La Biennale di San Paolo ha inaugurato la sua 33a edizione quest’anno proposta con un nuovo format, all’insegna delle ‘affinità elettive’. Questa volta l’affinità non è rivolta alla relazione tra le opere bensì tra gli artisti, ultimi invitati ad operare in totale autonomia, e senza dover rispettare una direzione tematica.
Le affinità elettive dirigono quindi l’attenzione verso i collegamenti artistici e culturali così come le affinità tra gli artisti partecipanti. Petrosa propone “(…) una indagine sui modi con cui l’arte crea un ambiente costruito attraverso relazioni e comunicazione che parte dagli artisti e si muove attraverso gli oggetti incontro al visitatore”.
Artisti sono quindi i curatori invitati a realizzare un loro progetto in totale autonomia, a condizione di includere anche il proprio lavoro per estenderlo nel progetto nella serie di ‘affinità’ che lega opera e personalità dell’artista con gli autori invitati.
Per la sua mostra, Stargazer II , Mamma Andersson (Luleå, Sweden, 1962) portato assieme quegli artisti, inclusi registi, sound artists così come pittori tradizionali, tutti con un interesse comune per il corpo, che hanno ispirato la sua pittura. Con il suo progetto sentido/comum, Antonio Ballester Moreno (Spagna) realizza un ambiente costruito attraverso l’intreccio di cultura e biologia dove coinvolgere anche filosofi e scienziati. La mitologia torna protagonista in A infinita história das coisas ou o fim da tragédia do um [The Infinite History of Things or the End of the Tragedy of One], progetto di Sofia Borges (Ribeirão Preto, Brazil, 1984) rivolto ad esplorare i limiti del linguaggio nella rappresentazione reale facendo riferimento ad alcune interpretazioni filosofiche della mitologia greca. Waltercio Caldas (Rio de Janeiro, Brazil, 1946 ) chiama alcuni artisti a strutturare il suo progetto in una situazione di confronto tra il proprio lavoro e il loro. In armonia con il suo pensiero, attento a questioni relative alla ripetizione, narrativa e traduzione, Alejandro Cesarco ((Montevideo, Uruguay, 1975) ha invitato una serie di artisti internazionali a costruire il progetto Aos nossos pais come estensione e proseguimento del suo pensiero.
O pássaro lento [The Slow Bird] di Claudia Fontes (Buenos Aires, Argentina, 1964) costruisce una metanarrativa: gli artisti sono invitati a realizzare lavori che si ricolleghino ad arte visiva, letteratura che trattino di temporalità espansa, partendo dal presupposto che il tempo, così come percepito nella sensazione di velocità e lentezza, è un’ esperienza politica intrinseca al corpo. Progetto nel progetto, la proposta di sempre, nunca [always, never] di Wura-Natasha Ogunji (St. Louis, USA, 1970) si propone come progetto curatoriale dove i lavori suoi e degli artisti invitati sono creati con un sistema orizzontale e collaborativo trattando tematiche che dalla sfera più intima dell’uomo si estendono all’architettura, al paesaggio, a tematiche epiche. Tutto si sviluppa nel cappello di un continuo dialogo.
Inoltre, Pérez-Barreiro, cura dodici progetti singoli che presentano i lavori di artisti selezionati tra le giovani promesse, fuori dal circuito di riconoscimento dei nomi da parte del sistema.
Una Biennale, quindi, che rivoluziona la sua struttura organizzativa, che rischia uscendo dalla sfera tematica. Rischia anche di risultare più omogena di quanto non siano state le scelte di Biennali e Manifestazioni nel mondo, dove spesso i lavori comprimono forzatamente i loro significati all’interno di un tema. Intanto sarà un piacere girare per la bellissima architettura curvilinea progettata dall’architetto modernista Oscar Niemeyer per il Padiglione Ciccillo Matarazzo che ogni anno ospita la Fiera dl’Arte e ogni due la Biennale, ormai dal 1951, quando si è affacciata al sistema dell’arte come seconda al mondo dopo la Biennale di Venezia (1895). Buona visita!!
São Paulo Biennale, Pavilhão Ciccillo Matarazzo, Parque Ibiraquera, San Paolo del Brasile, 07.09 – 09.12.2018
immagini: (cover 1) Rampa do Pavilhão Bienal. São Paulo, 05/03/2011. © Andres Otero / Fundação Bienal de São Paulo (2) Porta principal do térreo do Pavilhão Bienal vazio. 12/04/2017 © Pedro Ivo Trasferetti / Fundação Bienal de São Paulo (3) Fundação Bienal de São Paulo, Porta principal do térreo do Pavilhão Bienal vazio. 12/04/2017 © Pedro Ivo Trasferetti / Fundação Bienal de São Paulo (4) Obra de Zilvinas Landzbergas. 33a Bienal de São Paulo. 03/09/2018 © Leo Eloy / Est˙dio Garagem / Fundação Bienal de São Paulo (5) Exposição de Sofia Borges. 33a Bienal de São Paulo. 03/09/2018 © Leo Eloy / Estúdio Garagem / Fundação Bienal de São Paulo.