Dall’incontro di Donato Piccolo con Maurizio Mochetti, dall’accostamento e dall’intreccio dei loro lavori prende forma «Luce retta, calore freddo, suono visibile», settimo progetto espositivo di Andrea Bizzarro e Matteo Boetti presso gli spazi della loro galleria Bibo’s Place a Todi. Si tratta di due generazioni e due artisti di diversa formazione che hanno lavorato entrambi fuori da ogni schema. Maurizio Mochetti è conosciuto per la sua ricerca sullo spazio nella sua dimensione di infinito, per i suoi interventi sui fotoni per modellare la luce, per il suo impiego di laser e di qualsiasi tecnologia del momento si sia dimostrata in grado di spingere la percezione oltre la soglia del visibile. Nell’ambito di una produzione poliedrica, Donato Piccolo è ormai noto per i suoi fenomeni atmosferici ricreati all’interno di bacheche, veri e propri micro-ecosistemi dove le forze naturali si sprigionano e agiscono seguendo le regole naturali (quelle che si configurano nell’ambiente circoscritto).
Molti dei progetti di Mochetti e di Piccolo nascono da un interesse viscerale per la fisica coltivata in dialogo costante con professionisti del settore, e nel tentativo di raggiungere e visualizzare l’invisibile, quello che vive nel processo dei fenomeni naturali (Piccolo), quello costruito negli spazi di luce (Mochetti).
«Cinetismo, luce, dinamismo, energie elettromagnetiche, elementi naturali e chimici, laser, nessi di causa ed effetto e raffinate tecnologie sono le declinazioni creative attraverso le quali Mochetti e Piccolo supereranno la dimensione fisica dello spazio della galleria, facendone un luogo senza limiti, il luogo in cui le opere d’arte si concretizzano come inevitabili tracce di un’idea e come esigenze di modellare aspetti non modellabili del mondo naturale» (comunicato stampa).
Diversi sono i disegni di Piccolo e Mochetti presentati in mostra, per entrambi passaggio importante nel processo creativo, opera a sé stante e preambolo del progetto finito, dove la fine scrive l’inizio di un’opera viva, soggetta a trasformazioni multiple, tante quante sono quelle dettate dalle condizioni dello spazio, dall’interazione dei visitatori, e dalle intrusioni del caso che ristabiliscono equilibri sempre nuovi.
Significativa, a questo proposito, è l’inclusione, tra i disegni di Mochetti, di quelli presentati nell’ambito della sua prima personale alla galleria romana La Salita nel 1968. All’epoca della mostra, infatti, anteporre la progettualità e il processo all’opera finita, era un gesto del tutto radicale e allora ancora incompreso ai più.
Il confronto di opere che intersecano su alcuni punti comuni ricerche e maturità diverse si sublima in un’opera realizzata assieme per la mostra, sigillo di un dialogo e uno scambio tra i due artisti già da diverso tempo molto acceso. L’opera si consolida attorno ad una cornice che oscilla, avvio di un progetto di Mochetti negli anni Settanta completato oggi in collaborazione con Donato Piccolo che per la cornice realizza un quadro. Dietro alla classicità del paesaggio dove un tornado è in azione, si cela la complicità con Mochetti per fare dell’opera un dispositivo di viaggio con cui attraversare le barriere spazio-temporali. Il quadro e la cornice entrano in una vera e propria sintonia, si fondono e guidano oltre il visibile, oltre il tempo. Impossibile trattenere il ricordo del paesaggio ritratto. Il suo movimento ipnotizza con l’intenzione di astrarci da contenuto e contenitore e condurci nella quinta dimensione.
Maurizio Mochetti nasce nel 1940 a Roma. Nel 1968 esordisce sul palcoscenico artistico romano con la sua prima esposizione personale a Roma dal titolo «Dieci progetti di Maurizio Mochetti» all’ormai storica Galleria «La Salita». Nel 1970 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia cui seguiranno quelle del 1978,1982, 1986, 1988, 1997. Sin dai primi anni ’70 si affaccia sul panorama internazionale partecipando nel 1976 alla Biennale di Sidney, nel 1998 alla XXIV Biennale di San Paolo e nel 1991 alla Biennale Internazionale di Nagoya. Tra le altre importanti partecipazioni ricordiamo: «Vitalità del negativo nell’arte italiana: 1960/70» (Roma, 1970), «Linee della ricerca artistica in Italia: 1960/1980» (Roma, 1981); «Roma anni ‘60» (Roma,1990). Nel 2003 vince il concorso internazionale MAXXI 2per100 per la realizzazione dell’opera «Linee rette di luce nell’Iperspazio curvilineo» collocata permanentemente nell’atrio del MAXXI di Roma.
Donato Piccolo nasce nel 1976 a Roma. Tra le sue principali mostre ricordiamo: Festival dei due Mondi, Casa Romana, Spoleto, 2009; Space Gallery, Bratislava, 2010; 52a Biennale di Venezia, Padiglione Emirati Arabi Uniti, Venezia, 2007; Museo d’Arte Contemporanea, L’Aquila, 2008; Wood Street Gallery, Pittsburgh 2009; MACUF, Museo de Arte Contemporáneo Gas Natural Fenosa, Coruña, 2010; Centre Saint Benin, Aosta, 2010; 54ma Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Venezia, 2011; Boghossian Foundation, Bruxelles, 2012; Stadtgalerie Kiel e Museum Biedermann, Donauschingen, 2012; Georg-Kolbe Museum, Berlino, 2013; Huyndai Beyond Museum, Seoul; MACRO Testaccio, Roma, 2013; Castelluccio di Pienza-La Foce, Chianciano Terme, 2013; Fondation Francès, Senlis, 2014.
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immagini (1 cover) Maurizio Mochetti, Bachem Natter BA 349 B-1944, 1986 (2) Maurizio Mochetti, Proiezioni tempera e carta cm 37 x 49, 1966, photo by Giorgio Benni (3) Donato Piccolo, Progetto per corsa ad ostacoli 190 x 110 cm (4) Maurizio Mochetti, Progetto Luce-Suono, 1967.