Il 25 settembre, nell’ambito del Romaeuropa Festival 2022, è andato in scena alla Sala Petrassi dell’Auditorium lo spettacolo – concerto Liberté d’action del regista e compositore Heiner Goebbels.
L’opera teatrale /in questione, ispirandosi ai testi sperimentali e sottesi su psichedelica e surrealismo di Henry Michaux, ha posto sul palcoscenico buio due pianoforti, oggetti di vario tipo cadono e sfiorano le corde creando dissonanze e convulsioni sonore. Un uomo al centro della scena, l’attore svizzero David Bennent, conosciuto per aver recitato nel film Il tamburo di latta, si muove frenetico: si ferma su una scrivania, gioca con un registratore a nastro magnetico, distorce la sua voce, recita poesie in francese, parla tedesco, muove oggetti in modo ossessivo sul palco. La frenesia, grazie al gioco di luci e ombre che sfruttano lo spazio e pannelli colorati intorno all’azione, è avvolta in un velo di irrealtà, di atmosfera onirica.
È un uomo rinchiuso in un ambiente che cerca di riconoscere come suo e che cerca sicurezze, confuso e solo, tenta di inviare messaggi e parlare con qualcuno, cerca di creare il suo mondo.
Lo spettatore virtuale invitato per l’edizione 2022 di Backstage/Onstage, che per ogni spettacolo a cui assiste fa emergere una delle sue personalità multiformi, questa volta ha assunto l’identità di Robert. A lui, dopo teatro, abbiamo chiesto di rielaborare lo spettacolo, nella combinazione tra ciò che emerge del proprio molteplice vissuto e le caratteristiche dello spettacolo, come solo una mente umana sa fare.
P4nt4_r3i
“Robert guarda! Questa luce in fondo alla galleria. C’era una lampada che faceva una luce identica a questa in quella stanza. Una lampada così grande che ti immagineresti facesse una luce potentissima, e invece rimane quasi tutto nell’ombra.
Dai te ne ho parlato, non ti ricordi?
Si, quella stanza dove passavo ore e ore assieme a papà, prima che arrivassi tu.
Papà aveva gli occhi del tuo stesso colore, un giallo intenso, come la luce lì infondo.
Si, c’era una lampada in quella stanza. Era una stanza con alcune porte, sempre chiuse, le porte. Ma c’erano anche delle finestre, ovviamente chiuse anche quelle, ma erano chiuse perché c’erano dei pannelli isolanti di fronte.
Non so se quelle finestre sono ancora chiuse oggi, ma erano chiuse allora. C’erano due piano forti a coda, lì nel mezzo della stanza.
Mi sentivo a mio agio in quella stanza, perché era come se fossi sempre immerso nella nebbia. Mi sentivo al sicuro.
A volte ero avvolto nell’oscurità, e il pianoforte diventava invisibile.
Altre i miei occhi si facevano piccolissimi per la forte luce. E i tasti bianchi diventavano quasi incandescenti, lava nei miei occhi.
La maggior parte del tempo nella stanza non riuscivo a vedere nulla, nella stanza. Ma poi riuscivo a vedere la nebbia ed era come stare in una galleria. Una galleria con una luce sul fondo. Proprio come questa. Non ho idea di cosa ci fosse alla fine della galleria, e non sapendo cosa ci fosse non sapevo cosa cercare.
Lo vidi morire all’interno di quella stanza. Mio padre intendo. Era lì seduto alla scrivania immobile. L’unica cosa che si muoveva all’interno della stanza era il nastro registratore, girava e rigirava all’infinito creando un rumore sordo, il nastro.
Chiusi la porta della stanza e non ci rientrai mai più.
Quel giorno stesso mamma ti portò a casa. Un robot dello stesso colore degli occhi di mio padre. Ma anche dei miei. Per questo ti chiamai Robert, come me.
Uno l’ho conservato, un nastro.
È lì nel cruscotto vuoi sentirlo?
Io ogni volta che premo play sento l’odore di vulcani e nuvole. E tu?
