A breve, apre al pubblico online il progetto di Residenze Digitali dove gli artisti dei sette progetti selezionati da 178 domande, si sono incontrati per sperimentare la contaminazione tra performing arts e ambiente digitale in dialogo con professionisti del settore.
Si tratta del risultato di un percorso che ha cercato e trovato nello spazio digitale vicinanza e scambio. Le difficoltà del momento si sono trasformate grande potenzialità. Luca Ricci che, insieme a Lucia Franchi è co-direttore di CapoTrave/Kilowatt e che, con Armunia, ha lanciato e coordina il progetto di Residenze Digitali, racconta come, mentre gli artisti si preparano prima di aprire il sipario sul loro lavoro.
E.G.Rossi: Il programma di residenze online arriva ora alla seconda edizione. Il Festival Kilowatt e tutti gli enti partner di questo progetto sono da tempo attivi con progetti di residenze nello spazio fisico. Lo spazio digitale è certamente molto distante da quello del teatro, tanto in termini di preparazione quanto di andata in scena. Cosa vi ha stupito di questa nuova esperienza?
Luca Ricci: Premetto che le residenze in presenza continuano ad esistere, fatta eccezione per il frangente temporale del periodo del primo lockdown. Questo è vero per noi, ma anche per le realtà partner, tutte altrettanto attive su questo fronte. Il progetto di Residenze Digitali è nato nel 2020 per rispondere alle esigenze del momento.
Noi ci siamo sempre occupati di arti performative con un legame molto forte con lo spazio fisico e con il territorio. La situazione della pandemia ha aperto gli occhi su questa realtà della creazione in digitale ed è stata l’occasione per entrarci dentro. Noi ci siamo mossi e ci muoviamo come neofiti, come esploratori che cercano di imparare le regole e come muoversi. Proprio in questo essere neofiti abbiamo trovato il punto di forza.
Quali sono le difficoltà e le opportunità che avete incontrato?
Ci siamo trovati di fronte a problematiche del tutto nuove. Nelle attività nello spazio fisico, un problema può essere la lampada che si fulmina, per fare l’esempio più banale; nelle dinamiche del lavoro online, invece, il corrispettivo di questo può essere il numero di giga necessario a trasportare e a far circolare un progetto nella rete. Questi sono esempi tecnici ma ce ne sono anche di più strettamente correlati all’aspetto artistico. Noi abbiamo imparato molte cose da artisti abituati ad abitare lo spazio digitale e ci siamo offerti come banco di prova per loro, mettendoci nei panni degli spettatori e testando tutto ciò che chi è abituato ad operare in questi spazi dà necessariamente per scontato. I problemi e le difficoltà portano sempre su sentieri inesplorati e si rivelano una grande opportunità.
Avete avviato il programma di residenze digitali nel primo anno di pandemia. Cosa avete cambiato nel breve termine, forti della prima esperienza?
Innanzi tutto, abbiamo ampliato la nostra rete di partner per poter dare anche un sostengo economico più significativo agli artisti. Il progetto, promosso dal Centro di Residenza della Toscana (Armunia – Capo Trave/Kilowatt) è realizzato, infatti, in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, la Cooperativa Anghiari Dance Hub, ATCL – Circuito multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini, il Centro di Residenze dell’Emilia – Romagna (Arboreto di Mondaino e Corte Ospitale di Rubiera), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova e Zona K di Milano. Nove realtà e tutti spazi che accolgono residenze nello spazio fisico.
Abbiamo rafforzato il supporto dei tutor agli artisti che già si avvaleva del contributo di studiose ed esperte di contaminazione tra performing arts e cultura digitale. Ad Annamaria Monteverdi e Federica Patti, si è aggiunta quest’anno Laura Gemini. La loro presenza offre un valore aggiunto agli artisti, per l’aspetto tecnico, ma anche per tutto ciò che riguarda il rilancio artistico del loro lavoro. Abbiamo beneficiato anche noi del loro affiancamento. Ci hanno aperto la mente sulla storia del digitale e sulle sue tante potenzialità.
Altro aspetto che abbiamo implementato è il tempo di residenza, ora esteso a sette mesi, due in più dello scorso anno, cadenzati da incontri regolari di confronto tra artisti, tutor e noi, durante i lavori in corso. Lo scambio e questo confronto sono stati di mutuo beneficio perché ci siamo posti noi stessi come spettatori.
