Da qualche mese Giuseppe Stampone è ufficialmente vincitore del contest «Pacco d’artista», indetto da Poste italiane e ideato da Valentina Ciarallo come direttrice artistica di Spirito Due. I suoi disegni a penna biro biro blu e rossa con cui ricostruisce la penisola italiana in chiave geo-storica, sono ora stampati su 100.000 scatole, edizioni speciali distribuite e vendute negli uffici postali italiani, pronte per portare il suo lavoro in volo nelle località più remote.
Giuseppe Stampone è un artista multimediale che opera nello spazio neodimensionale, ovvero si muove costantemente tra dimensioni spazio-temporali diverse per farsi interprete romantico dell’ «intelligenza connettiva» (Derrick de Kerckhove). Il suo agire artistico, anche quando riposto nel disegno dai tratti apparentemente più tradizionali, è da anni rivolto a creare un tessuto connettivo che sia ponte tra mondi, dimensioni e culture, dove «la partecipazione collettiva sia il primus movens della creazione»(Antonello Tolve).
La tecnologia delle comunicazioni per lui è sempre stata strumentale alla genesi di strutture connettive relazionali, prima di tutto umane. Il sapiente uso del disegno con la sua formazione rinascimentale sono compagni di viaggio altrettanto importanti per le sue operazioni creative.
Nel 2009, Giuseppe Stampone aveva impiegato in chiave moderna le sperimentazioni futuriste che nel primo decennio del Novecento si avvalevano della tecnica di comunicazione all’epoca più avanzata – la posta. Con il suo progetto Saluti dall’Aquila, venticinquemila cartoline firmate con immagini della città dell’Aquila, quattro anni dopo il terremoto che l’ha duramente colpita, avevano raggiunto i loro destinatari via posta, uno per uno. Un microchip inserito all’interno di ogni cartolina aveva reso questo viaggio visibile attraverso un sito dedicato sul web. Le cartoline percorrevano così un viaggio tra mondi fisici e liquidi.
Tutto questo si ricollega ad oggi e al suo lavoro più recente; il disegno ritorna in primo piano in un impegno tutto rivolto verso un processo di ri-alfabetizzazione dove il reimpiego nei suoi disegni del modello degli abbecedari utilizzati nelle scuole è finalizzato a costruire nuove associazioni semantiche tra parole e immagini e a rompere l’assuefazione mediatica. Si è trattato – e si tratta tutt’ora – di vere e proprie operazioni che mettono in collegamento mente, realtà e network.
Oggi questo suo linguaggio iconico, ironico, disincantato, stimolante, riprende il viaggio nelle sue icone riscritte e re-inscritte dal suo bagaglio iconografico, immortalate ora nel pacco d’artista. Ve lo mostriamo sperando che lo riceviate numerosi, in Italia e oltreoceano!