Il progetto di video installazione FREEDOM OF MOVEMENT del duo di artisti e registi Nina Fischer & Maroan el Sani, presentato recentemente al MAXXI, si addentra nel passato attraverso materiale d’archivio, lo seleziona e lo elabora per farlo rivivere nel tempo corrente. Così la corsa di Abebe Bikila, che nel 1962 lo aveva portato a vincere, scalzo, la maratona di Roma di 42 km, torna sui passi del contemporaneo e sul territorio romano per estendersi metaforicamente al mondo globalizzato, ora teatro di grandi flussi migratori. «In questo lavoro – affermano i due artisti nel loro statement – analizziamo la complessità delle implicazioni ideologiche, politiche e architettoniche dell’immagine di Abebe Bikila che corre da Roma ’60 fino ai giorni nostri».
L’installazione a tre canali affianca le immagini del corridore, attraverso cui ripercorrere alcuni scorci romani, a quelle di un coro di giovani rifugiati africani che attraversa gli spazi del Colosseo Quadrato, mentre intona canti in cui leggere la condizione di migranti. Lega questi due momenti un video centrale che ripercorre la costruzione dell’EUR attraverso materiale d’archivio.
La libertà, la rivendicazione, la resistenza, scritti nell’energia sovraumana della corsa scalza di Abebe Bikila tornano nei piedi nudi dei giovani migranti del video mentre attraversano il monumento romano. L’ interdisciplinarietà radicale di questo progetto, così come di tutta la ricerca di Fisher ed el Sani, mette in crisi la distinzione disciplinare a cui ogni istituzione museale è obbligata a vincolare le opere al suo ingresso. Ora, Freedom of Movement, co-prodotta dal MAXXI è stata appena acquistata dal Dipartimento Architettura. Se oggi è sempre più difficile pensare con certezza di poter inquadrare produzioni di vario tipo in categorie specifiche, è però possibile lasciare che uno dei linguaggi intrecciati nel discorso multimediale e multidisciplinare, si faccia strada verso il centro del palco per guidarci nella lettura del lavoro, che in questo caso si dispiega al ritmo del linguaggio architettonico e del territorio che questo costruisce assieme alla vita dei suoi abitanti. Video-arte, fotografia, installazione e intervento performativo convergono in un progetto che, come in tutta la ricerca dei due artisti, si muove tra spazi e tempi diversi compiendo così operazioni importanti rispetto ai materiali d’archivio, restituendo all’archivio il ruolo vitale che in un’epoca costruita sulla pervasività dei dati è sempre più importante.
Sempre a Roma in questo mese è possibile vedere il lavoro di Fisher e el Sani presso la galleria Marie Laure-Fleisch, con il video Dynamis, commissionato nel 2014 dal Centro di Arte Contemporanea di Thessaloniki teatro della performance collettiva che il video mette in scena.
Nina Fischer & Maroan el Sani, «Freedom of Movement», 2017, video installation
Museo MAXXI, Roma 11.03-17.04.2017
Nina Fischer & Maroan el Sani, «Dinamis», 11.03 – 06.05.2017, Marie – Laure Fleisch, Roma
Immagini (tutte) Nina Fischer & Maroan el Sani, «Freedom of Movement», 2017, video stills, Courtesy: Galerie Eigen+Art Berlin/Leipzig and Galleria Marie-Laure Fleisch, Rome/Brussels