Ignasi Monreal è un giovane artista dallo slancio creativo trasversale. Murales realizzati in diverse città del mondo – New York, Chicago, Parigi, Roma (in questa occasione si era trattato di un murales animato realizzato per il Museo Vittoriano), partecipazioni a progetti editoriali, tra i quali una cover story dipinta con iPAD per VOGUE e un libro di moda realizzato per Gucci, la regia di alcuni video musicali. Questi sono solo alcuni assaggi di una personalità creativa perfettamente integrata nel mondo del design, della moda e del lusso, dove ha generato prodotti seducenti ma anche ricchi di significato e aperti a letture molteplici.
Per la personale allo Studio Stefania Miscetti, a cura di Dobrila Denegri, la sua scultura Hypercube accoglie nello spazio come una sorta di Totem contemporaneo. L’atmosfera è magica, irradiazione di un rituale al crocevia tra Oriente e Occidente. Realizzata in collaborazione con Jack Wooley, artista e ceramista londinese e con Bernardo Moleòn, ex strategic planner della Apple, la scultura prende la forma di un iper-cubo, sintesi in tre dimensioni della quarta, concretizzazione della presenza fisica di internet.
Le ceramiche che rivestono e strutturano la scultura sono ispirate alla tradizione spagnola ma anche alla modernità, delicata sintesi di tradizione, religione, e high tech, un coro iconografico a celebrazione dell’ascesa della connessione 5G. Il totem racchiude infatti un router, porta da accesso ad internet, oggetto che perde la sua visibilità nell’uso quotidiano. Ora, è illuminato di una luce ‘aurea’ che rende la sua presenza inquietantemente vitale, accendendosi pulsando, ogni qual volta il pubblico si connette al WIfi.
«Frictionless è una delle parole più utilizzate nella Silicon Valley» – Così inizia il saggio di Dobrila Denegri del catalogo che accompagna la mostra, concepito esso stesso come oggetto di design. Senza attrito, senza problemi, questo il suo significato. Perché internet è tanto più invisibile quanto più efficace è il suo scivolare nella vita di tutti i giorni. Il totem restituisce all’oggetto visibilità e gli conferisce un’aura di sacralità. Da un’idea concepita da Ignasi cinque anni fa ispirata ad un’idea di Bernardo Moleòn, precedentemente strategic planner della Apple, il progetto è stato realizzato in collaborazione con un ceramista per concretizzare un discorso dove tradizione e modernità convergono al centro della contemporaneità digitale attraverso la sua invisibile, indispensabile porta di accesso.
Nell’intervista a Dobrila Denegri Ignasi racconta di come il lavoro avesse tratto ispirazione da una varietà di fonti, e di come probabilmente quella più determinante fosse stata l’Aziziye Camii, una moschea situata a Stoke Newington a Londra, di fronte al suo studio, ex cinema trasformato in una Moschea dalla facciata interamente ricoperta di piastrelle dipinte a mano, illuminata dalla luce al neon che circonda tutto l’edificio.
Ora la struttura iper-cubica della scultura diventa tempio del router. Si pone al centro dello spazio e al crocevia tra tradizione, modernità e religione per come queste hanno scolpito le loro fedi ciascuna attraverso le proprie armi iconografiche. Corale è il lavoro che ha portato a questo progetto, oltre alla collaborazione dalla quale è nato, nell’insieme dell’agire effimero di chi si connette, indispensabile perché il lavoro si completi di senso, e del lavoro manuale della tradizione artigiana, che nel suo fare contrappone un tempo ‘altro’ da quello distratto e iper-connesso di internet.
IGNASI MONREAL con Jack Wooley e Bernardo Moleón, «MI MANCHI COME IL WIFI»
Studio Stefania Miscetti, Roma, 11.10 – 16.11.2019
immagini: (all) IGNASI MONREAL – MI MANCHI COME IL WIFI, exhibition view, Studio Stefania Miscetti, Roma