Artissima, l’illustre fiera d’arte contemporanea, anche quest’anno ha scattato una fotografia del presente panorama artistico. Nonostante le recenti avversità la ripartenza è stata un trionfo, Ilaria Bonacossa, l’attuale direttrice, ha dichiarato che il successo della fiera ha superato le più rosee aspettative. Questo bilancio positivo è un dato concreto che fa tirare un sospiro di sollievo a tutto il sistema dell’arte.
La novità di questa ventottesima edizione che più ci ha interessati è stata la straordinaria partecipazione del colosso nel settore hi-tech, Xiaomi, che con l’iniziativa HyperCharge RestArt ha sancito l’approdo del neo-mecenatismo nel settore delle arti visive e nell’ambito culturale in generale. Il colosso cinese, in occasione dell’uscita sul mercato di un nuovo smartphone, ha lanciato una serie di iniziative culturali connesse tra loro dal tema della ricarica; una ricarica di cultura energizzante che in questo caso è stata operata dalle arti visive digitali. La particolare strategia di marketing di Xiaomi ha adottato i modi della fiera e ha partecipato ad Artissima non come uno sponsor ma come una galleria tra le altre, con un normale stand all’interno dell’Oval di Lingotto.
Lo stand Xiaomi ha esposto la mostra Sensi digitali, composta dalle opere video di sette studenti della NABA: Chiara Smedile, Alex Parrotto, Emanuele Cantò, Gaia De Megni, Federico Pellacani, Marika Vitrani e Wei Luo. Gli alunni della direttrice di Artissima Ilaria Bonacossa, che è anche docente di Arts Market presso la NABA, hanno precedentemente seguito un apposito percorso formativo, frequentando masterclass esclusive in cui hanno elaborato il tema della mostra e sviluppato le opere digitali. I giovani artisti hanno affrontato il tema ancestrale del rapporto tra sogno e realtà ed elaborato le opere usando esclusivamente lo smartphone pubblicizzato.
Il senso che l’azienda attribuisce all’iniziativa HyperCharge RestArt è quello di valorizzare la qualità dei prodotti tramite gli artisti e la creazione di opere d’arte multimediali. Per il marchio, investire nelle arti visive, è essenziale per coinvolgere i giovani consumatori e offrire agli utenti contenuti di alto spessore culturale che costituiscano un valore aggiunto per il settore tecnologico.
Il binomio artista-multinazionale sta diventando ricorrente, le grandi aziende investono sempre più frequentemente sull’arte contemporanea ma non tutti gli artisti sono in linea con questo tipo di committenza. Il rinnovato rapporto tra artista e committenza prende le distanze dal modello “Artist-star” che caratterizza il mercato dell’arte e si avvicina piuttosto alle modalità di committenza rinascimentale raffaelita e michelangiolesche. Una tipologia di mecenatismo che finanzia gli artisti, le opere e le istituzioni, al fine di pubblicizzarsi ma anche di promuovere una cultura che rispecchi il tempo presente.
Tra le iniziative proposte da Xiaomi c’è l’HyperCharge Award, il premio che promuove le arti digitali. Xiaomi ha voluto premiare l’artista under 35 presente in fiera che ha coniugato al meglio l’innovazione tecnologica con il potere culturale. La giuria composta da Antonio Carloni, Direzione Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, Stefano Collicelli Cagol, curatore, Davide Lunardelli, Head of Marketing di Xiaomi Italia, ed Elisa Sighicelli, Artista, ha assegnato con voto unanime il premio a Gillian Brett l’artista francese presentata dalla galleria C+N Canepaneri di Milano a Genova.
Le opere di Gillian Brett evidenziano come i supporti tecnologici, pilastri della società contemporanea, costituiscano un’affezione pericolosa. Il rapido processo di deterioramento, che rende obsoleti gli oggetti tecnologici, costituisce un problema per noi e per il nostro ecosistema poiché gli scarti divengono scorie difficili da smaltire. Per la giuria, l’artista è stata capace di ripensare questi oggetti e di tramutarli in materiale artistico di grande qualità sia estetica che critica.
L’opera LA1956X (After Hubble) è composta da sei schermi LCD con i cristalli liquidi rotti, il nero retroilluminato degli schermi è costellato da luci e colori RGB che compongono un paesaggio astratto. La scritta “error” gravita da un bordo all’altro seguendo una traiettoria regolare, suscita un allarmismo pacato che potrebbe andare avanti all’infinito; qualcosa non va ma quell’avviso non uscirà mai dal confine dello schermo. Il linguaggio astratto costituito dagli oggetti rotti ha un’estetica cyberpunk, l’irresistibile fascino della decadenza si palesa anche in Untitled (G.U.R.TS), dei fiori i cui petali sono PCB appassito e i gambi hanno radici di fili in rame. Il decadimento esiste ed è terribilmente concreto, l’arte di Gillian Brett ribadisce che il ripensamento della nostra società è l’unica via percorribile per non rimanere intrappolati in una frattura insanabile. La sua vittoria dell’HyperCharge Award significa molto, i protagonisti delle grandi trasformazioni sociali hanno coscienza dello stato di cose attuale e solo unendo i due poli del sapere, l’episteme e la technè che possiamo procedere su una via realmente illuminata.
immagini: (Cover 1 – 2) Gillian Brett, stand Canepaneri. Photo courtesy: Perottino-Piva / Artissima (3) Antonio Carloni, Direzione Arte, Cultura e Beni Storici, Intesa Sanpaolo; Elisa Sighicelli, artista; Ilaria Bonacossa; Gillian Brett, artista; Marco Canepa, gallerista C+N Canepaneri; Davide Lunardelli, Head of Marketing, Xiaomi Italia; Stefano Collicelli Cagol, curatore indipendente. Photo courtesy: Perottino-Piva / ArtissimaHyperCharge RestArt e l’opera vincitrice di Gillian Brett