Qualche mese fa, in pieno lockdown che tutti ricorderemo un giorno con i nostri figli o parenti o amici o conoscenti d’ogni sorta, ebbi l’imprudenza di scrivere una serie di piccoli racconti sull’arte contemporanea e, tra questi, un breve passatempo sulla fantomatica Galleria Buongiorno Arte Contemporanea che qualcuno, nella storiella, chiamava allegramente Galleria Belladinotte perché soltanto all’imbrunire si animava con spettacoli entusiasmanti.
Il piacere di scoprire che in provincia di Chieti dallo scorso 3 settembre il comune di Montebello Sul Sangro ha aperto i battenti al percorso Buonanotte Contemporanea (un «progetto inedito e interdisciplinare ideato da CASaA architetti», e cioè da Fabio Armillotta, Carmela Palmieri e N. Marco Santomauro) per tonificare, attraverso il presente dell’arte, un antico borgo che si chiama Buonanotte, antico nome appunto di Montebello Sul Sangro (si invita il lettore a scorrere per qualche minuto il sito web buonanottecontemporanea.com), mi lascia ancora un po’ incredulo e sorridente, nonostante sia andato di persona a guardare, in compagnia della curatrice Maria Letizia Paiato e dell’ufficio stampa Marcella Russo, gli incanti prodotti da una squadra di artisti – Vincenzo Marsiglia, Jasmine Pignatelli e Artan Shalsi – che hanno saputo armonizzare, con interventi intelligenti, l’arcaico all’attuale.
Le loro opere infatti, a suggerirlo è Paiato, «dialogano con i ruderi del borgo, con il logorio del tempo e con la surreale assenza della figura umana, per concorrere alla realizzazione di un percorso sperimentale, poetico e sicuro, in cui la ricerca artistica risponde in modo strutturale alle esigenze architettoniche di consolidamento del borgo».
Parole d’ordine di questo elegante progetto sono “ecologia”, “identità”, “contaminazione”, “arte”, “natura”, “architettura”, “cura”, o meglio “prendersi cura”, secondo l’accezione proposta da Platone nel Πολιτικός: esposizione in termini di un itinerario metaforico che si fa forma creativa mediante le forze urgenti dell’arte e dunque grazie al preciso lavoro di riqualificazione estetica. Qui, oggi, tra i silenzi di case che guardano e di strade che ricordano, possiamo incontrare Kaleidoscope di Vincenzo Marsiglia, A Broken Line di Jasmine Pignatelli e BN_L_AIFE_20_295 di Artan Shalsi, opere permanenti, segni di tecnologie taglienti che si stagliano nel paesaggio per convivere nel luogo e condividerne un nuovo destino.
«Il patrimonio di una città, di una regione, come di una intera nazione non è fatto solo di grandi monumenti, ma soprattutto dell’architettura dove si vive, si lavora, ci si incontra quotidianamente», si legge nel concept del progetto, «un progetto», ancora, «dove architettura e arte possano rendere attrattiva Buonanotte per future esperienze turistico-culturali, collocandosi in forma permanente nel percorso del Borgo».
In questo piccolo centro, tra la Maiella e il lago di Bomba, è oggi dunque possibile percepire qualcosa di nuovo: forse che il sogno dell’avanguardia, quello appunto di cambiare con l’arte la vita, si stia realizzando proprio a Buonanotte?
Un nulla ristretto