L’arte e l’abitare, la storia e la geografia, l’antropologia, la sociologia, il design digitale. Attorno a questi nuclei metodologici Mario Sasso (Staffolo, 1934), videoartista della prima ora, tesse da tempo una trama estetica che si nutre della città, che racconta – con tecniche e materiali di differente estrazione e natura – le metamorfosi di un luogo in continuo divenire, di un terraine de jeu pulsante e martellante, di uno spazio aggrovigliato, confuso, contorto, caotico.
Dopo un primo periodo legato all’informale – e accanto ad una luminosa collaborazione con la Rai (nel 1960 realizza la sigla di Non è mai troppo tardi, «storica trasmissione che contribuisce all’alfabetizzazione di tanti italiani»)1 – Sasso avvia difatti un discorso che coniuga, sotto uno stesso cielo, lo spazio del quotidiano a quello dell’urbanistica. Muovendo da quella che Angelo Trimarco ha definito, sulla stregua di Lyotard, come «una latitudine senza centro», uno spazio in cui confluiscono le questioni scottanti «della coabitazione, dell’ospitalità, dell’incontro con altre culture» – questioni che mettono «in gioco, ogni volta, identità consolidate e valori acquisiti» per ricalibrare una nuova «misura senza risparmio con il nostro prossimo, lo straniero»2 – l’artista costruisce un nuovo piano regolatore, un sistema stradale immaginifico che parte dalla mappa della città per integrarla ad azioni pittoriche (è il caso del progetto Pictogramma – Videogramma, 1989) o ad una serie di interventi elettronici e digitali che disciplinano un sistema semiotico teso a spingere lo sguardo dentro e oltre lo stradario, a trafiggere il ventre capillare della città, a disegnare e pianificare il silenzio (l’incomunicabilità) stesso della megalopoli. Còllant è, ad esempio, un viaggio speciale tra le strade silenziose di Roma, uno sguardo (in)discreto dell’artista che, munito di telecamera, cammina, di notte, «alla ricerca di un’identità che la metropoli rivela, forse, solo quando tutti dormono, quando le sue strutture scivolano nell’ombra e dalla quiete della notte sembrano emergere apparenze fugaci»3.
Con lui il paesaggio urbano viene investito da una riflessione che, se da una parte punta l’indice sulla metafora del viaggio, sul tema della globalizzazione, sui flussi migratori e sul meticciaggio dell’ambiente contemporaneo (si pensi almeno alle Cartografie multietniche del 2007-2008), dall’altra tende a prendere le distanze dal mondo per adottare uno sguardo satellitare che cancella e rendere anonima la città. Le sue città sono impacchettate, imbottite, dilatate, riportate su un piano di lavoro in cui tutto «diventa centro e periferia. Tutto prolifica secondo un ordine di addensamento che segue codici di sensibilità e di emotività assolutamente circolari» (Bonito Oliva)4.
Le mappe utilizzate da Mario Sasso sono sistemi di segni, sovrapposizioni e mescolamenti, sintesi capillari di luoghi differenti che si fanno, via via, paese globale, territorio integrale, indigestaque moles, riflessione pungente sullo stato delle cose attuali. Su uno spazio, quello della megalopoli, che ha bruciato gli argini della vita e ha introdotto una nuova natura delle città (Hilberseimer)5. Del resto «le città sono cresciute rapidamente», ha suggerito per tempo Jonathan Forman, «senza una pianificazione intelligente; e la crescita rapida e disordinata è responsabile di molti degli aspetti poco desiderabili della vita urbana»6.
«Attivo fin dagli anni Sessanta come videografico per la RAI, dagli anni Ottanta ne ha rinnovato radicalmente la grafica e la presentazione, sopratutto grazie alle videosigle da lui create, in particolare le prime tridimensionali per TG2 e TG3 e per le recentissime trasmissioni internazionali via satellite RaiSat e RaiAmerica»7, Mario Sasso è figura totale che sintetizza tecniche di differente natura per concepire una galleria affollata di ritratti (straordinaria la La quadreria dei videoritratti, 1999-2006), di mappe, di giunture elettroniche che ridisegnano il panorama estetico contemporaneo. La torre delle trilogie: luce, colore, acqua (1997) – un totem composto da sessanta monitor, due computer, sei centraline di montaggio e di smistamento dell’immagine che richiama alla memoria la torre antica di Recanati – commissionata dall’Azienda iGuzzini (opera con la quale vince il premio Guggenheim) è esempio brillante di questo percorso («perfetta sintesi di pittura e tecnologia»)8, di questa avventura che, attraverso videotape e videoinstallazione, quadri digitali, scanachrome, cibachrome e quadri elettronici, trasforma il paesaggio in spazio lirico, in luogo d’attraversamento, in fantasia d’avvicinamento, in visione futura.
La poltrona di Giacomo Balla ridipinta dall’artista in occasione di un convegno, un omaggio all’amico Vettor Pisani, una serie di progetti, di forme e formule miocinetiche, sono alcune delle opere presenti nel suo studio, visitato il 20 giugno 2014, che e vi proponiamo attraverso una piccola sfilata di scatti fotografici.
1 M. Sasso, biografia, in A. Filonzi, a cura di, VIDEOГЛАЗ. Mario Sasso e l’immagine elettronica, cat. della mostra tenuta a Mosca negli spazi del Moscow Museum of Modern Art, dal 29 ottobre al 30 novembre 2008, Volume Edizioni, Milano 2008, p. 134.
2 A. Trimarco, L’arte e l’abitare, Editoriale Modo, Milano 2001, p. 8.
3 S. Bordini, Còllant. Dove si incrociano le città, in Mario Sasso. Còllant, pieg. della mostra tenuta a Roma negli spazi della Galleria Marra Coccia Arte Contemporanea, dal 3 febbraio al 31 marzo 2012, s.p.
4 A. Bonito Oliva, La pittura è un genere che può guardare anche, in Mario Sasso. Pictogrammi-Videogrammi – ON/OFF, a cura di D. Evola, pubblicazione realizzata in occasione della mostra tenuta a Roma negli spazi della Galleria Massimo Riposati, Edizioni Carte Segrete, Roma 1989, s.p.
5 L. Hilberseimer, The Nature of City, Paul Theobald, Chicago 1955.
6 J. Forman, Biological Truth and Public Health, in E. T. Peterson, edited by, Cities Are Abnormal, University of Oklahoma Press, Norman 1946, p. 99.
7 i. Guzzini, La torre delle trilogie: luce, colore, acqua, in «fimag.it» (linkato il 03/08/2014, ore 17:54).
8 P. Ferri, Urban life, in Mario Sasso / urban life, galassie urbane, cat. della mostra tenuta a Roma negli spazi della pH7 art gallery, dal 29 aprile al 20 maggio 2008, Edizioni carte Segrete, Roma 2008, s.p.
Immagini (tutte) scorci dello studio di Mario Sasso negli scatti di Antonello Tolve durante una studio visit il 20 giugno 2014.