Oggi, la quarta di otto parti di una riflessione critica di Antonello Tolve che ripercorre il rapporto tra arte, tecnologia e natura nella storia, attraversando una serie di produzioni artistiche rivolte alla relazione tra uomo e ambiente, dalla Land Art alla Transgenetic art e al Bio Activism.
…Segnate da un sorprendente eclettismo, le creazioni transemiotiche di Eduardo Kac – l’artista utilizza spazi semiotici differenti e differenti saperi con la volontà di creare nuovi scenari di vita mediante un procedimento che definisce Transgenic Art[1] – rappresentano, assieme ai primi esperimenti di Joe Davis (il progetto Microvenus risale al 1986), alla natura di Marta de Menezes, agli interventi molecolari e agli shock semiotici del collettivo Critical Art Ensemble, alla wet art del collettivo australiano Tissue Culture & Art Project (Oron Catts & Ionat Zurr) e alle trovate fotodocumentarie di Zachary Copfer (per citarne alcuni), soltanto il versante più strettamente impegnato a utilizzare un medium che coincide con il soggetto delle speculazioni teoriche. Sulla stregua della lezione duchampiana, l’artista sposta così ancora una volta il proprio operato dalla rappresentazione alla presentazione dell’oggetto, da un mondo dove «la realtà della rappresentazione (mondo della creazione artistica)», lo suggerisce l’artista-curatore Dmitry Bulatov, «è sostituita dalla presentazione della realtà (creazione di un mondo), così da ridurre al minimo la differenza tra un modello originario artificiale e il mondo attuale»[2]. Il medium utilizzato dall’artista diventa in questo modo creazione di un mondo fabbricato in scala ridotta con lo scopo di reinventare, reinterpretare il modello originario alla luce di un denominatore linguistico che mescola arte, scienza, filosofia e cultura sociale per generare un campione estetico che – grazie alla sintesi di geni, alla produzione di esseri viventi transgenici e alla coltivazione di tessuti – imita, mediante le conquiste scientifiche, la vita.
Ad offrire un bilancio sull’esperienza ventennale di queste manovre artistiche paraecologiche è, nel 2003, una mostra organizzata da Jean Hauser (presso Le Lieu Unique di Nantes) che, sotto l’efficace etichetta Art Biotech propone il lavoro eterogeneo di artisti il cui vocabolario tende, appunto, a estroflettere i progressi della biotecnologia e a introdurre il materiale biologico all’interno del campo dell’arte. Nel 2008, poi, con Sk-interfaces al FACT di Liverpool è ancora una volta Hauser a disegnare un discorso sulle «continue evoluzioni delle scienze della vita» che «mescolano continuamente le carte abbattendo sempre più confini tra umano, vegetale, animale, naturale e artificiale, vivente e non vivente, organico e inorganico»[3].
… to be continued…
[1] Per approfondire queste tematiche si rinvia almeno a E. Kac, TRANSGENIC ART, in «Leonardo Electronic Almanac», vol. 6, n. 11, December 1998, n/p/n (mitpress.mit.edu/e-journals/LEA/) e, per un’analisi puntuale sull’intero percorso dell’artista a S. Comin, La transgenic art di Eduardo Kac, in «Parol. Quaderni d’arte e di epistemologia», n. 12, febbraio 2006 (consultabile online all’indirizzo web parol.it).
[2] D . Bulatov, ARS CHIMAERA. Structural Aspects and the Problems, in Id., edited by, BioMedia. Contemporary Society and Genomic Culture, Yantarny Skaz, Kaliningrad 2004, p. 378.
[3] J. Hauser, edited by, Sk-interfaces, cat. della mostra tenuta a Liverpool negli spazi del FACT – Foundation for Art and Creative Technology (dall’1/02 al 31/03/2008), Liverpool University Press, Liverpool 2008, p. 18. Dello stesso autore si vedano, inoltre, le mostre Transbiotics (Riga, 2010) e Synth-ethic (Vienna, 2011).
Questa è la quarta di otto parti di una riflessione critica di Antonello Tolve che ripercorre il rapporto tra arte, tecnologia e natura nella storia, attraversando una serie di produzioni artistiche rivolte alla relazione tra uomo e ambiente, dalla Land Art alla Transgenetic art e al Bio Activism. Puntate precedenti:
Quando la natura diventa arte # 1
Quando la natura diventa arte # 2
Quando la natura diventa arte #3
Immagini (cover 1) Marta De Menezes, «Nature?», 1999, courtesy of the Artist (2) Tissue Culture & Art Project (Oron Catts & Ionat Zurr), «Victimless Leather – A Prototype of Stitch-less Jacket in aTechnoscientific ‘Body’», courtesy of the Artists