Visions in the Nunnery – celebre mostra di immagini in movimento e performance contemporanee – fa ritorno nella Nunnery Gallery gestita da Bow Arts, Londra, per una speciale decima edizione celebrativa. Nata dalla selezione di oltre 1500 candidature inviate da tutto il mondo, e con una lista stellata di nuovi artisti e di precedenti espositori, la mostra presenta una piattaforma dedicata all’arte performativa e digitale d’avanguardia. L’edizione 2016 comprende il lavoro di oltre cento artisti che si susseguiranno in un programma diviso in sei parti, costellato da dodici eventi, tra cui performance live nella galleria e nel cortile interno in stile vittoriano. Tra i partner della mostra figurano Artsadmin, che metteranno a disposizione l’iconica installazione interattiva di Steve Lambert, Capitalism Works For Me! True/False, LIMA, una piattaforma internazionale dedicata alla media art, che presterà una serie di opere tra cui The Scream di Marina Abramović e l’Unnoticed Art Festival con base a Rotterdam. Cinzia Cremona, una delle due curatrici con Tessa Garland ci racconta di questa edizione…
Come nasce il programma di questa edizione di Visions in the Nunnery e come si inserisce nella sua storia e missione?
Con l’appoggio di Sophie Hill, la direttrice della Nunnery Gallery, e di Bow Arts Trust, quest’anno abbiamo potuto estendere il programma da quattro settimane a quasi tre mesi. Questo ci permette di includere un numero più alto di artisti con lavori di video, istallazioni e performance dal vivo.
Io e Tessa Garland abbiamo curato Visions per diversi anni e abbiamo notato che artisti giovani invitati negli anni hanno poi sviluppato carriere importanti, vincendo premi e ottenendo grandi riconoscimenti. Quest’anno abbiamo deciso di ri-invitare artisti che hanno presentato il loro lavori con noi in passato, come Mikhail Karikis, quest’anno candidato per il prestigioso Jarman Award; Rob Crosse, che ha vinto il Kaitlin Art Prize nel 2013; Jonathon Monagham, Katherine Meynell, Uriel Orlow, Ori Gersht, Tanya Syed, Alexa Wright e Richard Layzell. Inoltre, e questa è la grande novità di quest’anno, abbiamo esteso il concorso anche alla performance live.
Quali sono i criteri di selezione dei lavori?
Visions in the Nunnery è nata con l’intenzione di mostrare uno spaccato della produzione internazionale in video degli ultimi tre anni. Puntiamo a presentare assieme artisti emergenti ed affermati così da creare un’opportunità di dialogo tra generazioni e contesti. Abbiamo sempre prestato un’attenzione particolare al contesto locale dell’est di Londra, una zona abitata da un gran numero di studi d’artista ma connotata in un contesto sociale particolarmente complesso. Avendo interessi diversi e complementari, io e Tessa non abbiamo mai voluto restringere la selezione ad un unico tema o titolo.
Artsadmin, LIMA e Unnoticed Art Festival sono tre diverse realtà e punti di riferimento importanti per live performance e media art. Come contribuiscono al progetto?
Vediamo la collaborazione con festival e organizzazioni nella stessa ottica: offrire agli artisti coinvolti l’opportunità di allargare la loro rete di contatti e di accedere ad altri contesti. Artsadmin e LIMA hanno generosamente contribuito con lavori da includere nel programma: l’istallazione di Steve Lambert Capitalism Works For Me! True/False è un lavoro interattivo che occuperà il cortile vittoriano di Bow Arts Trust per la durata di Visions in the Nunnery. La collaborazione con LIMA è iniziata diversi anni fa. LIMA ha reso possibile la proiezione di lavori video dal loro catalogo, incluso un lavoro di Marina Abramovic (Scream, il pomeriggio del 23 ottobre).
Lo scambio con «Unnoticed Art Festival» è nato in maniera più organica: Irina Danilova e Hiram Levy, due artisti di New York, mi hanno messo in contatto con Frans van Lent (ideatore e curatore del festival a Rotterdam) che ha risposto con entusiasmo. Una selezione di lavori dall’ultima edizione del festival verrà messa in scena da volontari e Frans contribuirà una performance nell’ultimo evento il 17 dicembre.
Nel programma si elencano progetti di networked performance e di performance interattiva. Ci puoi raccontare dei progetti coinvolti?
Questa selezione si collega direttamente al simposio che avrà luogo il 12 novembre e che esplorerà le tecnologie emergenti in relazione a pratiche artistiche di performance e immagini in movimento. Il lavoro che propone Annie Abrahams (Distant Feeling(s) #1) continua la ricerca dell’artista, che sfida le utopie relazionali attribuite alla rete, proponendo performance che rivelano i tempi vuoti, ma preziosi, e la banalità delle relazioni interpersonali. La performance collega Abrahams con altri due artisti (Daniel Pinheiro & Lisa Parra); da tre località cercheranno di comunicarsi sentimenti e sensazioni. Natalia Skobeeva, che ha appena ottenuto il premio Red Mansion, condurrà una tavola rotonda tra dispositivi collegati alla rete con al centro Siri. In quanto a me, continuerò l’esperimento di condivisione di cibo e bevande via Skype che ho portato anche a Roma al BNL Media Art Festival: questa versione di By Invitation Only consiste in un buffet che integra ospiti presenti fisicamente e ospiti remoti che appariranno su portatili e tablet.
Il programma include anche il reenactment della pionieristica video performance degli anni settanta di Elaine Shemilt, Döppelganger. Ci puoi raccontare da cosa è scaturita l’idea di rimettere in scena la performance?
Per Visions in the Nunnery 2016, Laura Leuzzi ha curato con Adam Lockart questo re-enactment dal vivo che vede Elaine Shemilt confrontarsi con questa sua video opera pioneristica. A distanza di tre decenni, Shemilt vuole riattivare, e allo stesso tempo dialogare, con questo lavoro in chiave performativa, riproponendolo come Doppelgänger Redux. L’idea scaturisce dal progetto di ricerca EWVA, European Women’s Video Art in the 70s and 80s’, con base a Duncan of Jordanstone College of Art and Design, Università di Dundee, con fondi stanziati dal AHRC. Il re-enactment costituisce in questo caso una forma di ricerca e di studio che si inserisce bene nell’ambito di Visions.
Come puoi notare dal programma, non soltanto Visions è curata e organizzata da donne, ma c’è una forte presenza femminile sia nelle performance che nella selezione di video. Anch’io contribuirò a EWVA nel ruolo di honorary research fellow, e la collaborazione con questo progetto, così come l’inclusione di una selezione di opere dal Roma Media Art Festival sono una conseguenza naturale del fatto che Visions condivide scopi e interessi con questi programmi di ricerca e diffusione.
Visions in the Nunnery 2016, a cura di Cinzia Cremona e Tessa Garland, Nunnery Gallery, 181 Bow Road, London, 05.10 – 18.12.2016
immagini Carla Chan, Black Moves, 2016, video still. Courtesy of the artist (2) Cinzia Cremona, By Invitation Only, 2016, still from networked performance. Courtesy of the artist (3) Grace Alexandra Williams, V is for Val, 2014, video still. Courtesy of the artist (4) Mark Langley, Mimic, 2016, video still. Courtesy of the artist (5) Ben Fox, Frott Age, 2016, video still. Courtesy of the artist (6) Douwe Dijkstra, Démontable, 2014, video still. Courtesy of LIMA