Credo che un’opera d’arte sia un modo di esplorare nuovi link, idee e fatti che non sono ancora visibili – affermava Tomas Saraceno in un’intervista per il «Sole 24 Ore» e continuava facendo riferimento all’aria – che, in realtà, è una specie di superstrada, un oceano di vita inesplorato, con una stima di 25.000.000 di organismi per miglio quadrato, che attraversano la distesa sopra le nostre teste. Per me, l’esplorazione di nuove interconnessioni è una parte essenziale dell’essere artista.
Nel 2016 queste esplorazioni hanno condotto Saraceno ad ideare Aerocene, un progetto artistico che supera i confini tra discipline del sapere e valica le frontiere nazionali; uno strumento di ricerca che propone un’indagine scientifica alternativa del pianeta e dello spazio circostante; una piattaforma di conoscenza condivisa; una scultura capace di volare senza emettere combustibili idrocarburici.
Obiettivo dell’intera operazione è quello di sensibilizzare all’etica del cambiamento climatico, dunque sull’uso di fonti rinnovabili e alternative, attraverso una serie di sofisticate ed eteree sculture, che uniscono la visionarietà della poesia alla concretezza della scienza, l’utopia del viaggio intorno al mondo alla necessità di cambiare il mondo stesso. Nell’epoca antropocenica, in cui da un lato l’uomo ha acquisito maggiore potere di manipolazione e trasformazione immediata dell’ambiente circostante e dall’altro, contestualmente, è diminuita la capacità umana di pensare al futuro collettivo comune, Tomas Saraceno mette in atto una strategia di contenimento di cambaimento climatico, a metà strada tra adattamento e mitigazione, combinando arte, architettura, geografia, metereologia, aerografia, biologia, chimica e fisica, tendendo ad una metodologia di formazione e ad una politica sociale. Se nell’Antropocene è impensabile immaginare un avvenire al di là delle proprie aspettative private, la replica di Saraceno consiste nel proporre un nuovo modello culturale di comunicazione e condivisione collettiva (una piattaforma open-source), che si basa su valori morali e politici comuni, come la responsabilità del presente, per la tutela del futuro. Difatti le catastrofi artificiali, di cui l’umanità tecnologica è fautrice, pongono quesiti importanti in termini di responsabilità e giustizia, a cui tempestivamente l’artista offre uno “strumento” – e non solo di riflessione –
per raccogliere dati atmosferici e misurare la qualità dell’aria in tempo reale; attraverso le fotografie e i video scattati dall’alto da Aerocene si possono acquisire dati prezioni sulle condizioni del nostro mondo, informazioni che con la stessa velocità sono “messe in rete” e diffuse tramite una piattaforma di e-learning.
Dopo aver messo a punto e fatto volare il primo prototipo, da inizio 2017 Saraceno – e la sua equipe di esperti – ha attivato Aerocene Explorer (ad ora una versione beta, testata da una comunità di artisti, geografi, filosofi e scienziati), ulteriore step che permette di allargare la fruizione attiva del processo-progetto in fieri, fornendo a chiunque lo richieda un kit che permette di compiere il test di volo, per mandare in orbita il proprio Aerocene. Un allargamento che, a livello pratico, si pone consapevolmente come azione partecipata della globalità al fare artistico e, a livello teorico, mira alla massima consapevolezza delle conseguenze delle scelte della nostra generazione, di quella passata, per fissare l’attezione sul valore della vita futura, dell’umano e del non-umano che verranno. Gonfiato dall’aria, sollevato dal sole, trasportato dal vento, Aerocene vola in direzione di un soggetto ecologico, verso una società-mondo rinnovata e rinnovabile.
Tomas Saraceno, Aereocene, 2015 – ongoing, photo via