«Estremo Oriente», «Medio Oriente», «Vicino Oriente» sono solo alcune delle definizioni coniate nei secoli per identificare le aree geografiche situate ad est dell’Europa. Il termine Oriente, che deriva dal latino oriens (nascere, sorgere) in riferimento al punto dell’orizzonte dove si leva il sole al mattino, era usato già dai romani in epoca classica mentre le espressioni «Medio Oriente» ed «Estremo Oriente» hanno avuto origine da consuetudini della diplomazia inglese e francese intorno alla seconda metà dell’Ottocento.
Oriente è un termine prodotto dalla cultura europea, tanto che il nome della Cina si traduce come Regno di Mezzo, rivelando una percezione geografica del mondo completamente diversa rispetto a quella eurocentrica. Nell’ambito della cultura contemporanea alla parola «orientale» si preferisce l’aggettivo «asiatico» che connota territorialmente e in maniera più precisa tutto il grande continente ad est dell’Europa.
Il termine «Oriente» resta comunque vivo nell’immaginario europeo e sembra mantenere integro quel fascino intriso di mistero e quel senso di lontananza che nel mondo globalizzato di oggi non avrebbe ragione di esistere, ma che pur permane dietro una parola che inevitabilmente richiama alla mente i viaggi degli avventurieri sulla via della seta, l’impero del Gran Khan, le Mille e Una Notte…
Da un punto di vista culturale, l’Asia è sicuramente il più complesso dei cinque continenti. Un patchwork di aree geografiche, politiche e religiose in continua evoluzione in cui storie, lingue e tradizioni millenarie si eclissano e risorgono intrecciandosi, in alcuni casi, in maniera inestricabile. La rassegna all’interno dell’Art Project Space di Villa Ada Festival Roma Incontra il Mondo vuole presentare una selezione di video di artisti provenienti da vari paesi e regioni dell’Asia che offra la possibilità di osservare questo continente in evoluzione con gli occhi dei suoi stessi protagonisti.
Da un punto di vista culturale, l’Asia è sicuramente il più complesso dei cinque continenti. Un patchwork di aree geografiche, politiche e religiose in continua evoluzione in cui storie, lingue e tradizioni millenarie si eclissano e risorgono intrecciandosi, in alcuni casi, in maniera inestricabile. La rassegna all’interno dell’Art Project Space di Villa Ada Festival Roma Incontra il Mondo vuole presentare una selezione di video di artisti provenienti da vari paesi e regioni dell’Asia che offra la possibilità di osservare questo continente in evoluzione con gli occhi dei suoi stessi protagonisti.
La prima parte della rassegna sarà dedicata al Giappone presentando una selezione di film e video documentazioni di performance di artiste nipponiche nell’ambito di The Pink Gaze a cura di Valentina Gioia Levy e promossa congiuntamente dal Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma e il Museo Carandente di Spoleto. La seconda parte dal 14 al 20 luglio vedrà protagonista l’Indonesia con una selezione a cura di Naima Morelli; mentre la terza parte Power Shakes, sotto la curatela di Elena Abbiatici, si concentrerà sul Vicino e il Medio Oriente. Chiuderanno il ciclo Cina e Thailandia (dal comunicato stampa).
Orienti – Visioni contemporanee, diretto da Valentina Gioia Levy, con la collaborazione di Elena Abbiatici e Naima Morelli, Villa Ada Festival Art Project Space. Artisti: Kazuko Miyamoto, Yoko Ono; Krisna Murti, Tintin Wulia, Slave Pianos and Punkasila; Farid Bayan, Arash Irandoust, Haleh Jamali, Hiwa K, Avish Khebrehzadeh, Maziar Mokhtari, Moataz Nasr, Azadeh Nilchiani, Ehsan Shadmani; Li Ran, Liu Wei, Chai Siris. Art Porject Space, Villa Ada, Via Ponte Salario, 28, Roma, 04.07 – 30.07.2014.
Immagini
(cover) Avish Khebrehzadeh, Theater IV – The Unnameable Dream, 2010, olio su gesso e legno, 72 x 48 pollici, con proiezione di video-animazione, 6′ 27″, courtesy Studio Sales di Norberto Ruggeri, Roma (1) Arash Irandoust, On Being God, installazione video, 2013, 24′ 04″ loop, video still (2) Haleh Jamali (con la collaborazione di Monica De Ioanni), Feed, 2012, 3′ 39”+ 7′ 15” loop, HD, stereo, colore, video still 3