La mostra alla Serpentine Gallery di Londra, Das New Yorker Atelier, Abridged, presenta il lavoro degli ultimi due anni di Wade Guyton, esploratore del paesaggio digitale che impiega, in maniera del tutto originale, immaginario e strumenti digitali per imprimere il paesaggio in una nuova dimensione pittorica. Immagini riprese dal quotidiano tecnologico, catturate via cellulare, attraverso snap shots di desktop o scansionate, sono elaborate digitalmente (con Photoshop o Word) e stampate su materiali ‘altri’ da quelli predisposti per la stampante Epson Stylus Pro 9600 inkjet, generalmente impiegata per i grandi formati.
Così fogli di lino piegati in due sottopongono la stampa ad inevitabili errori della macchina, interruzioni, alterazioni nella densità dell’inchiostro, distorsioni dell’immagine e così via. L’induzione dell’errore lascia spazio alla macchina e alla sua espressività, stravolge l’algoritmo, lo mette di fronte all’imprevisto concretizzato nella materia della tela.
Il paesaggio digitale comprende anche i suoi strumenti – tanto le superfici elettroniche, quanto quelli impiegati per la stampa. Anche lo studio dell’artista, a cui il titolo fa riferimento, diventa materiale ed è sempre presente, proprio come nella sua prima retrospettiva in Italia, al Madre di Napoli, dove le immagini stampate originavano da un periodo di residenza e a stretto contatto con la città di Napoli.
Il paesaggio digitale che si è ormai sedimentato nel nostro corpo epidermico e genetico è rappresentato attraverso le sue stesse superfici visive (quelle del mondo concretizzato in immagini) e meccaniche, quelle della funzionalità della macchina. Superfici elettroniche, superfici della tela e superfici del paesaggio digitale si riflettono uno con l’altro lasciando tracce frammentarie di sé. «.. the world appears here less as a full-fledged presence than an elusive ghost».
Questa ‘viscosità’ (Morton) del mondo e degli oggetti, e del loro coincidere con il flusso dell’informazione è il filtro di cui si è ricoperta la ‘realtà’ rendendola tanto più vicina quanto più inaccessibile. «Standing in front of these works – afferma Alex Kitnick nel saggio che accompagna la mostra – one is often unsure whether one is encountering a presence or a void, a glow or a fade, a vertical or horizontal surface»(p.16). Imprimerla direttamente sulla tela può essere un espediente possibile per rappresentarla in tutta la sua opacità e vicinanza. L’induzione dell’errore ne caratterizza il suo profilo con le sue molteplici conflittualità.
La realtà dei lavori Guyton si estende tra il mondo liquido e quello fisico, dallo studio in cui i lavori sono prodotti, al luogo ospitante, ai mezzi adottati per produrli. Il libro d’artista che accompagna la mostra diventa documento-contenitore delle immagini dei lavori ed estende la mostra e il lavoro di Guyton fuori dal tempo di mostra. L’edizione a stampa è trattata come strumento privilegiato, un piccolo gioiello espresso nella cura estrema per la scelta della carta, del formato, e dei saggi del critico e storico dell’arte Alex Kitnick e di Flame, collaborazione tra gli artisti Taslima Ahmed e Manuel Gnam.
Wade Guyton. Das New Yorker Atelier, Abridged, Serpentine Galleries, London, 29.09-08.02.2017
immagini: (cover 1) Wade Guyton, Installation view, ‘Das New Yorker Atelier, Abridged’ Serpentine Gallery, London (29 September 2017 – 8 February 2018) Courtesy of the artist. Photo: James Campbell (2) Wade Guyton, Untitled, 2016, Epson UltraChrome K3 inkjet on linen, 325 x 275 cm, © Wade Guyton, Courtesy of the artist, Photography: Ron Amstutz (3) Wade Guyton, Untitled, 2016, Epson UltraChrome K3 inkjet on linen, 325 x 275 cm, © Wade Guyton, Courtesy of the artist, Photography: Ron Amstutz (4) Wade Guyton, Untitled, 2016, Epson UltraChrome K3 inkjet on linen, 325 x 275 cm, © Wade Guyton, Courtesy of the artist, Photography: Ron Amstutz (5) Wade Guyton, Untitled, 2015, Epson UltraChrome HDR inkjet on linen, 213.4 x 175.3 cm, © Wade Guyton, Courtesy of the artist, Photography: Ron Amstutz (6) Wade Guyton, Installation view, ‘Das New Yorker Atelier, Abridged’ Serpentine Gallery, London (29 September 2017 – 8 February 2018). Courtesy of the artist. Photo: James Campbell