Energies Visualizer di Luigi Pagliarini abiterà il banner di Arshake nei prossimi mesi per agire sulla materia dello spazio digitale, per visualizzarne le energie. Si tratta di un software realizzato nel 2004 che trova radici nelle dinamiche di Intelligenza Artificiale di cui Pagliarini è stato un pioniere. Immagini, dipinti, schermate, fotogrammi e quant’altro si trasformano in un video algoritmico o dipinto infinito. Proseguendo l’approccio Eventualista di uno dei suoi Maestri, Sergio Lombardo, Pagliarini apre la percezione a nuovi orizzonti, su quanto di insondabile esiste all’interno della materia. Ogni pixel è trattato come un atomo e si comporta come tale.
Energies Visualizer restituisce l’arte alla vita e lo fa quando ancora tutto ciò che ruota attorno alla vitalità della materia non organica è un argomento di nicchia e non ancora in via di metabolizzazione come è oggi. Tutto ciò che esiste all’interno di un’immagine, una qualsiasi immagine fissa come quella del logo di Arshake, è restituito all’idea di “ moto perpetuo”, un approccio creativo che Pagliarini coltivata già prima del 2004.
Le dinamiche vitali della materia digitale rispondono al corrispettivo delle leggi biologiche molecolari. Anche il coro di voci che accompagna questo lavoro nasce dalla condivisione di vita e di lavoro dei suoi autori con l’artista. Ogni intervento prende forma in una diversità di vite testuali, quella poetica di Giorgio Cipolletta e di Elena Giulia Abbiatici, quella critica di Antonello Tolve, quella attivista di Nilo Casares, quella analitica di Valentina Tanni che in poche righe visualizza il ritratto dell’artista e del suo approccio creativo.
Il nuovo lavoro di Luigi Pagliarini Ferrara, proposto come banner speciale di Arshake, si inscrive nell’ambito di una progettualità in cui il condivisibile è condiviso mediante una essenziale interattività intermittente che restituisce nuova densità all’immagine con colpi di metamorfismo alla cui base troviamo un gusto decostruttivo pulviscolare, manipolativo e rigenerativo di stampo eventualista. Partendo da alcuni studi dedicati al comportamento autodefinentesi di un gruppo di cellule robotiche con forza hidroneumatica o atronica, l’artista elabora una costante polverizzazione dell’immagine preesistente che coincide con la sua successiva variazione ricompositiva, determinata dall’utilizzo di un software (Energies Visualiser, E.V. – Ottobre 2004) che trasforma le unità elementari in strutture complesse e in perpetuo movimento.
(Antonello Tolve)
En estos tiempos de reduccionismo conservador, en los que el botarate de turno fija el -ismo que está bien visto, resulta enriquecedor que se vuelva a la autonomía de la obra de arte fijada con entera libertad durante la Ilustración europea, cuando las obras tuvieron la oportunidad de desentenderse por completo de sus autores.
Hoy los populistas exigen la unidad entre la vida y la obra, sin cuyo conocimiento no puede ser entendida la vida, ¿o era al revés?
Por eso, ver que el autor desaparece por completo porque la obra se genera a sí misma, me resulta muy atractivo ya que, ¿cuál es la biografía que pueda asignar al autor (artificial) sin la cual no entender lo que me salta a la vista?
In questi tempi di riduzionismo conservatore, in cui qualunque testa di cavolo del momento stabilisce l’’-ismo’ che si vede bene, è arricchente tornare all’autonomia dell’opera d’arte impostata con piena libertà durante l’Illuminismo europeo, quando le opere avevano la possibilità di disimpegnarsi completamente dai loro autori.
Oggi i populisti esigono l’unità tra vita e lavoro, senza la cui conoscenza la vita non può essere compresa, o era il contrario?
Ecco perché vedere l’autore scomparire completamente perché l’opera si genera da sola mi attrae molto, perché qual è la biografia che posso assegnare all’autore (artificiale) senza la quale non posso capire cosa si vede?
(Nilo Casares)
Opus ex fortunam (il lavorio dell’eventualità)
Ribolle la semantica nel brodo quantico: disgregata, scomposta, risolta. Fa la parte del Padrone, privo di autocritica. Partorisce e rigenera il suo ordine complesso.
