La Design Art Week a Milano ha inaugurato un progetto e un incontro tutt’ora attivo tra l’artista Tamara Repetto e la firma di design Gaggenau sigillato dalla mostra “Circuiti di senso”. A mediare questo incontro è stato Cramum, progetto no profit che dal 2012 sostiene le eccellenze artistiche in Italia e nel Mondo, con la cura dell’attuale direttore Sabino Maria Frassà.
Il titolo, ‘Circuiti di senso’, ben racchiude e restituisce il senso dei lavori presentati in questa occasione, così come quello che corre lungo tutta la produzione e la poetica di Tamara Repetto, soprattutto nel suo delinearsi e definirsi nella sensibilità di chi osserva. Così si esprime l’artista:
“Noi siamo natura e ritroviamo noi stessi ricongiungendoci ad essa, ovvero abbandonando l’idea che ci siamo costruita di essere “soli” e riscoprendo le interconnessioni con tutto ciò che definiamo ‘altro’. Non esistono io e gli altri, esistiamo noi nel Tutto che chiamiamo Natura”.
Se la mostra rende l’olfatto protagonista, ad attivare i lavori è l’incontro tra olfatto e materia, vista e memoria. Sono alcuni tra i ‘corti circuiti’ che i lavori offrono su più livelli di lettura (percettiva) e che risuonano nelle corde percettive del visitatore. Tutto accade su un piano sinestetico, se vogliamo adottare questa parola fuori dal suo corretto impiego medico, tuttavia efficace per indicare una simultaneità di ‘reazioni percettive’.
Così Tamara Repetto ‘modella’ la materia sensoriale come il marchio di elettrodomestici fa rispetto ai suoi prodotti che si muovono tra estetica e funzionalità. Opere e oggetti di design sono perfettamente integrati, come se fossero sempre esistiti uno per l’altro. Dopo un primo approccio visivo le opere – come afferma il curatore della mostra nel testo critico che la accompagna, ‘minano l’approccio gnoseologico razionale’”. I circuiti di senso derivano infatti dalla rottura di equilibri, primo fra tutti la certezza di avere una visione oggettiva del mondo e distaccata dall’esperienza percettiva.
Quando di fronte ai Tableaux Parfumés, superfici di saponette monouso da albergo integrate da rami di pino, radici e terra e ai tre lavori della serie Melancholia, sezioni di terra contenute all’interno di superfici ci alluminio e posizionati in verticale per una aratura impossibile, istintivamente cerchiamo il profumo, ce lo aspettiamo, magari siamo anche sicuri di averlo ‘assaporato’. Siamo poi smentiti. Ci troviamo, infatti, nella zona dove regna l’anosmia. Gli elementi sono privati di qualsiasi potere olfattivo; subentra un altro corto-circuito, quello tra vista e memoria esperienziale che a quella materia terra e sapone – naturale /artificiale, associa la natura olfattiva.
Le fragranze tornano in presenza sprigionate da cialde stimolate da ventole attorno alla struttura di Arboris, struttura a forma di nido che culla e accudisce una serie di radici di alberi contenuti in ampolle di vetro. La loro esistenza vitale, visivamente chiusa dalle ampolle, rinasce nell’esperienza olfattiva con odori di sottobosco, fiori e resine, in questo caso creazioni di Oikos Fragrances.
L’olfatto torna anche in Meccano, l’installazione regina di questa mostra realizzata come site-specific. Si tratta di una serie di tre cubi realizzati in Dekton, stesso materiale utilizzato da Gaggenhau per il nuovo modello di piano di cottura Essential Induction che rende la fiamma invisibile. Questa volta, una superficie funzionale e alla vista asettica, come quella dei cubi, apre ad un tesoro olfattivo.
I cubi, “regno del fare, del costruire, del calcolare, del misurare, la dimensione dell’essenzialità, dell’invisibile trascendente”, come li definisce l’artista, rilasciano attraverso fori ritagliati sulla superficie liscissima, odori molto particolari. Dai cubi si susseguono infatti note verdi, floreali, legnose, terrose e umide. Sono il frutto della ricerca sperimentale di Caterina Roncati (Strega del Castello). Mechano è il frutto più attivo di questo incontro tra arte e design, ma anche di un altro ‘corto circuito’, quello tra due diverse esperienze di ricerca, altrettanto creative, come quella rispettivamente di Tamara Repetto e di Caterina Roncati, entrambe proiettate nell’esperienza di chi le vive.
C’è poi un ulteriore dispositivo che completa i lavori su un circuito di senso diverso ma complementare. Si tratta del linguaggio, in questo caso quello dei titoli. I Tableaux Parfumés associati alle saponette, la Melancholia alla terra e alla sua biodiversità, il Mechano, completano, assieme a vista e olfatto, immagine e forma delle opere. Non c’ è bisogno di rendere esplicite le associazioni. Risuoneranno nell’esperienza di ciascuno. Con quasi assoluta certezza sappiamo che alcuni rimandi appartengono alla memoria collettiva. Il tutto può essere verificato in presenza e attraverso tutti i sensi.
Tamara Repetto. Circuiti di Senso, a cura di Sabino Maria Frassà, Gaggenau, Milano (visita mostra su appuntamento), fino al 18.07.2024
immagini: (cover 1) Tamara Repetto (profumazioni di Caterina Roncati), «Mechano», 2024 (2) Tamara Repetto, «Circuiti di Senso», installation view, Gaggenhau (3)Tamara Repetto, «Melancholia n. 3», 2022, terra, radici e alluminio (4) Tamara Repetto, «Tableaux Parfumés», 2017-20 (5) Tamara Repetto, «Arboris», 2019, radici, vetro, ferro, plexiglas, arduino, cialde olfattive, ventole, sensore di movimento e cavi (6) Tamara Repetto, Mechano in «Circuiti di Senso», installation view, Gaggenau.