L’indissolubile legame tra arte e territorio e il rapporto dialettico tra identità locale e sviluppo economico costituiscono il fulcro attorno al quale rotea la prima mostra collettiva in Italia interamente dedicata all’arte contemporanea birmana: Myanmar/Art. Le tematiche sviluppate all’interno della mostra, parte del programma della XXI Triennale di Milano, sono nevralgiche se non addirittura impellenti per la collettività contemporanea birmana. Scaturita dalla tensione di elementi opposti, la scena artistica contemporanea del Myanmar rappresenta un laboratorio sperimentale e di ricerca, fondato su un’estetica ipercontemporanea[1] che rispecchia l’oscillare del paese tra locale e globale: da una parte ritrae la contemplazione di paesaggi e personaggi rurali, dall’altra tratteggia la fruizione di un’atmosfera dinamica propria dei paesi investiti dal ritmo rapido dello sviluppo.
Le opere ospitate svelano e documentano l’attenzione e il modo in cui gli artisti birmani dell’ultimo decennio si rapportano al rapido cambiamento che sta investendo aree cittadine, paesaggi rurali, villaggi, monumenti e l’intera società birmana nel suo complesso. Il discorso espositivo fa riferimento agli studi del critico d’arte francese Nicolas Bourriaud il quale, per descrivere come gli artisti del XXI secolo stiano reagendo all’incremento ed all’esorbitante crescita del contesto globale, ha coniato un nuovo termine: Altermodernità. Come luogo di riferimento del più esteso sistema socio-culturale la mostra dà voce ad artisti birmani che hanno collaborato con straordinaria energia per la nascita di un nuovo spirito artistico: Aung Myint, Aung Sint, Chann Nyein Kyaw, Khin Maung Zaw, Khin Zaw Latt, Kyaw Nyo, Myint Naing, Mon Thet, Saw Moe Zaw e Tin Maung OO.
Inserendosi appieno nell’ambito del dibattito culturale pertinente l’arte contemporanea, la strategia curatoriale adottata promuove una riflessione critica sull’identità territoriale e quindi sulla tutela delle diversità culturali. L’esposizione fa parte di un progetto più ampio, promosso da Culture2all ONG, che ha come scopo quello di sostenere la ricerca artistica contemporanea in Birmania e d’instaurare un dialogo tra culture distanti su temi legati alla sostenibilità d’interventi sull’ambiente e sul patrimonio culturale in merito alla necessità di manutenzione dei luoghi e delle tradizioni a rischio, nel rispetto dell’identità locale del territorio.
Myanmar/Art Italy 2016, Arte contemporanea birmana alla XXI Triennale di Milano, a cura del prof. Mauro Salvemini ed Eugenia Battisti. La mostra gode del patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica dell’Unione del Myanmar in Italia, della Camera di Commercio Italia-Myanmar, del Consolato Onorario del Myanmar in Italia e della Triennale di Milano.
Sarà aperta al pubblico dal 29 Giugno al 12 Settembre 2016, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, nell’ala dedicata alle Partecipazioni Straniere della XXI Triennale di Milano Via Olona 9, Milano.
[1] Simonetta Lux, Arte ipercontemporanea – un certo loro sguardo…Ulteriori protocolli dell’arte contemporanea, Gangemi Editori, Roma 2006.