< Interviews
Andrea Nacciarriti – Boundaries, fotografia digitale su dibond 110x300cm. courtesy Franco Soffiantino Contemporary Art Productions, photo by Nicola Cameruccio, Premio Terna 03 (categoria Giagawatt)
Andrea Nacciarriti è nato ad Ostia Vetere nel 1976. Si è diplomato dall’Accademia di Belle Arti a Bologna ed oggi vive e lavora a Milano. Il lavoro di Nacciarriti si concentra sulle potenzialità dei luoghi, dei quali analizza le possibilità architettoniche e le caratteristiche funzionali, e le mette in relazione con il tempo e lo spazio, due variabili prese sempre in considerazione nel tentativo di creare dei momenti di riflessione. Il suo percorso artistico è caratterizzato da numerosi progetti di residenza, grazie ai qualiha instaurato nuovi rapporti diretti con il paesaggio, con le sue dinamiche sociali, politiche e umane e con le sue valenze simboliche. I progetti che ha scelto di seguire in Finlandia, in Cina e in Marocco portano i segni di questa indagine. «I miei progetti – sostiene Nacciarriti – si comportano da modificatori ambientali. Enfatizzano le possibilità entropiche. Gli spazi in cui intervengo sono attraversati e analizzati per definirne i limiti e gli sprechi per agire di rimando. Più in generale, metto in discussione il ruolo dell’arte in luoghi e contesti differenti, abbattendo e riedificando continuamente la corrispondenza tra opera, spettatore e ambiente».
Il lavoro di Andrea Nacciarriti è stato presentato in numerose gallerie e istituzioni, in Italia e all’estero. Tra queste: Le Fresnoy (Tourcoing cedex, Francia 2015) Fabbrica Rosa (Locarno 2014); Kunsthalle Eurocenter (Lana 2014); Esprit Nouveau Pavilion (Bologna 2014); Fondazione Pescheria (Pesaro 2013); MACRO (Roma 2012); MAMM (Mosca 2012); La Maison Rouge (Parigi 2012); Zajia lab/Beijing Project Space (Cina 2012); MARS (Milano 2012); Pro Artibus Foundation (Ekenäs in Raseborg, Finlandia 2011); Museo di Villa Croce (Genova 2010); Franco Soffiantino Gallery (Torino 2010); Palazzo Re Rebaudengo (Guarene, Torino 2010); Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano 2010); Reagent Park, in occasione di Frieze Art Fair (Londra 2009). Dopo il Premio Terna nel 2010 vince il Premio Celeste nel 2011 ed è finalista al Talent Prize nel 2012, per il quale riceve inoltre una menzione speciale nelle edizioni 2011, 2012 e 2013. Di recente ha vinto il New York Prize 2014-2015.
Con Boundaries, Andrea Nacciarriti è stato premiato al Premio Terna 03 nella la categoria Gigawatt. L’opera, come spiega l’artista «ha a che fare con il racconto di un uomo che da ragazzino studiando geografia si chiedeva: ‘perché se gli uomini son tutti uguali esistono dei confini?’. L’Italia è un paese che ha per la maggior parte dei limiti ‘segnati’ in mare, invisibili, ma che hanno conseguenze importanti, basti pensare al fenomeno dell’immigrazione clandestina e a quello che succede quando un barcone rimane a metà tra ‘acque e proprietà’. I confini si tracciano sulla superficie, le possibilità si possono ‘disegnare’ ovunque».
Quale è lo stato dell’arte oggi in Italia? Quale è il ruolo dell’artista nel sistema attuale dell’arte e della società?
Eviterei di cadere nella solita acida e sterile «critica al sistema», argomento così anacronistico da risultare pedante ed inutile, mi sento invece di dire che ci sono ottimi artisti in Italia, interessanti ed attivi, non solo all’interno dei confini nazionali, al contrario di quanto possano dire e pensare molti «illuminati». Fortunatamente, all’artista oggi non è richiesto di avere un ruolo specifico che lo definisca all’interno della società. Ci sono modi molteplici di affrontare la questione e altrettanti per riconoscerla. Sarebbe insensato parlare di interdisciplinarità del pensiero se continuiamo a ad occuparci di un concetto rinascimentale.
