Vi siete mai chiesti perché sembra che il mondo stia andando a rotoli? E come mai, in questa crisi planetaria, l’assurdo la faccia sempre di più da padrone? Mattia Salvia, giovane scrittore milanese laureato in Filosofia e fondatore di Iconografie, rivista sullo spirito del tempo presente, ne dà una sua accattivante lettura.
Pensateci bene, non avreste mai immaginato che un giorno, a Washington, si sarebbe consumato una tentativo carnevalesco di colpo di stato, capeggiato da uno sciamano complottista, o un colpo di stato, ben più serio, in Turchia, in diretta YouTube, o una guerra social, a colpi di meme, affiancata alla guerra vera, quella guerreggiata, tra i profili Twitter delle istituzioni russe e ucraine, o un vero e proprio merchandising di propaganda supportato dal governo ucraino, fatto di magliette, tazze e portachiavi, che trasformano la guerra in una partita di calcio, o ancora che i terribili Talebani, allevatori di capre con le mitragliatrici, dalle idee estremamente retrograde, avessero, un giorno, grazie anche alla sostanziale resa americana in Afghanistan, creato veri e propri trend su Internet basati sulla figura del chad (il maschio alfa molto in voga nell’alt right americana) fondati però sul loro genius loci. E quante cose ancora si potrebbero dire.
Salvia incuriosisce e spaventa, di pagina in pagina, spaziando tra geopolitica e internet studies, filosofia e cronaca, per mettere a fuoco un mondo grottesco, dominato dall’assurdo. Lo fa soffermandosi soprattutto, come recita il sottotitolo del libro, sulle “iconografie del XXI secolo” e su come esse si diffondono e mutano il modo di pensare degli utenti di Internet.
Può sembrare un libro spensierato e divertente. Divertente lo è di sicuro, soffermandosi su cose generalmente non conosciute o comunque poco approfondite dalla maggioranza di noi. Spensierato per niente, perché anche se può sembrare che tratti di temi secondari, in realtà essi sono la cartina tornasole di tanto di quello che ci accade intorno, con la somma immagine digitale, onnipresente e facilmente editabile, che diventa pura realtà, base dell’interregno in cui ci troviamo. E si, l’interregno del titolo è proprio quello gramsciano.
“La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.” (Antonio Gramsci)
Mattia Salvia, Interregno: Iconografie del XXI Secolo, Nero Edizioni, 2022