Camilla Alberti entra a far parte di «Young Italian Artists. Racconti dall’arte contemporanea». Questo spazio di Arshake, concepito da Antonello Tolve e curato con Elena Giulia Rossi, è dedicato ai protagonisti dell’arte under 35.
Identifico le rovine come i luoghi cardine per ricercare nuovi metodi dell’abitare e nuove modalità di narrazione della vita. Spazi decentralizzati privi di confini e in cui l’abbandono ha annullato ogni loro appartenenza trasformandoli in spazi di costruzione attiva dove diversi organismi intervengono ponendo in dialogo i propri metodi costruttivi e abitativi. La mia ricerca muove verso queste riflessioni e si pone l’obiettivo di definire un immaginario pronto ad accogliere i nuovi miti del futuro.
Un alone iridescente per metà celava e per metà rivelava le mura cadenti affossate in un terricio rosso morbido e scosceso. Le superfici brillavano come rubini tempestati da massi bianchi e ciuffi erbosi, mentre gli anfratti ombreggiati aprivano voragini nere come pece. Culle di corpi inermi non ancora digeriti che lentamente scivolavano verso il basso abbandonando, pezzo dopo pezzo, la loro forma. Quelle voragini non avevano fondo, filtravano i rimasugli di vite finite abbandonandoli sulla terra come gocce brune. Cadevano dalle grinze di tronchi massici che svettavano a testa in giù strisciando come spire di serpente tra le dune di una terra arida. Foreste rade con alberi dalle chiome verde petrolio scivolavano senza sosta grattando la crosta di un mondo rumoroso. I frammenti della vita sottostante venivano inglobati da un ammasso mostruoso di organismi, mutevole nella forma, che avanzava passo dopo passo affondando sulla terra come unghie decomposte di un gigantesco cadavere. Una creatura plurima sulle cui superfici vorticavano ingranaggi intrappolati in trame miceliali, piante dalle cupole verdi e dai trochi grigi come il cemento disseminato sulla superficie del deserto rosso. Sulla terra argillosa e morbida, antica quanto il mondo, comparivano le impronte di animali fuggenti al riparo tra fronde d’erba e fili di rame.
Tutto girava, ogni parte di quell’organismo composito fioriva sulla cima e scivolava verso il basso per grattare e divorare la terra mentre questa lo consumava a sua volta. La vita si risolveva nel rovinare l’uno sull’altra.
Camilla Alberti
Camilla Alberti è nata a Milano nel 1994 dove vive e lavora. Instagram camilla__alberti
Young Italian Artists. Racconti dall’arte contemporanea
Progetto ideato da Antonello Tolve, curato con Elena Giulia Rossi