Cristina Costanzo: Quando hai iniziato a lavorare con il video e con l’audio? Quali sono stati i tuoi primi progetti e in che modo si è evoluta la tua ricerca in questi anni?
Federico Lupo: Intorno al 2005, una serie di video in bianco e nero che molto doveva alla fascinazione per il cinema d’animazione est-europeo, segna l’inizio della mia ricerca. Iniziai da subito a lavorare ad una narrazione circolare attraverso brevi loop, elemento che caratterizzerà tutta la mia ricerca. Assecondando l’inclinazione per l’accumulo di minimi segmenti di storie approdo all’uso esclusivo del found-footage, lavorando parallelamente – necessariamente – su materiale sonoro seguendo la stessa direzione, attraverso campionamenti e registrazioni ambientali. Da qualche anno lavoro in maniera analoga su frammenti audiovisivi analogici e digitali. I processi di conversione dei file, la compressione, la conseguente perdita di dati, sono in larga parte simili ai processi mnemonici.Il logorio dei documenti in formato analogico è capace di generare una forte empatia, un canovaccio che l’arte contemporanea (così come la musica o il design) ha setacciato allo sfinimento, generando nostalgia in kit di montaggio. I video su youtube, così come i filmati generati da cellulari e webcam, hanno settato di volta in volta nuovi standard per le nostre memorie, operando – a causa di strumenti divenuti obsoleti nel giro di pochi anni – una sensibile riduzione della distanza necessaria a trasformare il presente in memorie visive. Ciò che trovo interessante è l’estrema riduzione temporale di questo processo.
La tua produzione è orientata all’eterogeneità dei mezzi espressivi che includono la ricerca audio e video senza tralasciare alcuni interessanti progetti legati all’editoria. Diversi aspetti della tua sperimentazione sono riconducibili al medesimo approccio metodologico che si sviluppa dall’archivio al collage e viceversa attraverso il taglia e incolla di una serie di frammenti che assumono un significato nuovo e autonomo rispetto alla traccia originale. Come si sviluppa il tuo modus operandi rispetto a questi nuovi progetti artistici?
I progetti editoriali cui fai riferimento (come gli ultimi Sintesi dei metodi tradizionali dell’universo e Topics, scenes, or Situations) e la ricerca in campo audiovisivo camminano su binari paralleli.Opero lasciando molti progetti aperti, penalizzando di fatto la possibilità di pianificare organicamente il lavoro. Portrait, ad esempio, è un video che solo di recente ho sposato ad una traccia audio che ho ritenuto necessaria. Un loop di micro-campionamenti da una cassetta ‘pirata’ di musica napoletana è la colonna sonora di un ritratto di bimba dormiente, immagini sezionate da uno dei milioni di video presenti su Youtube in cui adolescenti descrivono la loro routine quotidiana.
Tendo ad accumulare materiale che sedimenta persino per alcuni anni, familiarizzo con immagini e suoni fino al punto di spegnere ogni momentanea fascinazione, fino a dimenticarmene. Lascio che riaffiorino lungo delle suggestioni combinatorie.
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Recentemente ti sei dedicato alla realizzazione del video come supporto visivo per il brano Los Delegados di Bossa Luce, stampato in vinile da Direct Cut. Come è nata e si è evoluta questa collaborazione?
La collaborazione è nata dal rapporto di stima ed amicizia con i creatori di Direct Cut, label che porta avanti una ricerca che attraversa musica ed editoria. Los Delegados è tratto da ‘Cicli siderali verso l’annientamento’, LP edito ad ottobre dello scorso anno, un album cupo le cui sonorità sono ascritte al suono di band come Throbbing Gristle, Factrix e Suicide. Il video è anche in questo caso una sorta di collage nato da un’epifania, un dettaglio di pochi secondi smembrato da un vecchio programma televisivo dell’Est-Europa.
Nel 2014 Incoming Message Cassette / Doriano è stato selezionato per Helicotrema Recorded Audio Festival. Parlaci di questo lavoro.
Da anni colleziono supporti magnetici registrati: nastri di segreterie telefoniche, lezioni universitarie, comizi, registrazioni di interrogatori, conversazioni tra radioamatori. E’ davvero impressionante la quantità di tracce audio, a volte molto intime, abbandonate ad un destino incerto con il passaggio ai sistemi di registrazione digitale. Il nastro è stato acquistato insieme alla vecchia segreteria telefonica che lo ospitava. Dai molti messaggi incisi era possibile ricostruire la biografia del proprietario, ma trovai particolarmente interessante il ruolo del padre, una voce dall’accento siciliano che copriva il 50% della durata del nastro. Tagliando e incollando i messaggi, la registrazione ha preso una piega inaspettatamente emotiva, una sorta di trattato sulla solitudine domestica.
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Questa registrazione è la conversazione tra un uomo ed un nastro magnetico. Sottolinea la tendenza a custodire i nostri fardelli dentro piccole macchine.
A breve Von Holden Studio, spazio dedicato alle arti contemporanee da te fondato a Palermo, ospiterà SPETTROGRAMMA, una serie di incontri dedicati all’ascolto di tracce audio. Come nasce, chi coinvolge e in cosa consiste questo appuntamento con l’audio e le sue possibilità inesplorate?
E’ un progetto ancora in fase di costruzione, ma l’ossatura è già solida. Si tratta di una ricerca attraverso il potere della voce, una serie di appuntamenti dedicati all’ascolto di opere e documenti davvero molto distanti: dalla poesia di Patrizia Vicinelli (grazie al supporto del regista e documentarista Mario Gianni autore del seminale ‘Errore di Gruppo n.1’), agli esperimenti eseguiti dal Centro Psicofonico di Grosseto, alle riprese effettuate dal giornalista Rino di Stefano durante la seduta di ipnosi regressiva cui fu sottoposto Pier Fortunato Zanfretta nel 1979, passando per ‘Lezioni di Tenebre’ della compositrice Lucia Ronchetti, sino ai progetti di Tothi Folisi e Canecapovolto. Inoltre due playlist saranno dedicate a Radiofonica (curato da Alessandro Bosetti ed Anna Raimondo) ed Helicotrema (curato dal collettivo Blauer Hase), festival italiani che indagano diverse forme di ascolto. Altro materiale è in fase di organizzazione e in alcuni casi di restauro. Programmaticamente non sono previsti incontri, dibattiti o commentari di alcun tipo, preservando la dimensione privata dell’ascolto.
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Bossa Luce, Los Delegados, music by Vincent E. F., video by Federico Lupo, direct Cut, 2014
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Novanta, Windows, Music by Novanta, video by Federico Lupo
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Giampiero Riggio, Moths invasion, video by Federico Lupo, written and recorded by Giampiero Riggio, cello by Aldo Ammirata Seashell Records, 2013
immagini (1 cover) Federico Lupo – senza titolo (2) Federico Lupo. estratto dall’installazione Antologia Minima (3) Federico Lupo – Portrait. 2013-2015 (4) Federico Lupo – Incoming message cassette. doriano (photo @ Noemi La Pera).