Premio Terna pubblicò, in una delle sue prime edizioni, una ricerca previsionale dello stato dell’arte dal 2010 al 2015. I risultati hanno aperto una finestra su quello che è agli effetti il panorama attuale. Tra questi, anche il fatto che la crisi avrebbe portato ad un superamento dell’assuefazione rispetto alle regole dominanti, oltre ad un maggiore impegno sociale dell’arte. E’ quello che sta accadendo davvero?
In primo luogo questo è un aspetto che può essere analizzato solo pensando ad una parte dell’arte Occidentale. Il sistema di globalizzazione ha centralizzato tutta una serie di ricerche provenienti da paesi e da artisti che da sempre vivono la «crisi». Si sono quindi ampliate a ventaglio le influenze linguistiche. In generale si registra un ripensamento degli aspetti locali in chiave globale, e il problema che ci si pone è prevalentemente legato alla riformulazione di micro sistemi che possano in qualche maniera autogestirsi ed essere altrettanto efficaci. L’offerta è aumentata e questo è un fatto. Ci sono molti giovani artisti che incontrano difficoltà enormi per crearsi un curriculum museale, questo induce a pensare ad un nuovo modo di affrontare la propria carriera. La sempre maggior diffidenza e la conseguente presa di distanza dalle regole dominanti mi sembra più un atteggiamento di facciata, aspetto peraltro della naturale deriva di qualsiasi linguaggio. Si parla molto di impegno sociale, ma la realtà è che si fa un po’ confusione. In tanti scelgono tematiche sociali, ma sono pochissimi quelli che lavorano nel sociale. Vedo, invece, tanti giovani artisti che portano avanti poetiche prevalentemente estetiche, hanno un approccio grafico, installazioni impaginate, perfette per un culture magazine.
Ricordi la tua partecipazione al Premio Terna? Stavi lavorando ad un progetto in particolare?
Avevo appena inaugurato uno dei mie progetti più significativi Crystallize alla Galleria Franco Soffiantino di Torino.
In quale direzione si è evoluta la tua ricerca più recente? Ci puoi anticipare progetti e prospettive future?
Negli ultimi anni ho prestato attenzione ad alcuni aspetti che hanno concluso un ciclo di analisi sugli elementi contestuali al rapporto tra arte e suoi modificatori formali. Mi sono focalizzato sul contesto sociale, non nel senso di impegno sociale, quanto di osservazione/definizione dei limiti dello stesso. Quindi il concetto di responsabilità etica che a partire da processi fenomenologici di eventi specifici è divenuto filtro formale del lavoro, non quale definizione di una critica, piuttosto rivelazione del suo precario equilibrio linguistico. Sono da poco arrivato all’ISCP di NY per il Premo, sto seguendo alcuni progetti, ma credo sia prematuro parlarne.
Nei tuoi lavori l’aspetto performativo è molto forte. Soprattutto le opere site-specific non possono essere riadattate e sono concepite, come tu stesso hai spesso definito, come «improvvisazioni metodologiche». Con questa premessa, quanto è importante e cosa significa per te la documentazione di questi tuoi interventi?
Più che performativo è processuale, di conseguenza è fondamentale che la documentazione sia trattata in maniera trasversale, sia dal punto di vista spaziale che temporale. Ci sono una serie di momenti della realizzazione del lavoro che hanno un significato ed è quindi fondamentale gestirli. Proprio in relazione al carattere processuale e metodologico che si instaura con il contesto, ogni lavoro che si ripresenta in un altro spazio ha delle differenze significative che vanno registrate, anche se ad uno sguardo poco attento sono quasi impercettibili.
