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Ciriaca + Erre, Changing is Natural, 2010, fotografia digitale – stampa su tappeto, 300 x 140 cm. Premio Terna 03 (menzione speciale al TERNAtiva)
Ciriaca + Erre nasce a Matera nel 1973. Si diploma con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dopo aver vissuto per un periodo a Milano si trasferisce in Svizzera, dove attualmente vive e lavora. Video, fotografia e performance sono i principali strumenti impiegati in una ricerca che attraversa la natura umana e ne esplora tutto ciò che le gravita attorno: gli aspetti legati all’emotività più istintiva, i condizionamenti sociali, il ruolo della tecnologia e la contrastante spinta primordiale verso la natura. «Vivo, osservo, traduco aggiungendo consapevolezza a ognuna di queste azioni, poiché la vita spesso, ha più fantasia di noi!». Una parte importante della sua ricerca è rivolta ai mezzi di comunicazione e al modo in cui questi danno forma e condizionano le modalità di scambio tra persone. Il computer diventa così mezzo di conoscenza, filtro tra l’esterno e l’intimità dell’individuo. Le sue opere sono il risultato di una continua sperimentazione e lasciano allo spettatore il ruolo di protagonista attivo di esperienze individuali e totalitarie. La sua ricerca più recente attraversa i confini dell’identità e guarda il micro-cosmo umano come paradosso del macrocosmo.
Il suo lavoro è stato presentato nell’ambito della 55° Biennale d’Arte di Venezia, e in prestigiosi Musei quali il MAMM Multimedia Art Museum Moscow, al Museo MACRO di Roma, ai Musei Civici al Festival Europeo della Fotografia a Reggio Emilia, a Palazzo Bagatti Valsecchi a Milano, a Palazzo Ducale a Genova, alla Fondazione Stelline di Milano, a Palazzo Collicola di Spoleto, all’Istituto di Cultura Italiano a Berlino. Le sue performance sono state ospitate in sedi artistiche importanti quali Mama’s Theatre di New York, l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, Palazzo Reale a Milano.
Per il Premio Terna 03 ottiene la Menzione Speciale alTERNAtiva con Changing is natural, 2010. Si tratta di una fotografia digitale che ritrae una bandiera mossa dal vento, riflessione sul cambiamento, «che insieme alla nascita e alla Morte fa parte delle certezze della vita e bisogna essere pronti a cavalcarla». L’opera è stampata su di un tappeto per ricordarci quanto sia importante osservare da prospettive diverse. L’intervista è avvenuta via e-mail nel luglio 2014.
Quale è il ruolo dell’artista nel sistema attuale dell’arte e della società?
Penso che l’artista abbia, oggi più che mai, un ruolo di attivatore di consapevolezza perché la società possa risvegliarsi e ambire ad un mondo migliore e più vero.
Premio Terna pubblicò, in una delle sue prime edizioni, una ricerca previsionale dello stato dell’arte dal 2010 al 2015. I risultati hanno aperto una finestra su quello che è agli effetti il panorama attuale. Tra questi, anche il fatto che la crisi avrebbe portato ad un superamento dell’assuefazione rispetto alle regole dominanti, oltre ad un maggiore impegno sociale dell’arte. È quello che sta accadendo davvero?
Le crisi sono sempre costruttive, accelerano il cambiamento altrimenti procrastinato in fasi di falso benessere. Questo momento, non facile, ritengo farà pulizia dei presunti artisti. Artisti allettati dall’idea di «artista-star» e da «un’apparente facilità» odierna nel realizzare alcune opere. Non si può «fare l’artista» semplicemente «non si può fare a meno di esserlo», se è quello il tuo destino. Inoltre io penso che la crisi abbia dato anche una scossa al sistema autoreferenziale dell’arte che aveva smesso di fare una vera ricerca.
Cosa ha significato per la tua esperienza e per la tua ricerca la partecipazione al Premio Terna? Quali opportunità concrete, anche di mercato, ha generato?
