L’11 e il 13 ottobre nell’ambito del Digitalive.Romaeuropa Festival, a cura di Federica Patti, è stato presentato Collisioni, un ambiente sensibile che, in tempo reale e in maniera scientifica, entra nelle dinamiche della fisica subnucleare, in particolare in eventi complessi quali quelli generati dal bosone di Higgs (scoperto nel 2012). Da più di un anno un artista, uno scienziato e un gruppo di studenti hanno lavorato assieme per costruire un progetto artistico dove l’aspetto estetico performativo è perfettamente in linea con quello scientifico. I dati scientifici sono stati studiati dalla squadra interdisciplinare mediante l’uso di Reti Neurali individuando gli eventi che potrebbero indicare la generazione del bosone di Higgs. Lo spazio diventa un campo performativo dove i corpi interagiscono tra loro come le particelle.
Questo progetto prosegue dalla sua fase pilota realizzata nel 2023 grazie ad una collaborazione tra Accademia di Belle Arti di Roma, INFN (Istituto di Fisica Nucleare) e Università di Roma Tre. Dalla presentazione del progetto in Accademia nel 2023. Dopo il Romaeuropa Festival, il 18 ottobre arriverà in un nuovo contesto, quello scientifico del Festival Futuro Remoto al Villaggio della Scienza a Napoli. Lidia De Nuzzo parla con Cristian Rizzuti per ricostruire il percorso di ricerca che ha portato alla selezione dei dati e alla loro traslazione nell’ambiente sensibile.
Lidia De Nuzzo: In che modo ha preso forma e vita il dialogo artistico scientifico e creativo con lo scienziato Biagio Di Micco?
Cristian Rizzuti: Collisioni è un progetto che mette in dialogo due mondi apparentemente distanti: quello scientifico e quello artistico e io amo lavorare con i dati, in particolare quelli scientifici. Tutto nasce da una collaborazione tra Accademia di Belle Arti di Roma, INFN (Istituto di Fisica Nucleare) e Università Roma Tre. Questa è stata l’occasione di incontro con il ricercatore e scienziato Biagio Di Micco. Abbiamo iniziato un percorso di scambio e di confronto reciproci per trovare un orientamento comune della ricerca. Abbiamo condotto una serie di lezioni e di incontri all’interno del gruppo di lavoro per comprendere le rispettive discipline, in modo tale da poterci addentrare all’interno della fisica quantistica e nucleare.
Abbiamo poi proseguito alla ricerca del focus del progetto. Biagio Di Micco da diversi anni concentra la sua ricerca sul bosone di Higgs. Questa particella, scoperta nel 2012, è estremamente instabile e decade quasi immediatamente in altre particelle. Non si osserva direttamente il bosone, ma si osservano le particelle in cui esso decade. Questo tipo di indagine richiede rivelatori di particelle, come ATLAS al CERN, enormi macchine progettate per misurare le traiettorie, le energie e gli impulsi delle particelle prodotte nelle collisioni. Questi rivelatori sono in grado di ricostruire ciò che è accaduto immediatamente dopo la collisione osservandone le tracce lasciate dalle particelle di decadimento. Tutti idati raccolti poi vengono inseriti in un database che li organizza e ne permette la reale osservazione.
Dopo lunghe discussioni, abbiamo deciso di lavorare sull’improbabilità dell’evento, ovvero l’improbabilità che, anche in miliardi di scontri, le collisioni generino il bosone di Higgs.
Abbiamo appreso che quando avvengono questi eventi-esplosioni, quattro particelle si “posizionano” all’interno dello spazio; abbiamo tradotto questa dinamica su di un piano bidimensionale predisponendo le diverse soluzioni del loro posizionamento all’interno dello spazio. Lo spazio audiovisivo nel quale sono immersi rappresenta simbolicamente una sezione del Large Hadron Collider di Ginevra.
L’idea è stata quella di considerare le persone e il loro movimento all’interno dell’installazione, come fossero particelle: a loro il compito di trovare la combinazione delle posizioni per poter scatenare l’evento e generare il bosone di Higgs. Ogni loro spostamento genera sia una risposta visiva che sonora, rendendoli protagonisti di un’opera in cui lo spettatore stesso diventa perfomer, parte integrante e attiva della creazione artistica.
Le persone si ritrovano all’interno di un array, nello specifico un piano bidimensionale, quindi XY, seppure dia una percezione di tridimensionalità; il loro movimento all’interno di questo spazio è tracciato in tempo reale attraverso l’uso di due sensori LIDAR e genera sia suoni che visual. All’interno dello spazio compaiono delle linee interconnesse, simbolo delle relazioni che si creano.
La cosa interessante è che l’opera ti fa capire l’importanza della collaborazione: si ha bisogno di almeno quattro persone che si muovano nello spazio, che si collochino simultaneamente in una determinata posizione per generare l’evento, visualizzato in esplosione di colori, di particelle che si muovono nello spazio di cui le persone sono parte attiva. Una volta terminato, le persone hanno la possibilità di innescare il secondo evento in una sorta di gaming. Le loro posizioni non sono mai le stesse, dimostrando l’improbabilità che quell’evento possa accadere.
