Si è da poco conclusa la quinta edizione del Live Cinema Festival negli spazi del Palazzo delle Esposizioni a Roma. La prima edizione si era svolta nel 2014 in periferia, nel Teatro del Quarticciolo. Di edizione in edizione il Festival ha trovato sempre più spazio nelle istituzioni, punti di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea a Roma. Dal Teatro del Quarticciolo, passando per la piazza di San Lorenzo e per il MACRO (che ha ospitato ben due edizioni), fino alla consacrazione del Palazzo, uno dei tanti meriti del Festival e dei suoi organizzatori (Gianluca del Gobbo in primis) è quello di essere cresciuti sia come pubblico che come visibilità senza ridiscutere le fondamenta del festival stesso ovvero la ricerca e la qualità degli artisti invitati.
Il Live cinema è una nuova pratica artistica (i pionieri di questa pratica sono un gruppo londinese, The Light Surgeons, che ha iniziato il suo percorso 15 anni fa) che si sta delineando in questi anni e prende forma sotto i nostri occhi. Da qui l’enorme valore aggiunto del Festival: da pubblico siamo chiamati a testimoniare una nascita e una crescita cui raramente ci è permesso assistere. Poter vedere come la tecnica e la creazione artistica siano in comunicazione diretta per trovare il giusto equilibrio con risultati non sempre eccellenti ma pur sempre sorprendenti è qualcosa di importante.
Ma cosa è questo Live Cinema? Il nome stesso pone subito l’attenzione sul riferimento dichiarato di questa nuova pratica: il cinema. Inteso non solo come prodotto filmico ma proprio come momento di fruizione del prodotto stesso. Non è possibile parlare di Live Cinema se non si fa riferimento ai suoi elementi integralmente: lo schermo, il pubblico, lo spazio e il tempo di fruizione, le immagini e i suoni, il ritmo, la narrazione che ne deriva. Tutti questi elementi, che nella concezione del cinema classico subiscono attacchi continui prima dalla televisione e ora dai beceri palinsesti on demand, nella pratica del Live Cinema sono insostituibili. Il fatto che l’artista si trovi di fronte al pubblico, ne senta il brusio e l’energia, permette uno scambio che nel cinema è comunque negato.
Il pubblico non è solo fruitore passivo ma è un attivatore di creatività per l’artista sul palco. Il rischio di cadute e scivoloni è davanti ai nostri occhi come pubblico ma anche nostra responsabilità come attivatori. In alcuni casi infatti assistiamo, da parte dell’artista, una sorta di manierismo della forma e dei colori, sicuramente di più facile e immediata fruizione, ma che tende a sterilizzare la portata sovversiva della performance del live cinema. Rimanendo volutamente nell’ipnotico e nel “lisergico” si evade dalla realtà contemporanea. Ciascuno di noi è libero di vagare con il pensiero e con il corpo, trascinato dalle forme astratte e dalla musica che si alterna fra ritmi elettronici ben cadenzati e rumori sapientemente intrecciati per creare il tappeto sonoro sul quale prendere il volo. Tutto questo è bellissimo e molto utile per rilassarsi, ma relega la forma del livecinema ad intrattenimento estetico e estetizzante, lasciando pericolosamente aperto il valico alle forme più becere del mercato dell’arte dell’intrattenere.
La peculiarità del LC è quella del montaggio di suoni, immagini e movimenti di artisti e performers eseguito in live e che segue una sintassi mutevole a seconda del contesto e del pubblico. È quindi, per definizione, ancorato alla realtà di quell’istante, alla contemporaneità.
Ed è questa la sua grande possibilità: essere davvero contemporaneo al suo tempo, non solo come volontà artistica di chi produce l’opera ma proprio come elemento fondante della pratica stessa. In questo senso se ci si ferma a un livello base di forma e fascinazione di musica e immagini si svilisce l’azione perturbante del Live Cinema. Il Live Cinema Festival è il primo festival che dichiara il Live Cinema una vera pratica artistica e ce la presenta come tale.
Se a questo si sommano: la straordinaria capacità del Festival di portare a Roma, una piazza abbastanza chiusa in se stessa e molto autoreferenziale, un quantità di artisti internazionali di livello – ovviamente non vuol dire famosi ma bravi – (negli anni sono passati i già citati The Light Surgeons, Byzond Pictures, Marco Mendeni, DIE! GOLDSTEIN, 1024 Architecture, Alba G Corral, solo per citarne una minima parte); la coerenza di un gruppo di organizzatori che non lavora per il successo (il festival è gratuito, forse anche per mantenere una propria libertà di movimento) ma con passione; la contemporaneità dell’evento artistico, questo festival è davvero nella realtà che lo circonda non è una bolla atemporale che non si connette con ciò che accade intorno; la possibilità di assistere a delle vere forme di ricerca possibili nel mondo dell’arte… Se si sommano tutti questi aspetti si capisce subito che il Live Cinema Festival è un appuntamento da non perdere assolutamente.