Ho ammirato molto la ricerca, l’impegno e il sostegno che Terna, e i suoi meravigliosi collaboratori hanno dato agli artisti italiani. Il premio che ho ricevuto nel 2010 è arrivato in un momento molto significativo e di sviluppo del mio lavoro. Sul piano personale mi ha dato molta energia, su quello professionale credibilità e visibilità.
Cosa dovrebbe avere (che ancora non ha) l’Italia a sostegno della creatività per rendere il nostro paese sempre più competitivo a livello internazionale? E quale paese, su scala globale, ritieni sia il migliore da questo punto di vista?
In Italia abbiamo fantastiche fondazioni e associazioni di privati che cercano di sopperire alla mancanza di un sistema che sostiene l’arte contemporanea, ma questo non è chiaramente sufficiente. Gli artisti mancano di credibilità in quanto il loro Paese in primis non ci crede, né li sostiene. I paesi del Nord Europa, e la Svizzera è tra questi, credono nel valore dell’arte e nell’investimento che gli artisti portano avanti con anni di ricerche le quali non producono capitale materiale, piuttosto intellettuale. Forse in Italia ci vorrebbero più investimenti legati alle agevolazioni fiscali; questo porterebbe maggiori vantaggi alla cultura e a chi investe nell’arte. Non saprei dire qual’è il paese migliore; sicuramente posso dire le città che esprimono un mio concetto creativo, ovvero Londra e New York. I pochi validi musei di arte contemporanea in Italia vedo che fanno una gran fatica e andrebbero gestiti forse in maniera più meritocratica e meno politica, mi sembra che l’attuale governo italiano e il ministro delegato stia provandoci. Mi sembra, poi, che i molti collezionisti investano troppo poco in artisti italiani, ma questo riguarda anche i curatori i quali sono ancora troppo esterofili. Questo costringe gli artisti italiani ad andare all’estero, il che può anche essere positivo per formazione ed esperienza, ma non giustifica le gravi mancanze del sistema italiano.
Terna è un’azienda che si occupa di trasmettere energia al Paese. Il suo impegno con Premio Terna si focalizza sulla trasmissione di energia all’arte e alla cultura e nella creazione di una rete di sostegno e sviluppo del talento. Ritieni la formula del Premio Terna ancora attuale per la promozione dell’arte? Hai qualche suggerimento da dare per la prossima edizione?
Suggerimenti? Non saprei. Io penso che Terna stia facendo un ottimo lavoro, sia di ricerca, che di inserimento degli artisti in nuove connessioni con l’estero. Forse, per valorizzare ancora di più quanto già egregiamente svolto, potrebbe concentrare il numero dei premi e cercare di sostenere l’arte magari entrando in partnership con un museo.
Lavori con codici differenti per elaborare un discorso sull’identità e sulla femminilità, due temi dominanti del tuo lavoro. Cosa rappresenta, per te, e per il tuo lavoro, questo doppio territorio d’indagine?
Sì, è vero, cerco inoltre di andare sempre oltre quello che risulta visibile superficialmente. Se l’identità è riconducibile alle origini, le origini che io ricerco sono molto più ancestrali, un’identità tanto individuale quanto sociale.
Sono attratta dall’evoluzione umana, dal cambiamento come unica costante della vita. Trovo importante la nuova figura femminile che nel breve periodo dell’ultimo secolo, sta accelerando e destabilizzando dinamiche di potere, relazionali, sociali, famigliari e religiose per secoli ritenute immutabili.
In quale direzione si è evoluta la tua ricerca più recente? Ci puoi anticipare progetti e prospettive future?
La mia ricerca recente si è evoluta nella filosofia del «tutto è uno», dove tutto esiste in quanto collegato e complementare. Trovo che le separazioni siano limitanti e pericolose. Questo concetto lo si evince anche dalla mia recente opera video-documentaria sui diritti umani, esposta nel Padiglione Tibet della scorsa Biennale di Venezia, girata in un carcere con alcuni monaci buddisti.
Al momento sto ultimando il mio video-documentario Suspended Woman che tratta la violenza sulle donne. Inoltre il 25 Ottobre inauguro presso la Galleria Buchmann Lugano una mia mostra con una mia nuova performance: IN/SIGNICANT – I’m in silence.