Disegni, opere meccaniche e di intelligenza artificiale, in mostra presso la Galerie Italienne a Parigi ripercorrono le principali tappe della ricerca di Donato Piccolo. Disegno, scultura, pittura, sono da sempre metabolizzati in una ricerca che si è addentrata nelle pieghe nascoste della natura, ha esplorato i delicati equilibri da caos e regola, con particolare attenzione al concetto di rottura spontanea della simmetria della natura secondo il modello Nambu-Lasinio. I moti invisibili della natura e dell’uomo e il loro intrecciarsi con quelli della scienza sono emersi nella dimensione visibile attraverso opere realizzate con ogni mezzo a disposizione.
Teoria del caos, ma anche tutto ciò che ruota attorno alla ‘società liquida’ (Zygmunt Bauman), hanno trovato nelle diverse forme espressive, ciascuna una angolazione diversa di una ricerca, che già da diverso tempo ha raggiunto le corde dell’Intelligenza Artificiale. L’avevamo ritrovata in quella che animava Anna non porta rancore, presentata di recente alla Fondazione Pomodoro, una scatola di cartone in grado di camminare intorno alla sala e di osservare, di conoscere, di conquistare esperienza e conoscenza. Ora la scatola percorre una stanza dove la Gioconda che cammina, lavoro inedito da cui prende il titolo della mostra, anche lei è munita di ‘zampe’ meccaniche. Non si può non pensare al Samsa del romanzo Kafkiano quando si trasforma in un insetto e, da quella condizione, inizia un processo tutto nuovo di conoscenza del mondo.
In un’opera precedente Thinking the Unthinkable, presentata all’Ermitage di San Pietroburgo, poi a New York e al MAXXI di Roma nell’ambito del Media Festival, una testa maschile parlava del mondo rispetto alla sua posizione, capovolta sotto il piano di un tavolo: “Tutto quello che non riusciamo a capire è dentro il nostro cervello / Tutto quello che non riusciamo a vedere è dentro i nostri occhi / Tutto quello che non riusciamo ad immaginare è il nostro futuro”. Nella mostra di Parigi questo mondo è raccontato da Einstein che, riprodotto in una testa robotica, prende la parola e interagisce con i visitatori. Queste le opere inedite protagoniste di una mostra che acoglie i visitatori con Butterfly Effect, installazione storica di Piccolo che partiva dal battito d’ali di una farfalla su un tamburo per trasportare il suono lungo un percorso attorcigliato di tubi di metallo. L’installazione rende percepibile, in maniera monumentale, la teoria del caos secondo la quale il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo.
Le opere dell’artista – così è presentato il lavoro nel comunicato che accompagna la mostra – combinano aspetti complementari e inscindibili: esse sono al contempo sculture e macchine, forma e processo. Questo carattere ibrido costituisce per Donato Piccolo, la natura stessa dell’arte ‘olistica’: una tipologia di arte la cui funzione essenziale è esplorare ‘l’enigma del mondo visibile’».
Mostra e opere diventano “metafora dell’arte e della continua evoluzione delle forme e del senso”. La mostra è essa stessa come un grande corpo scultoreo, così la definisce il curatore della mostra David Rosenberg. (…) Tutte le opere sono realizzate e disposte tra loro in modo tale da costruire una concatenazione di causa ed effetto. Ciascuna opera influenza l’altra. Il tutto è condizionato dal particolare.
«Donato Piccolo. La Gioconda che cammina», a cura di David Rosenberg, Galerie Italienne, Parigi, 11.10 – 01.12.2018