Tensioni strutturali a cura di Angel Moya Garcia, si articola come un progetto organico suddiviso in tre mostre, tre ritmi, e tre situazioni che attraversano tre momenti importanti nella costruzione dello spazio, dell’immagine, e della sua materializzazione attraverso la percezione: il ruolo centrale dell’individuo nella costruzione dello spazio percepito, la materia come elemento di rappresentazione e, i processi entropici dell’ambiente quotidiano.
La prima parte di questa trilogia viene sviluppata dai quattro artisti invitati, Carlo Bernardini, Monika Grzymala, Roberto Pugliese e Esther Stocker, come un tentativo di esaminare, attraverso metodologie, poetiche e visioni diverse, lo spazio esperienziale della realtà e il ruolo dell’individuo nella sua costituzione. Una successione di equilibri effimeri, strutture anomale che incrementano le possibilità della percezione, esplosioni sospese che originano uno spaesamento dirompente, segmenti rettilinei di luce e ombre che segnano una sottile differenza tra il visibile e l’illusorio e processi sonori che costringono lo spazio rendendolo una sintesi formale delle sue caratteristiche intrinseche. Tracce residue di una sequenza di dispositivi in tensione, depositate e stratificate nello spazio, che si svelano gradualmente modulate, sospese, ordinate e delimitate e che vengono avvertite solo nel momento in cui lo spettatore ne fa esperienza di esse. Un invito ad attraversare i diversi interventi, sommersi da singolarità, deformazioni, soglie e punti di fuga in un ambiente in cui i perimetri vengono completamente annullati, la stabilità definitivamente perduta e le coordinate di riferimento irrimediabilmente dimenticate.
In particolare, nella prima sala Roberto Pugliese proietta le tensioni strutturali verso lo spettatore, che si trova di fronte a una composizione elaborata tramite la traduzione di tutte le misure della stanza in frequenze sonore.Nella seconda sala, Monika Grzymala disegna tridimensionalmente una drammatica deflagrazione, con filamenti di nastro nero che trafiggono lo spazio, ingannando la gravità e paralizzando lo sguardo dello spettatore. Nella terza sala, Carlo Bernardini presenta un’installazione permeabile in fibra ottica, in cui è la stessa luce a generare lo spazio attraverso un disegno geometrico in negativo, che rimbalza fra il pavimento, le pareti e il soffitto. Infine, nell’ultima sala, Esther Stocker, attratta dai paradossi formali e dagli “errori”, realizza un’installazione ambientale configurata tramite elementi di disturbo e interferenze che sfidano i limiti e le possibilità della percezione e modulano lo spazio architettonico. (dal comunicato stampa)
Tensioni Strutturali #1, a cura di Angel Moya Garcia, Eduardo Secci, Firenze, 25.02 – 04.06.2016
immagini (cover 1) Monika Grzymala – Raumzeichnung (fusion), 2016. Installazione site specific, 5 km di nastro adesivo trasparente e nero Dimensioni ambientali. Courtesy l’artista (2) Roberto Pugliese – Aritmetiche architetture sonore, 2016 Installazione site specific, speaker, cavi audio, cavi in metallo, computer, composizione audio Dimensioni ambientali Courtesy Studio La Città, Verona (3) Carlo Bernardini Sul crinale del visibile, 2016 Installazione site specific in fibra ottica Dimensioni ambientali. Courtesy l’artista