A Roma a pochi passi dal Tevere, nel cuore del quartiere Prati, ha la sua sede il Vigamus,diretto dal professor Marco Accordi Rickards, il primo museo italiano ad essere dedicato interamente al videogioco. Il museo nasce con l’intento di ricercare, conservare e divulgare il videogioco e la sua storia valorizzandone la sua natura di innovazione culturale. La sua missione è quella di «fare cultura e rendere il videogioco accessibile a tutti, con una particolare attenzione a chi si avvicina per la prima volta a questo emozionante universo (…) rendendo disponibile un archivio consultabile a tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento, per studio o curiosità[1]». All’interno del museo ritroviamo esposti più di quattrocento esemplari (tra software, hardware, consoles e giocattoli vintage), che ci fanno attraversare la storia dei videogames e dei suoi creatori, il tutto organizzato in sezioni tematiche e con il supporto di pannelli esplicativi che illustrano il contesto in cui sono nati e raccontano alcune curiosità dei suoi autori o in relazione alle tecniche impiegate.
Il materiale, poi, si arricchisce di una speciale magia data dalle parole dell’appassionata figura di Fabio D’Anna (fondatore e responsabile dell’esposizione del Museo che nasce con il primo nucleo della sua collezione) che, durante una visita guidata con l’Accademia di Belle Arti di Roma, ci ha personalmente guidato nel complesso sviluppo e nell’evoluzione quarantennale dei videogiochi.
Scopriamo con lui i vari retroscena di Pong (Atari, 1972) il famoso simulatore di Tennis, le intuizioni tecniche e psicologiche di Space Invanders (Atari, 1978), l’ansiosissimo gioco in cui gli alieni vogliono conquistare la terra, o leggende incredibili come la nascita di Pacman (Namco, 1980) che proprio quest’anno ha compiuto ben 35 anni! «Quante difficoltà per capire il funzionamento di un gioco! Bugs a non finire!». Queste sono le prime impressioni se si prova a giocare a E.T. – Extra Terrestrial (Atari,1982) anche solo per cinque minuti! Eppure questi videogiochi sono dei veri e propri capolavori dell’informatica.
Nelle varie zone tematiche si possono testare anche i vecchi cabinati, o i videogiochi storici e ci si accorge subito di quanto le modalità di gioco si siano trasformate durante il corso della storia. Oggi, infatti dobbiamo dimenticarci sedie e poltrone e bisogna fare un po’ di spazio intorno a noi per permettere ai nemici virtuali di circondarci, per interagire coinvolgendo, oltre alle facoltà intellettive, quelle sensibili e di movimento.Questa nuova esperienza di gioco è testabile all’interno della Oculus Room che Fabio mette a disposizione ai suoi visitatori con tanto entusiamo. Indossato il visore infatti, la stanza si trasforma in un ambiente totalmente effimero abitato da nemici virtuali che stupiscono i sensi di qualsiasi giocatore. Il videogame diventa così un tripudio di forme, colori e suoni a cui hanno contribuito esponenti dal grande valore artistico. Diviene l’insieme di più figure professionali come designer, architetti digitali, scrittori, programmatori animati sempre dal grande spirito ludico.
Alla luce di ciò infatti, di recente il loro valore estetico e culturale è stato riconosciuto da importanti voci istituzionali, come lo Smithsonian American Art Museum (Washington), che nel 2012 mette in scena «The Art of the Videogames», a cura di Chris Melissinos, e il Museo MoMA (New York), che, nel 2013, ha avviato una sezione della sua collezione espressamente dedicata presentando il primo nucleo di acquisizioni nell’ambito della mostra «Applied Design». A Roma, e in Italia, il VIGAMUS è una risorsa preziosa. Preziosi sono i molteplici canali di divulgazione che Fabio d’Anna impiega per incontrare un pubblico vasto offrendo l’opportunità di conoscere giocando e interagendo direttamente con i lavori, oltre ad accedere ad un materiale d’archivio molto ricco. Da qualche tempo è inoltre anche possibile laurearsi con il programma triennale Vigamus Academy, attivato dal museo nel 2014 e diretto a tutti coloro interessati a seguire una carriera professionale nell’ambito dei video giochi.
Museo del Videogioco, Roma
[1] Dalla missione del Vigamus online – visita la pagina www.vigamus.com