Come la tua attenzione per l’archivio, come agente attivatore di memoria, si intreccia con quella per la dimensione urbana, considerata all’interno della sua griglia estesa agli strati invisibili dell’informazione?
La risposta è più semplice della domanda, l’attenzione per l’ambiente quale archivio, è: il luogo di informazione.
Cosa dovrebbe avere (che ancora non ha) l’Italia a sostegno della creatività per rendere il nostro paese sempre più competitivo a livello internazionale? E quale paese, su scala globale, ritieni sia il migliore da questo punto di vista?
La politica francese delle quote del 1996 estesa anche alla musica prevede che le radio trasmettano il 40% di pezzi francesi, e la metà di questa quota riservata a talenti emergenti e a nuove produzioni. I Daft Punk hanno rivoluzionato la musica dance negli anni ’90, Il duo francese è ritenuto una delle collaborazioni più significative di ogni tempo nell’ambito della musica elettronica, sia per quanto riguarda il volume di vendite sia per il responso della critica. Il calcio in Germania e in grado di generare 30.000 posti di lavoro e versare nelle casse del fisco tedesco 850 milioni di entrate. Il tutto, partendo da un incessante attenzione agli under che ha spinto le società della Bundesliga a investire nell’ultimo anno 80 milioni di euro nei settori giovanili (+3,3 per cento rispetto al 2011/2012), facendo lievitare a 820 milioni il totale dei fondi destinati alle «accademie del calcio» dal 2001. La Germania è Campione del Mondo 2014.Penso che esistano differenti sistemi che funzionano con diverse modalità. Sarebbe sufficiente garantire agli artisti di svolgere la propria ricerca.
Cosa ha rappresentato, e cosa rappresenta oggi per un artista il Premio Terna nel panorama Italiano e in quello internazionale?
È un’ottima opportunità soprattutto per gli artisti più giovani, ha una buona visibilità, offre la possibilità di partecipare a programmi di residenza internazionali, ed è un premio per il quale non bisogna pagare nessuna quota d’iscrizione.
Terna è un’azienda che si occupa di trasmettere energia al Paese. Il suo impegno con Premio Terna si focalizza sulla trasmissione di energia all’arte e alla cultura e nella creazione di una rete di sostegno e sviluppo del talento. Ritieni la formula del Premio Terna ancora attuale per la promozione dell’arte? Hai qualche suggerimento da dare per la prossima edizione?
Attuale è ciò che funziona. Potrebbe nascere una Fondazione Terna, un supporto al premio e agli artisti, che riesca a sostenerli oltre il premio. È lungimirante pensare che Terna possa determinare una continuità con gli artisti, un luogo non necessariamente fisico, che sia in grado di tessere relazioni con strutture e competenze differenti, che sia in grado di gestire una forma più fluida e duratura finalizzata allo sviluppo di progetti e alla ricerca.
immagini(cover -1 ) Andrea Nacciarriti – Boundaries. c-print on dibond 110x300cm. courtesy Franco Soffiantino Contemporary Art Productions, photo by Nicola Cameruccio, Premio Terna 03 (2) Untitled [Crystallize] – 2010, action – video still, courtesy Franco Soffiantino Contemporary Art Productions (3) courtesy Franco Soffiantino Gallery – 2010. mixed media. variable dimensions. courtesy Franco Soffiantino Contemporary Art Productions, photo by Fulvio Richetto (4 – 5) one moment please – 2010. performance. media: smoke bombs. courtesy Franco Soffiantino Contemporary Art Productions, photo by Fulvio Richetto (6) Totem, 2009, iron, paper 50x50x180 cm. courtesy Franco Soffiantino Contemporary Art Productions (7) Drawing # 000000003 [the black page] – 2011. media: drawing table, paper, block ice of the Baltic Sea, variable dimension, courtesy Franco Soffiantino Contemporary Art Productions, photo by Eva Tordera (8) T102, 2013. driftwood, plastic glass, water. variable dimension, courtesy Franco Soffiantino Contemporary Art Productions, photo by Giovanni Ghiandoni.