Nel 1968 l’Institute of Contemporary Art di Londra organizza “Cyber Serendipity”, citata in molta letteratura e saggistica come una delle prime mostre istituzionali a mettere in relazione le potenzialità del computer e della nascente ‘cibernetica’ con arte, musica e poesia.
La mostra era strutturata in tre aree differenti: la prima dedicata alla grafica generata dal computer, film, musica e poesia. La seconda riservata ad alcuni derivati della cibernetica, come installazioni interattive, robot e painting machines. La terza area è dedicata alla didattica con l’intento di spiegare cosa sia la cibernetica e per dimostrare alcune modalità di applicazione dei computer.
Tra gli artisti, Nam June Paik, Jean Tinguely, John Cage e Lowell Nesbitt hanno esposto una serie di dipinti monocromi ritraendo i computer dell’IBM, azienda sponsor del progetto.
In occasione della mostra Gustav Metzger realizza il progetto Five Screens with Computer, un disegno per un nuovo ospedale, una struttura programmata al computer e una coreografia di danza.
Nel giugno 2012, la galleria della prestigiosa Anglia Ruskin University, un tempo la Cambridge School of Art, a quaranta quattro anni dalla storica Cyber Serendipity, e in occasione del centenario dalla nascita del famoso matematico Alan Turing, la galleria presenta una mostra che mette in relazione poesia, linguaggio e codice informatico, così come questi sono stati appropriati dagli artisti per le loro creazioni nelle formulazioni e con i risultati più vari.
Ancora una volta la mostra Cyber Serendipity torna in primo piano. Il progetto è infatti anche un omaggio al lavoro della Cambridge Language Research Unit da dove Margaret Masterman e Robin McKinnon hanno rilasciato il loro primo computer based poem al mondo. Anche il lavoro e la memoria di Gustav Metzinger tornano in uno scritto inedito degli anni Cinquanta e protagonista del progetto di Cambridge.