Torna a Roma il Romaeuropa Festival con un programma sempre più ricco di eventi tra arte musica, teatro, arti digitali. Ogni anno il Festival, si è arricchito di collaborazioni, nazionali e internazionali, sempre attento al territorio romano, dove ha stretto sinergie con istituzioni di diversa natura, tutte unite sotto il tetto di un unico network. Questa natura collaborativa e fattiva, che all’estero è all’ordine del giorno, in Italia può dirsi come fatto straordinario. “Sguardo internazionale e radici cittadine”– così ribadisce lo spirito del Festival il direttore artistico Fabrizio Grifasi nel suo testo introduttivo. Il Festival è offerto alla città come un “ambito di ritrovo per chi rivendica leggerezza e pensiero nella sobrietà dei colori dell’autunno” (Grifasi).
Between Worlds è titolo e tema di quest’anno per un evento che, nell’arco di tre mesi, porta a Roma artisti da ventiquattro paesi diversi, nel comune obiettivo di superare i confini geografici, culturali, e anche disciplinari. Come ogni anno, ad artisti riconosciuti internazionalmente, il Festival affianca nuove scoperte delle ultime generazioni e valorizza giovani artisti che, all’estero già affermati, in Italia sono ancora poco valorizzati.
Il Festival ha appena aperto i battenti, il 19 settembre, con lo spettacolo Kirina, ‘un viaggio tra Africa e Occidente all’insegna del movimento e della commistione d’immaginari’ del coreografo burkinabé Serge-Aimé Coulibaly, che alla conferenza stampa ha incontrato il pubblico raccontando del modo in cui la storia di Kirina è entrata nella danza, eco di una ciclicità della storia che rimbalza di cultura in cultura. Serge-Aimé Coulibaly ha portato in scena la sua Faso Dance Théâtre, con i testi dello scrittore e studioso Felwine Sarr, le musiche della cantante icona della world music Rokia Traoré. L’Africa rimane al centro dell’attenzione sul finale di Romaeuropa Festival, sempre nell’ottica globale di comunione tra culture, sempre in between worlds [tra mondi].
Sarà questa la cornice in cui, il 25 novembre, si esibirà Angélique Kidjo, icona della musica internazionale, soprattutto figura simbolo di ponte tra culture. Porterà in scena il quarto album dei Talking Heads, Remain in Light, registrato dal gruppo nel 1980 insieme al visionario ed eclettico Brian Eno, ispirato al musicista nigeriano Fela Kuti. Si rimane nel tema della territorialità tornando alla questione Europea con la performance di Matthew Herbert con la sua Brexit Big Band, ”desiderio di dialogo di una parte della comunità musicale della Gran Bretagna, con i nostri amici più vicini ma che presto saranno meno raggiungibili”, come afferma lo stesso Herbert.
Il gran finale delle arti visive si pone tra i mondi delle percussioni e quelle dei dati informatici, tra analogico e digitale, con la performance di Ryoji Ikeda che ci proietterà nella sfera dei dati invisibili.
Moltissimi sono gli eventi di questo Festival che si susseguiranno, portando in scena più di 60 compagnie e 311 artisti da tutto il mondo. Il Festival prosegue articolato nei tre percorsi STORIE, dove ritrovare il racconto delle radici di culture diverse, VISIONI, dove entrare in mondi immaginari costruiti dagli artisti con i loro stessi corpi, con le arti applicate e con l’impiego di nuove tecnologie.
Con DANCING DAYS a cura di Francesca Manica, la storia passa attraverso il corpo e il suo modo di esprimersi attraverso la danza, con particolare attenzione alle ultime tendenze europee. ANNI LUCE, a cura di Maura Teofili, un progetto di scouting che si propone come sguardo (attivo) rivolto al futuro. Non mancano un progetto dedicato ai bambini con REf KIDS, a cura di Stefania Lo Giudice, e uno dedicato alla COMMUNITY, a cura di Lara Mastrantonio, Massimo Pasquini e Matteo Antonaci, ricco di attività, incontri e workshop.
Oltre a tutto questo, e dopo otto edizioni che il Festival ha dedicato all’arte digitale, quest’anno si propone un nuovo format Digitalive, curato da Federica Patti per portare in scena l’arte algoritmica nella sua veste performativa, con brevi eventi (spesso ripetuti nell’arco della giornata) che si susseguiranno dal 4 al 7 ottobre che inaugureranno con un evento comune allo Spring Attitude, altro Festival internazionale dedicato alle arti elettroniche che animerà le notti romane.
Arte e vita sono sempre più ‘vivi’, sempre più ibridati, destinati ad una fruizione esperienziale, da una parte di chi partecipa fisicamente nello spazio, dall’altra di chi fruirà la documentazione online, una traslazione del lavoro in un’altra tipologia di vita online.
REF – Romaeuropa Festival 2018
immagini: (cover 1) HofeshShechter,®Rahi Rezvani 2017 Media Use Gran Finale,®Rahi Rezvani, 2017 Paris(2) AliMoini ©selon l heure CDC, Toulouse, 2016 (3)Angelique Kidjo, France, July 2017, Paris (4) Rioy Ikeda, Datamatics (5) LEV Sharon, Eyal Love, Chapter-2, Photo- André-Le-Corre-002 (6) IvoVanHove, Promobeeld HiRes © Laura Makabresku (7) NONE collective, GENESI, La festa di Roma, Piazza SantAnastasia.