Quali sono stati i processi di traslazione dei dati matematici e scientifici del bosone di Higgs in una creazione artistica sonora e visiva?
Nel progetto Collisioni, abbiamo utilizzato un database fornito da Biagio Di Micco, contenente dati acquisiti dall’esperimento ATLAS tra il 2014 e il 2018. Questi dati riguardano la ricerca della produzione del bosone di Higgs in associazione con il bosone W, con il successivo decadimento in due bosoni W. Una volta creato, il bosone di Higgs ha una vita estremamente breve, dopo la quale decade in altre quattro particelle. Esperimenti come ATLAS e CMS rilevano questi prodotti di decadimento per ricostruire l’evento originale.
Abbiamo preso questo database e lo abbiamo tradotto in una logica spaziale, creando una griglia bidimensionale che rappresenta la disposizione delle particelle nello spazio. Ciascuno dei sessantaquattro quadranti in cui è suddivisa, funziona come uno strumento musicale. I dati raccolti dai quadranti vengono inviati ad un software che elabora le informazioni per generare notazioni musicali, basate su un sistema armonico prestabilito.
In questo caso, abbiamo suddiviso lo spazio in otto aree per semplificare l’interazione dei partecipanti con l’installazione. L’analisi dei dati è stata condotta con una tecnica chiamata binning che raggruppa dati continui in intervalli (bin) per facilitarne l’analisi e l’interpretazione. Da questo database abbiamo selezionato sei eventi con una probabilità superiore al 99%, quindi molto vicini all’evento reale per la formazione del bosone di Higgs.
Perché l’evento si generi, le persone devono scoprire quattro posizioni specifiche all’interno dello spazio. Solo quando quattro partecipanti si troveranno contemporaneamente nelle posizioni che corrispondono a quelle reali in cui sono state generate le particelle. A questo punto si verifica un’esplosione: l’evento che ricrea la formazione del bosone di Higgs. Da un punto di vista visivo, questo momento viene rappresentato con un’esplosione di miliardi di particelle che riempiono lo spazio immersivo. Il corpo dei partecipanti, che simboleggia le particelle, può continuare a modificare l’ambiente, poiché è dotato di una proprietà “repulsiva” che interagisce con lo spazio circostante.
Collisioni è stato presentato al Romaeuropa Festival 2024 l’11 e il 12 ottobre nell’ambito della rassegna Digitalive, curata da Federica Patti. Come hanno preso forma le interazioni fra pubblico e opera? Cosa cambierà nella sua riformulazione nell’ambito del “Festival Futuro Remoto” al Villaggio della Scienza Napoli, dove sarà presentata a breve?
Gli spettatori sono letteralmente parte attiva dell’opera. Collisioni è un’installazione che porta assieme l’aspetto performativo e teatrale del Romaeuropa Festival con la dimensione algoritmica del Digitalive. L’opera crea un mondo che si trova a metà tra reale e virtuale e rappresenta una metafora potente: lo spettatore è immerso in uno spazio reale, che simula l’esperienza di un universo tridimensionale, diventando così parte di una rappresentazione che trascende il confine tra fisico e metafisico. Nella versione che stiamo preparando per il Festival Futuro Remoto a Napoli, l’installazione funzionerà con le stesse dinamiche. Quello che cambierà la sua natura questa volta sarà il contesto scientifico che la ospita e le persone che interagiranno al suo interno.
immagini: (cover 1-3-6 – 8) Cristian Rizzuti – Biagio Di Micco, DIgitalive – RomeEuropa Festival, 2024. Installation view (2) Cristian Rizzuti – Biagio Di Micco, Notte dei Ricercatori – Accademia di Belle Arti di Roma, 2023. Installation view (4) Un campione di collisione di particelle dal Large Hadron Collider. Credito: CERN (5-7) Cristian Rizzuti – Biagio Di Micco. Collisioni – Preview Software
Cristian Rizzuti, Collisioni, Digitalive Romaeuropa Festival 2024, a cura di Federica Patti, 11-12.10.2024 e Festival Futuroremoto, Villaggio della Scienza Napoli, 18-20.10.2024, a cura del Dipartimento di Matematica e Fisica, Università Roma Tre.
L’intervista di Lidia De Nuzzo a Cristian Rizzuti è parte del progetto editoriale Intraspaces, sesta edizione di Backstage /Onstage, nato da una partnership tra Accademia di Belle Arti di Roma, Romaeuropa Festival, e Arshake per portare, dal 2018, un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival. Ogni anno ne è nato un progetto editoriale diverso per confluire nella pagina dedicata che cresce come unico grande archivio. L’edizione 2024, Intraspaces, si avventura negli spazi intrastiziali, ovvero tutti quei luoghi di connessione che mettono in relazione tecnologie, artisti, spazio, spettatori, a volte estendendosi anche al territorio, dove le diverse istituzioni che questo evento riesce a coinvolgere sono collocate. Visita qui la homepage del progetto e l’archivio delle edizioni passate.