Per DIGITALIVE18 VOID ha presentato Noise is Full of Words, performance che mette in scena il dialogo tra suono, tecnologia e performer. Il collettivo con sede a Bruxelles, fondato nel 2013 da Mauro Vitturini e Arnaud Eeckhout, è noto per le sue installazioni e performance, che in diversi modi esplorano il silenzio ed il suono come mezzi visivi, messa in discussione della percezione ed interazione umana.
Un software per il riconoscimento vocale annota, in tempo reale, ciò che percepisce e comprende del suono prodotto da uno strumento musicale. «Sarà una performance continua, durante la quale i visitatori potranno accedere in qualsiasi momento, liberi di restare 5 secondi o 1 ora». Con queste parole VOID ha presentato l’opera. Il musicista in sala ha invitato gli spettatori a muoversi liberamente nello spazio, uscire e rientrare a proprio piacimento.
Noise is full of Words ha quindi inizio, dialogo continuo tra suono, software di riconoscimento vocale e performer. Sullo schermo parole, scritte come un flusso di coscienza incontrollato, assurdo e senza senso, frutto dell’interpretazione simultanea dell’applicazione, mentre il musicista sperimenta, suonando una chitarra elettrica e producendo suoni e vibrazioni accanto ad esso. Il programma creato per l’interpretazione della voce umana si è trovato a decodificare e comprendere emissioni e masse sonore, il cui risultato è stata la traduzione di un insieme di suoni in parole e frasi. «La performance ha una forte connotazione ironica, dal momento che il software di riconoscimento vocale scriverà parole e frasi imprevedibili». Così il collettivo VOID descrive l’agire del programma che, di fatto, interpretando, autocorreggendosi e a volte non capendo, riesce anche a creare frasi sensate, ma fortemente ironiche, suscitando l’ilarità del pubblico. Il testo, frutto di un problema tecnico, verrà poi stampato sulle pagine di un libro.
Il suono è onnipresente, tanto che si impara a darlo per scontato, ma ha un significativo impatto sul campo sensoriale ed interferisce con la percezione che si ha della realtà. Con esso gli esseri umani hanno sempre creato nuove lingue e forme d’espressione, e con la tecnologia questo processo non poteva che essere più dinamico. Un linguaggio sconosciuto risuona subito all’orecchio come un semplice rumore. Le parole sono rumore. Il rumore è pieno di parole. Noise is full of Words, ricolmo di suoni e parole è forse il contesto di nascita di una nuova lingua o semplicemente il malinteso creato da un problema tecnico. È così che il suono diventa per Mauro Vitturini e Arnaud Eeckhout strumento e fulcro di ricerca.
«Installazioni, sculture, performances, libri, disegni, interventi negli spazi pubblici…non importa come, l’importante è ricordarsi che tutto è possibile, o meglio ancora, che niente è impossibile». Dal 5 al 6 Ottobre, la performance di VOID è ha reso la Pelanda un palcoscenico con il riflettori accessi sulle interrelazioni tra corpi, software e macchine.
Noemi Saia
Questo articolo è parte della sezione speciale che Arshake dedica a BACKSTAGE / ONSTAGE, il progetto che ha portato 24 studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del DIGITALIVE18, nuovo format dedicato all’arte digitale curato da Federica Patti e parte del Romaeuropa Festival. Gli articoli, pubblicati con cadenza settimanale, costruiscono la memoria delle opere e degli artisti che sono stati presenti, catturando i momenti salienti della ‘vitalità’ dei lavori performativi, ma anche dei loro protagonisti. La struttura dei contenuti è stata concepita su ispirazione della Metodologia del Progetto di Antoni Muntadas, come proposto da Valeriana Berchicci.
immagini: (all) VOID, «Noise is Full of Words», DIGITALIVE18, Romaeuropa Festival 2018, photo: Maria Giovanna Sodero, Eleonora Mattozzi, realizzate per il progetto BACKSTAGE / ONSTAGE, sinergia tra Accademia di Belle Arti di Roma, Romaeuropa Festival, con il supporto di Arshake. Video: Ambra Lupini e Alex Fanelli, grafica: Chiara Arena, Giulia Blasi, Davide Musitano