Castanea, in questi giorni visibile nella galleria romana Z2O di Sara Zanin, nell’ambito della mostra «Ab Origine», è l’ultimo lavoro dell’artista italiana Tamara Repetto. Castanea è un’installazione che racconta della natura nel suo difficile rapporto con l’uomo moderno e con il clima che il suo agire produce. Su di una struttura circolare di marmo sospesa poggia un cilindro di plexiglass rivolto verso il basso. All’interno, frammenti di corteccia di castagno urtano contro le pareti in un movimento vorticoso e disperato. E’ la storia delle castagne del Piemonte, regione natale dell’artista, e della loro difficile vita con l’invasione del Cinipide Galligeno, un piccolo insetto considerato tra i più temibili per il castagno. Questo micro-cosmo apre all’ universo intero, dove la natura – anche la più incontaminata – è ormai intrecciata alla tecnologia e alla società che ne assume le sembianze.
Negli attraversamenti della materia, delle tecniche delle tecnologie, Tamara trova strumento e ispirazione per le sue installazioni multimediali e multisensoriali, creazioni rivolte a rovesciare il suo mondo interiore all’esterno per stabilirvi un contatto, prima di tutto emotivo. «La tecnologia – ci racconta Tamara a proposito del suo lavoro – il suono, il mondo degli odori mediato dalle nuove ricerche scientifiche, l’architettura, l’artigianato, sono tutte sinergie a servizio di inaspettate visioni, linee espressive che si sovrappongono per creare opere che sono un ponte psicologico tra i materiali da me impiegati e l’umana empatia».
Così le sue installazioni diventano «informatori dell’anima», sintesi tra ricerca, manualità e sensibilità istintiva. Tutti i sensi – olfatto, udito, vista – sono stuzzicati da stimoli continui. Con questo in mente, Tamara utilizza materiali di ogni provenienza, quelli che l’argomento e il momento le suggeriscono di adottare. Ferro, plexiglass, vetro, legno, pompe idrauliche, materiali riciclati, fili, connessioni e quant’altro, sono inglobati nelle sue opere in elaborazioni creative, delicate e poetiche. Sempre presente è la natura in cui si immerge il suo paese, Voltaggio, ormai parte integrante della sua sensibilità artistica.
Anche in Castanea i materiali impiegati contribuiscono al racconto. Associamo subito il marmo con il suo uso funerario e ascoltiamo, con questo, il compianto dell’albero morto. Il piccolo vortice di aria artificiale che spinge i frammenti di corteccia diventa, però, inno alla vita. Forza ed energia sono, per un momento, rigenerati da una spinta artificiale perché sia la natura stessa a chiamare ad una rinascita ancora possibile, fino a che il tempo lo concede. La specie animale che affligge i castagni è molto diffusa in Asia e negli Stati Uniti. In Italia, è stata trovata per la prima volta in Piemonte nel 2002, e rintracciata, poi, nelle regioni del Lazio, e della Campania. Queste notizie provengono da un atto parlamentare depositato alla Camera, a Roma, nel 2011. Significa quindi che il problema è attuale. Gli atti rimangono documenti scritti, spesso dimenticati negli archivi, soprattutto a riflettori mediatici spenti. L’urlo di Castanea, invece, raggiunge – per vie empatiche – le corde della sensibilità umana per rimanervi impresso. Ci auguriamo quindi che da prototipo, quale è oggi, quest’opera si trasformi in installazione ambientale per mettersi in gioco anche nella sua funzione sociale e di farlo con tutta la forza inespugnabile della sua carica poetica.
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«Ab Origine», 27.09.2013 – 30.11.2013 , Galleria Z2O, Via della Vetrina 21, Roma (info@z2ogalleria.it). Artisti Amy Cheung, Alessia De Montis, Tamara Repetto, Elisa Strinna, Anna Tuori
Immagini
(1 cover) Tamara Repetto, Castanea (2013) e Frattale n. 22 (2012), exhibition view, courtesy Z2O Galleria Sara Zanin, photo Valentina Fiore; (2), Tamara Repetto, Castanea (due prototipi, 2013), plexiglas, legno, marmo, acciaio, ventole, cavi, timer, 126 x 15 cm cad., courtesy Z2O Galleria Sara Zanin, photo Valentina Fiore.