Nella fisica delle particelle, ogni forza trova il suo punto: a piacimento riappare, sciorinando metamorfosi mitiche. Sfuma in bellezza, deformità, eroismo; talvolta pare chiederci:
Che forma vuoi questa volta?
Invano. La teoria della tabula rasa s’insinua in ogni piano.
L’eventualità è capace di resistere a tutto: spontanea, grezza e forte; non sconfessa il
nuovo input deciso a scombinare il codice.
Le forme complesse, geneticamente artificiose, sono il suo pane quotidiano. Piovono dal Cloud, il nuovo regno dei cieli.
(Elena Giulia Abbiatici, Torino 18 giugno 2021)
Immergersi, ad occhi aperti, nel tessuto complesso e stratificato del mondo, resistendo a ogni tentativo di semplificazione. Riconoscere l’interconnessione tra le diverse forme di esistenza come realtà di base, presente a prescindere e operante al di là del nostro controllo. Pensare l’intelligenza come una forza diffusa, e l’energia come un soggetto attivo. Queste sono le sfide che ci pone la vita sulla Terra, e che la ricerca di Luigi Pagliarini affronta con mente lucida e spirito aperto, mettendo in discussione, con gli strumenti dell’arte e della scienza, tutto ciò che pensiamo di aver visto e tutto ciò che pensiamo di sapere sul mondo.
(Valentina Tanni)
Flatlandia: Energies Visualiser di Luigi Pagliarini (per una relazione sciamanica delle immagini)
Moto perpetuo.
Nel dipinto infinito,
si esplora,
si avviluppa
si distende:
esplode.
Energia polifonica
nelle tracce di visioni toroidali.
Metamorfosi delle molecole robotiche
che gravitano nelle dimensioni plurali.
Manipolazione dell’immagine caotica.
L’energia danza multipla
dentro strategie mobili.
Pixel roteanti generano
scenari caotici.
Su scala di grigi o a colori
i nervi indisciplinati delle ascisse e delle ordinate
spezzano le ossa dell’asse cartesiano.
Aggregazione, apertura, eventualismo, interattività.
Evoluzione, involuzione:
processo “sciamanico”,
ronzante
e turbinante.
Una biografia operante
nell’opera complessa.
Algoritmo come scultura
investiga la vita sfinita.
L’arte si fa autore
nel suo sparire,
precipitando nello sciame agitato
di un mondo insondabile.
(Giorgio Cipolletta)
Luigi Pagliarini, neuropsicologo per formazione, è un artista impegnato dai primi anni ‘90 nella software art e robotica d’arte. È Professore di Teoria della Percezione e Psicologia della Forma, Semiologia del Corpo, Psicologia dei consumi culturali e di massa presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata e Consultant Professor presso il Playware della Danish Technical University dove si occupa di Robots and Dynamic Agents Interfaces Design. In passato, ha collaborato a diversi progetti con realtà quali LEGO Group, la SONY e la Real World Records. È stato fondatore e direttore del Pescara Electronic Artists Meeting; direttore artistico di Ecoteca; curatore della sezione di Robo[art] del Robotsatplay Festival in Danimarca; inventore e fondatore di RoboCup Junior, oggi adottata come strumento didattico in tutte le scuole del mondo, e ha pubblicato su libri, riviste, webzines, su atti di congressi e conferenze internazionali. In questo momento è membro del comitato editoriale del Journal of Artificial Life and Robotics, del comitato editoriale della Rivista di Psicologia dell’Arte, membro del Comitato Scientifico della Conferenza Internazionale Psychology-Based Technologies e membro direttivo di APEXperience. Ha esposto i suoi lavori in diversi musei nazionali e internazionali e alcuni delle sue ideazioni son state riportate su organismi di stampa intercontinentali.
Vedi anche:
– L’intervista a Luigi Pagliarini pubblicata su Arshake nel 2020 in 3 parti:
Per un corpo Terrarium (Arshake, 31.03.2020)
Il corpo, le sue ‘smisurate infinite possibilità, e la relazione con la mente (Arshake, 01.04.2020)
Dal corpo e le sue «smisurate infinite possibilità» al rapporto tra arte e scienza (Arshake, 02.04.2020)
– Luigi Pagliarini, Manifesto Corale (Arshake, 25.06.2021)
– Manifesto Corale. Intervista a Luigi Pagliarini di Giorgio Cipolletta (Arshake, 01.07.2020)