Il Museo Solomon R. Guggenheim e LG destina a Shu Lea Cheang il Premio LG Guggenheim 2024. La pioniera della Net art, la cui pratica interdisciplinare si estende per oltre trent’anni, è la seconda premiata nell’ambito della LG Guggenheim Art and Technology Initiative, collaborazione quinquennale tra l’istituzione Newyorkese e LG, innovatore tecnologico e leader globale nei settori dell’elettronica di consumo, dei prodotti chimici e dei componenti automobilistici, per sostenere e promuovere gli artisti che lavorano all’intersezione tra arte e tecnologia.
“Shu Lea Cheang è stata una delle prime a riconoscere il potenziale liberatorio del regno digitale. Celebriamo le sue audaci esplorazioni dei corpi, e dei loro desideri, nei nostri mondi digitali e analogici, e siamo entusiasti, insieme a LG, di riconoscere il suo necessario lavoro”, affermano la vice direttrice Naomi Beckwith, e Jennifer e David Stockman, Chief Curator del Guggenheim.
Dagli anni Novanta si è occupata di tecnologie emergenti (spesso fin dalla loro nascita) come strumento, come tema ed in innumerevoli forme, sviluppando una notevole comprensione della loro complessità e del loro ruolo nel plasmare la società. L’uso del codice, dei motori di gioco, del design del software, delle strategie di hacking e di mezzi tradizionali come installazioni, film e performance nei suoi progetti multiformi riflette il suo approccio unico al fare arte, fuori da ogni categoria prestabilita.
Oltre al suo lavoro pionieristico nella Net art, ha avuto una visione anticipata delle valute alternative e delle organizzazioni decentralizzate con Garlic=Rich Air (2002-), ha indagato le società gamificate con Bowling Alley (1995), ha sondato le biotecnologie in Locker Baby Project (2001-2012) e ha esplorato la loro natura mutevole in Mycelium Network Society (2017-).
Il suo lavoro è profondamente radicato nei suoi interessi per la fantascienza, l’estetica queer e la costruzione di comunità. Le sue esplorazioni delle strutture sociali nelle società in rete hanno fatto progredire la comprensione della circolazione delle informazioni e dei modi in cui le persone comunicano. Ha utilizzato strumenti di comunicazione analogici in Those Fluttering Objects of Desire (199293), sensori di movimento e sistemi di gestione dei dati in BabyPlay (2001), per sviluppare un approccio tecnologico alternativo basato sulla produzione condivisa. È anche un’affermata regista e ha prodotto e diretto quattro lungometraggi: Fresh Kill (1994), I.K.U. (2000), Fluidø (2017) e UKI (2023). L’installazione di Cheang, Utter (2023), è un esempio di come negli ultimi anni abbia rivolto la sua attenzione alle implicazioni sociali dell’apprendimento automatico.
“L’opera di Shu Lea Cheang è stata eccezionale tra le candidature di spicco. Le sue opere dinamiche presentano un’energia prorompente, palette di colori ipnotici e installazioni altamente complesse, giocose ed esteticamente piacevoli. In esse, l’artista rende la porosità tra il dominio fisico e quello digitale, offrendo al pubblico amalgami stimolanti con cui confrontarsi.
Traendo ispirazione dalla letteratura e dai film di fantascienza e dai videogiochi, i progetti e le sperimentazioni di Cheang nel campo dell’arte e della tecnologia presentano un’affascinante panoramica delle tecnologie avanzate. L’artista offre continuamente nuove chiavi di lettura dei cambiamenti tecnologici e dei loro effetti sulle nostre società e la sua vasta produzione è, e rimarrà, molto influente per generazioni. Siamo onorati di sostenere la sua pratica innovativa attraverso questo prestigioso premio”.
Cheang riceverà un onorario non vincolato di 100.000 dollari per celebrare i suoi risultati innovativi in questo campo. La giuria di quest’anno era composta da Eungie Joo, Curatore e Responsabile dell’Arte Contemporanea del San Francisco Museum of Modern Art; Koyo Kouoh, Direttore Esecutivo e Curatore Capo dello Zeitz Museum of Contemporary Art, Città del Capo; Noam Segal, Curatore Associato LG Electronics, Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Carolyn Christov-Bakargiev, Direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino; e Stephanie Dinkins, artista e destinataria inaugurale del Premio LG Guggenheim.
LG Guggenheim Prize 2024. Shu Lea Cheang
Shu Lea Cheang, sarà festeggiata il 2 aprile in occasione del 2024 YCC Party sponsorizzato da LG Display. Altri tre artisti saranno premiati fino al 2027.
Un programma pubblico nel Peter B. Lewis Theater il 2 maggio sarà l’occasione per ascoltare direttamente l’artista che parlerà della sua pratica creativa e dei nuovi lavori in fase di sviluppo.
Shu Lea Cheang è un’artista e regista americana, taiwanese e francese. Celebrata come pioniera della Net art con Brandon (1998-99), la prima web art commissionata dal Museo Solomon R. Guggenheim di New York, Cheang ha rappresentato Taiwan con 3x3x6, un’installazione a tecnica mista alla Biennale di Venezia del 2019: May You Live In Interesting Times. I suoi lungometraggi sono stati proiettati alla LAS Art Foundation di Berlino, al Centre Pompidou di Parigi, al Museum of Modern Art di New York, all’Institute for Contemporary Art di Londra e in molte altre sedi. Ha esposto in molte istituzioni sperimentali e affermate, tra cui Walker Art Center, Minneapolis; Whitney Museum of American Art, New York; Centre de Cultura Contemporània de Barcelona; Tai Kwun, Hong Kong; Museion Bolzano, Italia; Singapore Art Museum; Hammer Museum, Los Angeles; Onassis Cultural Centre, Atene; Museo Centro de Arte Reina Sofía, Madrid; Palais de Tokyo, Parigi; FACT Center, Liverpool. Ha partecipato a mostre internazionali come la Whitney Biennial for American Art (1993, 1995); la Johannesburg Biennial (1997); Documenta 14 (2017); la Gwangju Biennial (2018); la Taipei Biennial (2018); la Performa Biennial (2019); la Biennale di Venezia (2003, 2019, 2024). Le sue opere sono presenti nelle collezioni del Whitney Museum of American Art di New York, del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, del NTT InterCommunication Center di Tokyo, del Walker Art Center di Minneapolis, della Fondazione KADIST, della Fondazione Museion, del Centre Pompidou di Parigi e del Museum of Modern Art di New York.
immagini (cover 1) Shu Lea Cheang, «UKI», 2023, still, digital color video, with sound, 80’ (2) Shu Lea Cheang, «Baby Love» (from «Locker Baby Project»), 2005. Networked media installation, dimensions variable. Installation view: «Baby Love», Palais de Tokyo, Paris, December 8, 2005–January 8, 2006. Photo: Florian Kleinefenn (3) Shu Lea Cheang, «Uttering», 2023. Digital color video, silent, 36 min., 26′ (4) Shu Lea Cheang with Dondon Hounwn, «Hagay Dreaming», 2023, performed at Taipei Backstage Pool, Taiwan, October 28–29, 2023. Documentary photograph. Photo: Hsun Lang Lin