Con la mostra «L’acqua le bagna come il vento le calpesta» LABS Contemporary art a Bologna presenta la serie di installazioni inedite della serie Cicli di Dario Picariello, produzione avviata nel 2020 che prende spunto dalle tradizioni dei canti popolari meridionali.
Gli interventi installativi, realizzati con diversi materiali e tecniche, sono messi in mostra grazie all’impiego di attrezzatura del backstage fotografico, come ombrelli o stativi. L’attenzione è rivolta al medium fotografico, ponte di unione tra il passato e presente: le immagini fotografiche vengono modificate digitalmente, trasferite con acidi su tessuti oppure stampate su carta blueback fatta a striscioline, per essere poi utilizzata per ricamare parole, secondo pattern decorativi di abiti cerimoniali o immagini naturali.
I canti selezionati per questa occasione hanno origini e periodi differenti; a intrecciarli il tema comune della violenza, sia essa fisica, verbale o psicologica. Ogni opera racconta una difficile problematica, presentata attraverso brevi versi intrecciati su tessuti.
Il primo lavoro, Cinquantaquattro, riprende un canto tradizionale orale nell’Alto Jonio Cosentino per mostrare le difficili condizioni di lavoro dei braccianti nei campi. Il lavoratore, disposto a sottoporsi a dure fatiche, pur di non perdere la propria occupazione, unica fonte di sostentamento per tutta la sua famiglia, crea un rapporto di «dipendenza» con il proprietario terriero. Fenomeno tutt’oggi riscontrabile e di cui spesso sono protagoniste le classi subalterne, costrette ad accettare ogni sorta di sopruso pur di non perdere il proprio lavoro o incorrere nella pubblica umiliazione.
L’opera intitolata Le buone misure riprende i versi di A Partannisa, canto di ragazze nella raccolta delle olive, antichissima canzone popolare siciliana. Un appello di una ragazza che prega la mamma di non mandarla al mulino per non sottostare agli abusi del mugnaio.
La terza installazione, infine, mette in scena una relazione amorosa mai consumata e giunta a un capolinea. Echeggiano nell’aria i versi di Strambellate, stornello cantato in prima persona:
“non mi mandà più baci per la posta
che per la strada perdono il sapore
se tu me li voi dare dammegli in bocca
così si proverà cos’è l’amore […]”
La mostra si conclude con l’esposizione di due fotografie esposte come una sorta di polittico. Le immagini presentate sono il risultato di un procedimento digitale: la fotografia viene letta da un software non adatto a codificarne il formato digitale originale, producendo un errore, o glitch. L’immagine ottenuta viene stampata a contatto su carta, restituendoci apparizioni che si collocano in una spazialità indefinita e vibrante.
Il percorso della mostra è accompagnato da un testo critico di Eugenio Viola, Capo-curatore del Museo de Arte Moderno de Bogotá – MAMBO, Colombia e prossimo curatore del Padiglione Italiano alla Biennale d’Arte del 2022.
(dal comunicato stampa)
Dario Picariello. L’acqua le bagna come il vento le calpesta
Labs Contemporary Art, Bologna, 11.09 – 13.11.2021
immagini: (cover 1) Dario Picariello, «L’acqua le bagna come il vento le calpesta», LABS Contemporary Art_Bologna 2021 (2) Dario Picariello, «Fior di Melarancio», 2021, stampa fotografica su carta hahnemühle 200g, 60 x 170 cm cad. Polittico composto da quattro pezzi (3) Dario Picariello, «L’acqua le bagna come il vento le calpesta», 2021, stampa fotografica su carta hahnemühle 200g, 30 x 50 cm cad. Polittico composto da dieci pezzi (4) Dario Picariello, «Non mi mandà più baci pe la strada», 2021, stampa fotografica a contatto su organza, ventilatori, stativi fotografici, carta blueback, 460 x 100 x 50 cm. ca (5) Dario Picariello, «Non mi mandà più baci pe la strada», 2021, stampa fotografica a contatto su organza, ventilatori, stativi fotografici, carta blueback, 460x100x50 cm ca