Costruttivo è stato anche lo scambio di un equilibrato mix tra artisti che hanno un’esperienza solida nello spazio fisico ma che intendono sperimentare il digitale e artisti che invece sono assolutamente a loro agio nello spazio virtuale. Per questi ultimi, il confronto con noi neofiti è risultato molto utile nel ricevere riscontro su molte cose che si danno abitualmente per scontate.
Abbiamo parlato del rapporto con gli artisti, il lavoro, lo spazio e il processo creativo. Arriviamo ora al pubblico… Quale pubblico cercate online e come vi ponete?
Intanto c’è da premettere che parliamo di ‘residenze’, quindi di work in progress. Il risultato di questi processi creativi, va considerato in quest’ottica, anche se il più delle volte il lavoro presentato al pubblico è finito.
Quest’anno abbiamo deciso di stabilire un rapporto con il pubblico ben definito. Lo abbiamo responsabilizzato con il pagamento di un biglietto di tre euro. Ci sembrava importante dare questo segnale per restituire valore al contenuto e all’esperienza della visita online. Non vogliamo generalizzare sostenendo che tutto ciò che viene distribuito gratuitamente non abbia valore, anzi. Ci sono progetti bellissimi che nascono appositamente per essere fruiti online e gratuitamente. E questo va benissimo. Però, noi veniamo dalle performing arts e, in questo contesto, era importante selezionare l’interesse di chi intendesse seguire gli eventi da vicino, lasciando comunque un prezzo che lo renda accessibile.
Con questo spirito, il materiale viene poi reso disponibile in rete limitatamente al tempo di durata dell’evento, cioè dal 22 al 28 novembre 2022. Questo ci impegna a fare un lavoro di promozione e comunicazione dell’evento molto più strutturato, andando ad accendere l’interesse delle persone, non contando il numero di accessi sul passaggio casuale del pubblico. Questo significa per noi anche spostare la comunicazione nello spazio virtuale, appoggiandoci a riviste online che abbiano un’utenza già familiare con questo tipo di spazio.
Cosa si deve aspettare un pubblico curioso e anche avvezzo a navigare in rete non necessariamente esperto di performing arts?
Il pubblico si aspetti di essere stupito, cioè di incontrare spazi creativi, contenuti e metodologie davvero stimolanti, innovative, con esperimenti affascinanti, spesso anche divertenti. Direi agli spettatori di fidarsi del progetto nel suo complesso e di comparsi un biglietto per almeno due o tre eventi, mettersi comodo davanti al computer o a una smart tv e prepararsi a scoprire come la creazione di performance nello spazio digitale possa essere affascinante.
L’intervista a Luca Ricci è stata realizzata all’interno di una Media Partnership tra Arshake e Residenze Digitali.
Residenze Digitali, 22 – 28 novembre, 2021
Potete visitare qui il sito per il calendario aggiornato degli eventi
Biglietti disponibili su Liveticket
Artisti: Chiara Taviani, Jan Voxel, Giacomo Lilliù/Collettivo ØNAR e Lapis Niger, Margherita Landi e Agnese Lanza, compagnia fuse*, Lorenzo Montanini, Mara Oscar Cassiani
Progetto promosso dal Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, la Cooperativa Anghiari Dance Hub, ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini, il Centro di Residenza dell’ Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, La Corte Ospitale di Rubiera), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova e ZONA K di Milano. Tutor di progetto – le studiose Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e Federica Patti.
immagini: (cover 1) Luca Ricci. photo Andrea Settanni (2) Residenze Digitali 2021, poster (3) Lorenzo Montanini, Simona di Maio, Isabel Albertini, «La finta nonna», 2021 (4) fuse*, «Sal|Rite Studio 0.2», 2021 (5) Jan Voxel, «The Critters Room», 2021 (6) Chiara Taviani, «Whatever Happens in A Screen Stays in a Screen», 2021 (7) Mara Oscar Cassiani, «I Am Dancing in a Room_ La Fauna 2k21», 2021 (8)Margherita Landi e Agnese Lanza, «Dealing with the absence», 2021 (9) Giacomo Lilliù e Lapis Niger, WOE – Westage of events, 2021