Come ogni anno nel mese di giugno si aprono al pubblico le porte degli studi d’artista di Villa Massimo, prestigiosa sede dell’Accademia Tedesca a Roma dove i borsisti vivono, si confrontano e producono per quattro mesi. I lavori risultati da questo periodo di ricerca, e dall’incontro di professionisti giovani e affermati di diversa formazione, compongono un mosaico multidisciplinare: performance, musica, letteratura, architettura, arti visive. Tutto ci parla di direzioni creative sempre più orientate nella multimedialità e multidisciplinarietà con letture trasversali dell’arte, del territorio, dei sistemi di fruizione.
Con l’installazione ATMO Maix Mayer, per esempio, ha trasformato il suo studio in «atmosfera» generata da giochi di luci e suoni da fruire solo dall’esterno. Non immersione ma contemplazione, percezione multi-canale (visiva e sonora) a cui accedere salendo una «scala romana», scenografia costruita per l’occasione. L’atmosfera diventa «tono emozionale dello spazio», e questo opera d’arte. Non solo l’estetizzazione dell’arte, la sua evaporazione e diluizione nello spazio (arte allo stato gassoso, Michaux), ma anche lo stravolgimento dello spazio stesso, dove contenitore e contenuto coincidono, sintomo sempre più frequente di un’arte che si spinge fuori dai suoi tradizionali confini formali.
Multimedialità, multidisciplinarietà, trasversalità, ma anche trans-medialità. E’ questo, in particolare, il caso dei lavori Marieta Chirulescu che oscillano tra analogico e digitale. La corporeità e corposità del disegno e della pittura attraversa lo spazio mediatico per rimanerle intrappolato. Pitture e disegni sono stati infatti scansionati e arricchiti di uno sfondo che, con l’aiuto del software Photoshop, ha riprodotto l’effetto della tela. BERGER
L’estetica della rappresentazione mediata della Chirulescu è poi invertita in quella della celebre artista tedesca Karin Sander che appende con i chiodi frutta e verdura alle pareti per farle diventare oggetti astratti (Kitchen Pieces). Realtà e rappresentazione convergono proprio come nella riproduzione del suo corpo nel body scan in 3D riprodotto in scala 1:5 (Karin Sander 1:5).
Ritratto, natura morta, e poi anche il paesaggio trovano, nel lavoro di Karin Sander, nuove e originali formulazioni creative. Tele bianche dove alla pittura si sostituiscono i timbri del loro percorso postale, da Monaco, Berlino, Bonn, Messico, diventano rappresentazione di uno spazio che si espande nelle quattro dimensioni non appena il timbro postale tocca le corde percettive di chi guarda permettendo all’intuizione di decodificare la geografia del territorio che hanno attraversato le tele. Il gesto creativo è fermato così sulla superficie, un tempo casa del mondo bidimensionale; l’antico slancio dei mail artists delle prime avanguardie futuriste e la rappresentazione confluiscono ora in un moderna lettura del «fare creativo».
Al lavoro degli artisti visivi si aggiunge quello di architetti (Michael Hirschbichler, Jorg Sieweke), scrittori (Eva Menasse e Steffen Popp), compositori (Saskia Bladt e Vassos Nicolaou), desginer e modellisti (Bernd Grimm), comunicatori (Andreas Uebele). La galleria di Villa Massimo ha presentato, inoltre, la ricerca dei borsisti residenti a Olevano Romano, a Casa Baldi, a Villa Serpentara, con i lavori dell’artista Tue Greenfort, del compositore Sven-Ingo Kock e dell’architetto giornalista Ulrich Brinkmann.
Come da traduzione, la visita negli atelier si è conclusa con una grande festa, quest’anno ritmata dalla musica elettronica e dj set del berlinese KlangKuenstler, ventiquattrenne che ha pubblicato il suo primo album con la nota etichetta tedesca Stil vor Talent.
immagini (cover 1) MaixMayer © Villa Massimo. Foto Alberto Novelli (2) Villa Massimo – Festa dell Estate, 2015 © Villa Massimo Foto Alberto Novelli (3) Maix Mayer © Villa Massimo Foto Alberto Novelli (4) Marieta Chirulescu (c) Villa Massimo. Foto Alberto Novelli (5) Karin Sander @ Villa Massimo. Foto Alberto Novelli. courtesy Karin Sander (6) Michael Hirschbichler © Villa Massimo. Foto Alberto Novelli