Il Nam June Paik Art Center ospita la mostra Good Morning Mr. Orwell 2014 curata da Sohyun Ahn e da Sooyoung Lee e dedicata all’omonima performance di Nam June Paik del 1984. Pogetto satellitare, risposta alle predizioni del romanzo di Orwell con cui lo scrittore anticipava, negli anni ’40, il Grande Fratello, e il controllo che, agli effetti, regola oggi la vita contemporanea. Paik proclama [all’epoca della performance] che Orwell «aveva ragione a metà/he was only half-right». Detto questo, con la sua performance dimostra le potenzialità positive che possono derivare da un determinato impiego dei media. Così il primo gennaio 1984, Paik, in collaborazione con 30 membri del team, mette in collegamento 100 artisti e 4 broadcasters della TV attivi in programmi di diversa argomentazione, come moda e commedia.
I satelliti trasmettono in tempo reale a New York, Parigi, Berlino, Los Angeles, Seoul. 25 milioni sono gli spettatori che si è stimato abbiano assistito alla performance, documentata dal fotografo ufficiale Lorenzo Bianda. La libertà si contrappone ora al controllo. Le potenzialità del mezzo sono strappate per un momento alla politica e al potere dell’industria e prese in mano dalla creatività. Il messaggio di Paik era quindi di grande importanza allora, e lo è tutt’oggi. Il potere tecnologico è stato capito e monopolizzato dall’industria e dalla politica (in cui includere anche la religione). Lo stesso potere può emergere da impieghi benefici della comunità creativa. La mostra al Nam Jun Paik Center parte proprio da questa prospettiva. Si rivolge al 2014 come Paik si rivolgeva al 1984 e lo fa presentando una serie di lavori di artisti contemporanei che il network e le tecnologie del controllo le hanno impiegate per scopi creativi. «Il sistema globale odierno di networking che utilizza internet – leggiamo nel comunicato stampa della mostra – rende possibile controlli sempre più ferrati così come può favorire il dilagare di una maggiore libertà. «Questa mostra si interroga sulla possibilità di creare un nuovo legame per cambiare direzione a questo network e solleva questioni relative al binomio tra libertà e controllo che ogni giorno diventano sempre più criptiche e complesse. / Today’s global networking systems using the internet make both stronger controls and broadened freedom possible. This exhibition aims to ask about the possibility of making a new node and link to change this network as well as to pose a question of control/freedom that becomes more complicated and secret day by day».
Tra le opere in mostra, Disease and a Hundred Year Period di Sompot Chidgasornpongse, Seoul Decadence di Okin Collective e So Much I Want to Say di Mona Hatoum che chiamano in causa la libertà di espressione. In mostra anche i lavori di Paul Garrin, ex-collega di Paik, che ha segnato l’inizio del «viral-video» documentando l’irrazionalità della società, di William Kentridge, Sanghee Song e Harun Farocki che per il suo Counter-Music impiega le CCTV Camera.
Good Morning Mr. Orwell 2014, Nam June Paik Art Center, 17.07.2014– 16.11.2014 . Artists: Lorenzo Bianda, Sompot Chidgasornpongse, Exonemo, Harun Farocki, Finger Pointing Worker, Paul Garrin, Mona Hatoum, William Kentridge, Taiyun Kim& Ji Hyun Yoon, Lee Boorok, Liz Magic Laser, Jill Magid, Bjørn Melhus, Okin Collective, Nam June Paik, Remove Architecture, Sanghee Song.
Immagini
(cover e 1) Nam Jane Paik, Good Morning Mr.Orwell 1984, installation view, 1984 (2) Liz Magic Lazer, PR, 2013 (3) Good Morning Mr. Orwell 2014, Nam June Paik Art Center, exhibition view.