Joan Mekas, fondatore del New American Cinema nel 1960, è ora protagonista a Venezia di Internet Saga un progetto che nasce dalla riformulazione delle sue sperimentazioni su Internet e dal dialogo con il duo curatoriale Francesco Urbano Ragazzi che ci raccontano come è avvenuto il loro incontro:
Jonas è quasi uno di famiglia. Prima di conoscerlo direttamente, ci siamo sentiti vicini a lui tramite il cinema. Un cinema della vita che è davvero capace di includere chi lo guarda. L’incontro decisivo lo abbiamo avuto a Praga nel 2013, nella sala all’ultimo piano del Dox Center for Contemoporary Art, davanti ad «Outtakes from the life of an happy man». Titolo che dice tutto, per un film che lascia senza parole.
È li che abbiamo deciso che Jonas Mekas sarebbe dovuto essere non solo il capostipite del Cinema Indipendente, ma anche il pioniere di una nuova avanguardia dell’Internet. Qualche tempo dopo, quando lo abbiamo invitato ad esporre al Burger King di Venezia in un palazzo del XVI secolo, la sua risposta è stata energica e concreta: «It’s challenging enough to say yes».
E quando chiediamo ai curatori di raccontarci come è nata l’idea di Internet saga ci rispondono che:
The Internet Saga è il frutto di una nostra ricerca sulle nuove temporalità. Vediamo internet come una grande macchina cinematografica che si è dischiusa a noi offrendoci nuove possibilità di narrazione. Per raccontare questo enorme senso di scoperta, inizialmente avevamo immaginato una mostra che fosse aperta 24 ore su 24 per tutto il periodo della Biennale. Avremmo così raccontato il tempo reale dell’Internet, ma i dati di realtà ci hanno portato altrove. Arrivati in stazione a Venezia ci è bastato attraversare un ponte perché il Burger King si manifestasse a noi. Quel Burger King è più internet dell’internet. «Il palazzo veneziano al costo di un panino», recita lo slogan dell’azienda.
Ma non è tutto. Ciò che ci interessava era il fast-food come dimensione temporale in cui coesistono parallelamente e senza sosta consumo, contemplazione, mercato, anarchia, isolamento, convivialità, controllo, libertà, connessione. Qualcosa di simile è successo ad Amburgo con l’internet point Peace Connect, sede permanente della mostra che abbiamo curato «Un’idea brillante», dedicata al protocollo. Allo stesso modo l’isola delle reti (The Island of the Nets, isola di San Servolo 2011) e la chiesa degli Unconnected (oratorio di San Ludovico, 2013) sono state l’approdo imprescindibile del Padiglione Internet, nel lungo viaggio con Miltos Manetas alla ricerca della Togetherness.
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Internet come spazio e dispositivo narrativo ha attirato la curiosità di sperimentatore di Mekas dal 2006, quando ha avviato il suo video-diario sul web che ad oggi conta circa 500 corto-metraggi, memorie di vita fermate dall’occhio della camera restituite al pubblico in formule che rispettano i tempi del network. La sua attività dall’era pre-cinematica e quella post-internet rende questa operazione particolarmente significativa per capire la nuova dimensione del «post-internet». Questo termine, «post-internet», è entrato ormai nel linguaggio comune nel tentativo di descrivere un cambiamento epocale, quello portato dagli sviluppi di tecnologia e comunicazioni, dal loro insinuarsi e insediarsi in tutti gli aspetti dell’individuo, fino a ricostituire un nuovo analogico.
Questi materiali filmici per il web sono riformulati dall’autore e ripensati assieme ai curatori per essere trasformati in una Internet Saga, che si estende ed espande da internet ad alcune locations offline selezionate con grande attenzione perché possano entrare in gioco come dispositivo narrativo e diventare elementi ipertestuali di un discorso cucito dentro e fuori della rete. Palazzo Foscari Contarini, dimora del VXI secolo che si affaccia sul Canal Grande e ora sede della catena di fast food Burger King, trofeo del capitalismo alimentare e uno dei simboli della globalizzazione ospita montaggi inediti dei 500 video, «appunti audio-visivi» pubblicati quotidianamente sul suo sito internet, sugli schermi già attivi del locale che diventano la nuova cornice della memoria video-grafica dei suoi momenti di intimità, di incontri con artisti e star, nuova formulazione di poesia visiva. I suoi ricordi video si scompongono poi nei tempi congelati dei 768 frames tratti dai film e adattati alle 32 vetrate che si affacciano sulla corte del Palazzo.
L’altro spazio in cui si disloca il progetto è lo Spazio Ridotto, un piccolo gioiello e nuovo project space di Zuecca Projects collocato vicino all’antica sede della Biennale di Venezia, oggi custode del suo archivio. Qui prende corpo, in quattro proiezioni in simultanea Birth of a Nation. Film del 1997 dove si alternano i ritratti di registi famosi che, come lui, hanno scritto la storia del cinema indipendente americano. «The Internet Saga @ Spazio Ridotto con Birth of a Nation – affermano i Francescos – ci riporta ad un’epoca pre-internet e alla fondazione di una nazione degli independent filmmakers: The INTERNETION before the Internet. I 163 artisti elencati nella lista di Mekas hanno anticipato i nativi digitali nel modo di concepire e distribuire le opere d’arte, trasformando il proprio quotidiano in immagine».
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Tutto si completa in un sito pensato e disegnato per essere un’opera d’arte, concepita come «meta-sito» dove «l’elemento di partenza è un orologio senza la lancetta delle ore: simbolo in movimento di un tempo dell’internet al di fuori dei fusi orari. Internetsaga.com è in fondo questo orologio, assieme a cui scorrono e fluttuano una serie di link. Non c’è moto a luogo. O forse si resta solo leggermente spaesati».
The Internet Saga. Jonas Mekas, a cura di Francesco Urbano Ragazzi, in collaborazione con Zuecca Projects
Palazzo Foscari Contarini e Spazio Ridotto, Venezia, fino al 22.11.2015
immagini (cover 1) in an instant it all came back to me – Jonas Mekas, 768 sildes. courtesy galerie EXPERIMENTAL. ph Giulio Favotto (2) JONAS MEKAS @ Burger King – Venice. ph Giulio Favotto – otium (3) Internet Saga – Jonas mekas. exhibition view. ph Giulio Favotto. otium (4) Birth of a Nation – Jonas Mekas @ SPAZIO RIDOTTO