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Meris Angioletti, Dit des trois vifs et des trois morts, 2012. Premio Terna 04 (premio online, categoria Gigawatt)
Meris Angioletti è nata a Bergamo nel 1977. Attualmente vive e lavora a Parigi. Con una formazione in Fotografia presso il cfp Bauer di Milano, si laurea all’Accademia di Brera nel 2004. Ha seguito diversi workshop tra cui nel 2001 «Idea Bank/the Energy Clothes», con Marina Abramovic presso la Fondazione Ratti a Como e nel 2005 «Modelmania» con Olafur Elisson presso la Domus Academy. Con il progetto on-line «Nightshifts», realizzato in collaborazione con l’INAF – istituto italiano di astrofisica, ha vinto il concorso ‘Netshot’, al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Attraverso una varietà di materiali e tecniche, come film, suono, installazione, con il supporto di approfondite letture in vari campi del sapere, dalla psicologia alla fisica, realizza opere che mettono a fuoco lo spazio e le sue componenti psicologiche, nel modo in cui questi innescano dei processi mentali che scompongono lo spazio in tanti, possibili, punti di vista. Un campo di indagine particolarmente caro all’artista è quello legato ai meccanismi che innescano i processi mnemonici.
I suoi lavori sono stati esposti in diverse gallerie e istituzioni su scala internazionale. Tra queste: PAC- Padiglione Arte Contemporanea (Milano, 2014); MARCO – Museo di Arte Contemporanea di Vigo (Spagna); Moderna Museet (Stoccolma, 2013); 30° Biennale di San Paolo (2012); Castello di Rivoli (Torino 2012), 54a Biennale di Venezia (2011); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; GAM – Galleria Arte Moderna (Torino, 2011); Palazzo Strozzi, (2011); Fondazione Galleria Civica di Trento (2009); GAMeC – Galleria Arte Moderna e Contemporanea (Bergamo, 2009); Mercati di Traiano (2009); Galleria Tiziana di Caro (Salerno, 2008); Careof (Milano 2006); Casino Luxembourg (Lussemburgo,2006). E’ stata artista residente presso il Parc Saint Léger – Centre d’art contemporain, Pougues-les-Eaux, France (2013), presso ISCP – International Studio and Curatorial Program, Italian Academy at Columbia University. Ha ricevuto una borsa di studio dal DRAC – Ile de France, Aide individuellue à la création. residency, New York, USA, il Centre de Recolléts – Dena Foundation nel 2005 e dal Pavillon-Laboratoire de Crèation du Palais de Tokyo nel 2008. Nel 2009 è stata finalista del Premio Furla e nel 2010 l’Italian Cultural Centre di New York le conferisce il Premio New York.
Dit des trois vifs et des trois morts, tra le opere vincitrici del Premio Terna 04, è il risultato di una ricerca approfondita sulla letteratura medievale della danza macabra e sulla sua iconografia per raccontare l’incontro dell’aldilà attraverso la danza. Dit des trois vifs et des trois morts è infatti l’origine letteraria in forma di composizione poetica della danza macabra dove tre personaggi vivi incontrano tre personaggi morti con un messaggio dall’aldilà. Da questa premessa si ricavano testi, organizzati in una canzone che segue l’organizzazione ritmica della composizione poetica antica, e suoni che riproducono testimonianze e canti della cultura brasiliana con cui Angioletti confronta le fonti medioevali. Un’immagine astratta, ricavata dalla ricerca delle fonti iconografiche è intessuta su di un arazzo su cui poter proiettare suoni e immagini.
Quale è il ruolo dell’artista nel sistema attuale dell’arte e della società?
Trasformare.
Premio Terna pubblicò, in una delle sue prime edizioni, una ricerca previsionale dello stato dell’arte dal 2010 al 2015. I risultati hanno aperto una finestra su quello che è agli effetti il panorama attuale. Tra questi, anche il fatto che la crisi avrebbe portato ad un superamento dell’assuefazione rispetto alle regole dominanti, oltre ad un maggiore impegno sociale dell’arte. E’ quello che sta accadendo davvero?
Oltre la crisi, ritengo che il ruolo dell’artista sia quello di trasformare la realtà, indicando altre vie possibili e invisibili. Questo assume un significato più profondo dell’impegno sociale tout court. Ogni buona opera d’arte implica un cambiamento a vari livelli, sociale, economico e spirituale. Non so dire se davvero si stiano superando le regole dominanti, a volte la crisi può avere l’effetto antiartistico di cristallizzare dettato dalla paura, ma credo ci sia il desiderio di fare della buona arte e di porsi delle domande per il cambiamento.
Cosa ha significato per la tua esperienza e per la tua ricerca la partecipazione al «Premio Terna»? Quali opportunità concrete, anche di mercato, ha generato?
Essere tra i vincitori di un premio incoraggia al confronto, autorizza in qualche modo il lavoro ad esistere più fisicamente, stimolando, anche economicamente, la ricerca. Il premio Terna mi ha portato un po’ più di visibilità in Italia, dopo la mia decisione di venire a vivere a Parigi e questo ha permesso anche dei contatti tra l’Italia e la mia galleria di Berlino.
