Orienta. Memorie di 11 formiche è il progetto site-specific per il banner di Arshake realizzato dal duo Quiet Ensemble. Un video documenta il percorso di undici formiche costrette su una superficie di carta, condizione spaziale qui delineata dallo spazio online. Le tracce digitali prendono forma in un intreccio di linee sempre più fitto. Nessun taglio, nessun editing. La memoria digitale disegna il loro percorso restituendolo nel suo tempo reale, circa tre ore, fino a quando lo spazio riempito dai segni di ogni possibile movimento non chiude il sipario.
Orienta.Memoria di 11 formiche, si evolve da un precedente progetto, Orienta, è qui ora che decido di fermarmi, dove erano le lumache a lasciare tracce luminose dei loro lenti e ponderati percorsi. Entrambi i lavori sono parte di una linea di ricerca che spinge i due artisti verso sperimentazioni estreme, tutte rivolte a rendere percepibili energie e forze che circondano “concretamente” il mondo del visibile, inno al “silenzio” di John Cage. Uccelli, pesci, piante, frutta, e quant’altro del mondo biologico possa attirare la loro attenzione, è chiamato in scena perché la tecnologia ne amplifichi le frequenze nascoste e le renda percepibili, manifeste in una matericità generata e trasmessa attraverso canali diversi, per lo più sonori, volte anche visivi. Così l’urto degli uccelli che sbattono contro il metallo delle gabbie (Sul rumore, ascolta, 2010) o il movimento di pesci nell’acquario (Quintetto, 2010), l’energia elettrica degli acidi contenuti nella frutta (Natura morta), le frequenze di luci di tutti i tipi (neon, lampade stroboscopiche, fari teatrali (The Enlightment, 2014), si erano materializzate in improvvisazioni musicali, operazioni dettate dall’incontro di caos e controllo lasciate all’improvvisazione finale della performance live.
Con Orienta.Memoria di 11 formiche, la scena si sposta nello spazio digitale del banner e accende i riflettori sulle formiche, sul linguaggio muto degli insetti, ovvero il loro muoversi nello spazio, cattura e rende visibili frangenti di un vero e proprio micro-cosmo parallelo, da sempre al centro di studi scientifici applicati alla tecnologia e alla scienza delle comunicazioni.
I Quiet Ensemble collocano la biologia in uno spazio liminale che si pone tra natura ed artificio. Più che porre al centro la qualità ibrida, «umida» (R. Ascott) dell’uno e dell’altro, ne rendono percepibili alcune delle componenti nascoste al nostro ordinario esercizio delle facoltà percettive. Il banner diventa pellicola di confine tra mondi, le tracce digitali lasciano impronte di una memoria comune.