Il sogno di Francesco Cirio è il titolo di un progetto di mostra in corso presso lo spazio espositivo K-Hole di Torino, ispirato alla figura dell’imprenditore Francesco Cirio, famoso a Torino e in Italia per aver rivoluzionato la storia della conservazione del cibo. L’esposizione è il prodotto di un project-group composto da un’artista torinese, Alessandra Giannandrea, un collettivo – ilmotorediricerca – qui rappresentato da Roberto dall’Orco, e il curatore Bruno Barsanti. Esso rientra nel programma sperimentale di residenza d’artista Viadellafucina, ideato e diretto da Brice Coniglio. Più nello specifico, è il frutto di ricerche sul campo e della collaborazione con le comunità del quartiere torinese di Porta Palazzo, vicino di casa del K-Hole e parte integrante del programma di residenza.
L’inizio del percorso è stato scandito dal monumento liberty dedicato all’industriale che si trova in Piazza della Repubblica, centro nevralgico da cui si sono aperte finestre e collegamenti tra il nostro tempo – quello delle comunità arabe e cinesi che hanno importato se stessi e i loro prodotti, cambiando il volto e il gusto della «cucina di Torino» – e il periodo socio-economico vissuto da Cirio, quello della territorialità e della volontà di trovare il modo di esportare i prodotti nazionali e di poterli consumare tutto l’anno.
Tra le collaborazioni attivate per il progetto si segnala l’intervento del gruppo rap lucano-marocchino di Torino, i Ragazzi di via Aglié, che ha trasformato una sala del K-Hole in un prolungamento del mercato di Porta Palazzo: cassette della frutta a terra e un pezzo improvvisato che rimbomba a tutto volume raccontano a tempo di rap le trasformazioni della Piazza.
Nella sala adiacente due monitor passano in loop due interviste, preparate dagli artisti, che ruotano attorno alla figura di Cirio. Una coinvolge il giornalista del Corriere della Sera Allan Bay, ed una lo storico Pier Luigi Bassignana, autore del saggio «L’Utopia Sociale di Francesco Cirio». Bay riflette sulle nostre abitudini alimentari, osservando come nell’arco di un secolo dal sogno dei prodotti inscatolati e a lunga conservazione si sia tornati al concetto chilometro zero, sottolineando i profondi cambiamenti prodotti dall’invenzione di Cirio. Bassignana racconta invece l’ultima fase della vita dell’imprenditore, svelandone gli intenti riformatori nel corso di una passeggiata tra i luoghi che conservano la memoria di Cirio, non solo Porta Palazzo, ma anche i primi laboratori di via Borgo Dora.
Nella sala centrale, tra le altre opere esposte, per suggellare i sogni di un uomo che utilizzò la scienza per rivoluzionare la quotidianità, gli artisti hanno utilizzato la moderna tecnologia, il laser, per lasciare un segno tangibile. I pomodori – omaggio al geniale imprenditore – si sono fatti «base» su cui incidere alcune parole legate al progetto e alla vita di Cirio: perseveranza, anima, potenza, determinazione…. Il giorno dell’inaugurazione è stato possibile scegliere e portar via un pomodoro, in base alla parola incisa che più si sentiva affine. Un progetto espositivo che fa di un’idea, e non solo del suo prodotto industriale, un simbolo, e la racconta attraverso tutti i mezzi a disposizione.
«Il sogno di Francesco Cirio», K-Hole, Via Sant’Agostino 17, Torino, 9.11.2013 – 27.12.2013