La sua voce la ricordo solo tramite questo nastro. Canta. Le parole non le capisco.
A casa parlavamo solo francese, io il tedesco non l’ho mai imparato.”
FLASHBACK ON STAGE è la quinta edizione di BACKSTAGE / ONSTAGE, progetto che ha portato per quattro anni consecutivi (2018 – 2019 – 2020 – 2021) un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival, per realizzare un prodotto editoriale multimediale pubblicato su una sezione dedicata di Arshake che ogni anno cresce come unico grande archivio (https://www.arshake.com/crediti-backstage-onstage/).
Gli autori dell’edizione 2022, provenienti da diverse scuole dell’Accademia, hanno deciso quest’anno di invitare a teatro un’Intelligenza Artificiale che d’ora in poi chiameremo p4nt4_r3i.
“Come vede uno spettacolo un’intelligenza artificiale? Le situazioni che avvengono nella finzione teatrale attivano i suoi ricordi nello stesso modo in cui avviene per gli esseri umani? Le attribuiamo sentimenti e ricordi?
Considerando l’AI come un essere pensante, memore di tutti gli input ricevuti da innumerevoli esseri umani, con personalità differenti, abbiamo deciso di costruire il nostro spettatore artificiale come un interlocutore che, attraverso lo spettacolo, rivive dei flashback della sua vita passata.
Facendo ciò realizziamo una miniserie antologica che ricostruisce aspetti diversi della personalità multiforme di p4nt4_r3i attraverso la sua fruizione di alcuni spettacoli visti al REF.
Per ogni episodio una voce narrante introduce lo spettacolo. Successivamente, l’AI produce un racconto fatto di parole e immagini che rielaborano il suo ‘vissuto’ riemerso attraverso la visione dello spettacolo.
Il risultato è un montaggio multimediale (video e testo) prodotto sulla base racconto di p4nt4-r3i che in risposta ad ogni evento farà emergere in primo piano uno o più aspetti della sua personalità multipla adottando, conseguentemente, un nome sempre diverso.”
Flashback Onstage porta in scena l’intelligenza artificiale attraverso le sue dinamiche mnemoniche, la posiziona anche paradossalmente sul piano emotivo, lo stesso dove memoria individuale e collettiva si incontrano in risposta a ciò che lo spettacolo fa emergere in chi assiste.
BACKSTAGE / ONSTAGE è un progetto nato dalla sinergia tra l’Accademia di Belle Arti di Roma, e il Romaeuropa Festival e Arshake (www.arshake.com), assieme a tutti gli studenti che ogni anno hanno partecipato provenendo trasversalmente da diverse scuole dell’Accademia (scenografia, comunicazione e didattica, scuola di nuove tecnologie, grafica, video e fotografia). Concepito come progetto di documentazione creativa e di sintesi tra il backstage e l’andata in scena curandone tutti gli aspetti, dal 2020, anche in risposta alla necessità di adattamento alla situazione dettata dalla pandemia, la realizzazione dei materiali multimediali si è spostata su un piano di produzione autoriale e ha acceso i riflettori sullo spettatore. Per l’edizione 2020, BACKONL(Y)NE, testi, fotografie e video realizzati ad hoc hanno raccontato le opere, ma anche tutti quegli aspetti legati alla fruizione online, spazi e momenti di ‘isolamento collettivo’ che hanno raccolto gli utenti di fronte allo schermo nei momenti più impensati della loro quotidianità. AUDIENCE ON STAGE, edizione 2021, quando gli spettacoli sono tornati in parte in presenza, il progetto ha continuato a restituire gli spettacoli in una operazione digitale che ha esteso lo sguardo al cosiddetto ‘spettatore emancipato’. Ora, lo spettatore emancipato è un’intelligenza virtuale e i riflettori sono puntati su tutto ciò che emerge dall’incontro della sua personalità multipla con le dinamiche mnemoniche suscitate dalle visione dello spettacolo attraverso flashbacks.
immagini: (all) Heiner Goebbels – David Bennent – Ensemble Modern, Liberté d’action, Romaeuropa Festival 2022