Dal 2013 Giacomo Mazzuccato da Venezia è Yakamoto Kotzuga, DJ e producer con la passione per i campionamenti di chitarra che incrocia con l’elettronica digitale, tutto da far confluire in tracce di chiara matrice ambient. Yakamoto è uno che viene dal punk rock, che ha addirittura un progetto parallelo a questo con una band che pochi anni fa si sarebbe definita «post-rock» (We Are Tigers). Eppure ci ha messo davvero poco a conoscere software e applicazioni che gli permettessero di mettere prima un piede, poi tutto se stesso nell’elettronica, allestendo strutture sonore di preferenza su impianti ritmici hip-hop – senza mai posare la chitarra. Il musicista veneziano ci mette ancora meno a far arrivare le sue tracce a label importanti, destando l’attenzione di un’etichetta pilota come Bad Panda Records con cui nel 2013 fa uscire il suo primo EP, Rooms of Emptiness. L’hip-hop e il downtempo dominano questa sua prima uscita ufficiale, con la voce umana sempre in evidenza e i riverberi di qualche suono acusticp – il piano negli intro.
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Alternando momenti ambient e intimi ad episodi dark, YK si muove bene e di lì alla Highlife Recordings, altra label di riferimento per musicisti e appassionati del genere, il passo è ancor più breve e rapido. Un altro EP, Lost Keys & Stolen Kisses, e Yakamoto è lanciato, al punto da esibirsi quest’anno a Spring Attitude accanto ai suoi idoli, Shigeto su tutti.
Gli edit rilasciati nell’ultimo anno fanno sperare benissimo per questa edizione del festival e per il suo set; già la sua All These Things I Used to Have, malinconica ballad davvero essenziale e avvincente con l’ostinato di chitarra e vocalizi nerissimi, basta per aspettarsi un act coinvolgente.
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In uno studio essenziale e con attrezzatura spartana, Yakamoto ha realizzato e fatto uscire in marzo il suo primo album e si spera che molto di esso venga riproposto proprio a Spring Attitude nella serata di apertura. Ancora più scuro nei suoni e nelle atmosfere, Usually Nowhere – questo il titolo – contiene molte gemme da ascolto puro, anche se non c’è nulla che impedisca la friuzione delle tracce più veloci sulle piste da ballo. Certo, i punti di forza restano gli episodi slow ed essenziali, ma certo Yakamoto non teme l’azzardo (vedi il 7/8 di The Triumph e i suoi slivellamenti ritmici). Il giovane musicista ragiona con la testa di un nativo digitale, non teme il web e le condivisioni gratuite della sua musica – anzi dichiara di averne tratto molto beneficio, soprattutto in epoca Bad Panda. Nel frattempo, ha anche messo le mani su una traccia del rapper Ghemon, Non spegnermi, dove la rarefazione sonora rivela molto del suo stile assieme ad una cura del suono che colpisce. Nessun limite e nessuna speranza di diventare milionario con la musica, solo passione per Yakamoto Kotzuga da Venezia.
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