Cosa dovrebbe avere (che ancora non ha) l’Italia a sostegno della creatività per rendere il nostro paese sempre più competitivo a livello internazionale? E quale paese, su scala globale, ritieni sia il migliore da questo punto di vista?
Credere negli artisti e un pò di coraggio. Riconoscere la professione di artista, sia dal punto di vista fiscale che sociale. Certo investimenti pubblici nella ricerca, dai progetti agli allestimenti di mostre, sarebbero auspicabili; malauguratamente c’è una certa rassegnazione riguardo all’argomento. Per fortuna gli artisti si sono inventati spazi autogestiti che funzionano in maniera molto professionale. Forse non migliorerà la situazione economica, ma di sicuro fa bene all’umore.
Non conosco la situazione di tutti i paesi a livello di sostegno all’arte. È facile a volte dire che in un paese gli artisti sono protegés, ma non sempre la qualità delle opere è all’altezza delle ottime condizioni in cui si trovano a lavorare. In alcuni casi la limitatezza dei mezzi può obbligare a soluzioni qualitativamente più interessanti. Per questo non so dire quale paese abbia fatto le scelte migliori in campo di investimenti culturali.
Io ho scelto la Francia: c’è molto rispetto e accessibilità alla cultura. Il lavoro di artista è riconosciuto socialmente e anche sovvenzionato. Contemporaneamente negli ultimi anni anche il dibattito intellettuale e artistico si è arricchito ed è stimolante. Non è il centro del mondo, ma è un buon compromesso, per il momento.
In quale direzione si è evoluta la tua ricerca più recente? Ci puoi anticipare progetti e prospettive future?
Sto lavorando molto sulle strutture filmiche, in particolare attraverso film astratti in diapositive, dove intervengo manualmente su ogni fotogramma. Parallelamente lavoro molto con il testo, sia a livello filmico – dialogico, che come conferenze. Sto facendo delle ricerche per un ciclo di conferenze sonore e luminose, dove il formato della conferenza e il linguaggio del saggio prendono corpo in un’esperienza sensoriale. Queste ricerche attorno alla parola, il corpo e la luce mi portano anche a confrontarmi con una prima esperienza di spettacolo teatrale.
Per il tuo lavoro coinvolgi una varietà di discipline ed è chiaro il tuo interesse (forte) in ambito scientifico. Ci puoi raccontare [anche attraverso aneddoti] del tuo dialogo e scambio con professionisti di altri settori? Quali strumenti potrebbero essere messi a disposizione per facilitare situazioni di scambio tra arte e scienza?
Si, mi interessa la scienza se portata ai propri limiti. Per questo oscillo spesso verso ambiti parascientifici o esoterici. C’è un punto di giunzione, che era chiaro fino all’Illuminismo, in cui le discipline sono teleologicamente unite – il loro fine ultimo è la comprensione dell’esistenza. Comprensione razionale e mistica. La progressiva specializzazione dei saperi ha oscurato questa unità di fondo, che, invece mi interessa ricercare. Incontrare degli scienziati può svelare universi estremamente esistenziali e rarefatti. Mi è capitato con Valentino Braitenberg (video Aussicht), dalla voce spezzata dall’ultimo sigaro abbandonato a metà a quasi ottant’anni e ancora nel posacenere. O con Ingo Swan (installazione The Curious and the Talkers), di formazione biologo, ma artista, fondatore di un protocollo per sviluppare la telepatia, con il quale ho seguito una serie di esercizi per la comunicazione a distanza.
Come affronti nel tuo lavoro questioni legate alla documentazione e alla conservazione?
Non sono una grande specialista della documentazione. Molte installazioni sonore e luminose, proprio per il carattere espanso e sensoriale, hanno bisogno della presenza fisica dello spettatore e preferisco che vengano vissute piuttosto che documentate.
Terna è un’azienda che si occupa di trasmettere energia al Paese. Il suo impegno con Premio Terna si focalizza sulla trasmissione di energia all’arte e alla cultura e nella creazione di una rete di sostegno e sviluppo del talento. Ritieni la formula del «Premio Terna» ancora attuale per la promozione dell’arte? Hai qualche suggerimento da dare per la prossima edizione?
No, mi sembra che la formula funzioni.
Immagini1) Meris Angioletti. The Curious and the Talkers. 2010. Installation. Sound film, 2 channel, Theatre cutouts, RGB gelatin filters. 16’, variabledimensions. Courtesy the artist and SCHLEICHER/LANGE, Berlin, courtesy Meris Angioletti (2) Meris Angioletti. Interno notte. 2013. Video. 5’20’’. Courtesy the artistand SCHLEICHER/LANGE, Berlin (3) Meris Angioletti. Golden, brown and blue. 2013. Slide projection. Sixslide projections, coloured gels and text. Variable dimensions. Courtesythe artist and SCHLEICHER/LANGE, Berlin (4) Meris Angioletti. Study for an abstract film: black, green, white, amber,red. 2013. Tapestry. 200 x 300 cm. Courtesy the artist and SCHLEICHER/LANGE, Berlin (5) Meris Angioletti. 14 15 92 65 35 89 79 32 38 46 26 43 38 32 79 50 28 84 19 71 69 39 93 75 10. 2009. Video. DVD SD PAL 4:3, b/w, video 1CH, no sound. 12’10’’. Courtesy the artist and SCHLEICHER/LANGE, Berlin.