteiga – in cui rimbalza la pallina dell’idea. Chi ha commentato sul Web e chi legge e poi scrive si rimanda la pallina. Ho pensato che la «rete» a questo punto è sia il Web che quella che si mette sul tavolo per giocare (piacerà questo tocco ad Antonello Marotta che voleva sempre giocare a studio …). La pallina rimbalza sul piano di carta del tavolo e uno scrivendo sul libro dà un altro colpetto. Per chi vuole seguire il rimbalzo delle idee alcune proprio intelligenti ecco questo open book insomma bello e stimolante!»