Arshake è lieta di presentare un’intervista di Giorgio Cipolletta a Luigi Pagliarini sul suo ultimo progetto e Manifesto per un’arte corale. Oggi, ad anticipare l’intervista della prossima settimana, il Manifesto Corale con introduzione dell’autore.
Luigi Pagliarini nella sua visione personale ha «deciso di rompere il tempo, di farlo a pezzi, con l’estremo bisogno interno di rendere irriconoscibile la sua utile inesistenza[1]». Si cela proprio qui l’esigenza interiore dell’artista di progettare un percorso corale raccogliendo testimonianze, volti, segni e sentimenti di centocinquanta giovani artisti durante la fase del lockdown. #restaCorale diviene un manifesto trascendente, di ascolto fin dentro i dettagli per tracciarne «una retta contenente passato-presente in direzione di un eterno futuro[2]».
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[1] Conversazioni personali con l’autore.
[2] Conversazioni personali con l’autore.
Giorgio Cipolletta
È una scelta nuova la nostra, perché il momento è nuovo, così come lo sono le necessità e gli obiettivi, quelli che nell’era del Covid-19 vanno necessariamente verso un pensiero connettivo che vede gli esseri umani uniti verso un’unica direzione: nuova umanità caparbiamente ecosistemica, colta e soprattutto riumanizzata. Tutto ciò mi ha spinto in una direzione di ricerca sull’estetica che fosse, sì, collettiva ma che potesse superare il concetto stesso di «collettività». È così che nasce quella che a me piace pensare come Arte Corale. Una forma d’arte dove gruppi di artisti convergono verso un unico segno, un’unica definizione, un unico scopo. Dove i personalismi vengono meno ed emerge l’insieme come valore più importante, come valore massimo.
Così, all’interno di un’opera d’Arte Corale viene esaltata la forza dell’effetto derivato da un lavoro eseguito a più mani e realizzato con estrema coerenza e disciplinarità dentro i margini di una singola richiesta tematica, tecnica e metodologica. L’Arte Corale è il luogo del pensiero artistico dove gli artefici confluiscono volontariamente verso un atteggiamento corale, per intenderci quello classico della musicalità, della composizione, delle orchestre, della consonanza, dell’armonia sonora che da suono diventa segno. Un universo di segni che pur lasciando timbrica, suono e voci differenziati l’uno dall’altra proceda coeso verso una unica direzione estetica.
Ed è proprio in questa orchestrazione sinergica, collettiva, unanime, dove l’insieme di segni si accordano alla ricerca di un atto corale, che troviamo la manifestazione immateriale del concetto di umanità dove l’individualità ha senso solo in un ordine collettivo e, appunto, corale. All’interno dell’insieme, il singolo individuo porta con sé l’originalità della sua azione per trasmetterla all’altro, senza alcun intento di competere o liberarsene, in modo tale che questa replica-azione si accordi in una composizione plurale ed evocativa del nuovo sentire umano. È una partitura estetica in cui l’organismo accorato coordina la sua genetica e la sua artisticità per far si che quest’ultima si propaghi nell’immenso concerto delle vite.
Luigi Pagliarini
immagini e video: (cover 1) Luigi Pagliarini, «restaUmano-restaCorale. train», 2020 (2) video trailer (3) Luigi Pagliarini, «restatrascendente», 2020