Il 18 e il 19 ottobre Eyebeam, centro newyorkese dedicato ad arte e tecnologia dal 1997, propone l’Alternative Fair organizzata da Arts & Labor Alternative Economies Group e Performing Change, due iniziative per mettere sul tavolo di discussione modelli economici alternativi, estetiche nascenti, possibili strategie per nuovi modelli teorici e pratici che la crisi spinge verso l’intuizione.
Diversi protagonisti del mondo tecnologico sono chiamati a discutere in una serie di panels organizzati per “Performing Change” da Paolo Cirio, artista italiano, ormai conosciuto per il suo operare nel mondo mediatico e tecnologico con attitudine attivista e rivoluzionaria. Da sempre impegnato ad esplorare nuove possibili riletture del potere dell’informazione attraverso una diversa combinazione della struttura dei network sociali, economici e legali, porta oggi attorno al tavolo di Eyebeam alcuni protagonisti del mondo della media art, selezionati tra coloro che, in questo ambito, hanno operato con spirito rivoluzionario e più di ogni altra cosa performativo, anche nel caso di scrittori che hanno sperimentato nuovi modelli narrativi attraverso il dispositivo tecnologico.
Con questa premessa si affrontano discussioni legate alla media art attraverso la lente della performance. A questo proposito saranno analizzati una serie di progetti di Vito Acconci degli anni ’60. Sarà esplorato il potenziale impatto della scrittura e della narrativa sulla realtà con personaggi come Mark Amerika, pioniere nello sviluppo di narrative ipertestuali. Saranno prese in esame forme di innovazione politica come possibili forme di espressione creativa, così come economie alternative nate dagli stessi artisti, come il nuovo modello raccontato in anteprima da Carlo Zanni che su questo tema ha stimolato interessanti dibattiti, in tempi in cui la media art era un concetto ancora lontano. Capiterà occasione di approfondire ciascuno di questi argomenti. Ci basti ora constatare come arte, vita, politica, narrativa siano ormai intrecciati in uno stesso groviglio. Ci basti, per adesso, elogiare l’arte che spinge verso il cambiamento, come in molte occasioni ha già dimostrato di avere il potere di fare.
Potete curiosare nel programma sul sito di Eyebeam che distintosi negli Stati Uniti per aver offerto più di duecento fellowships e residenze per artisti provenienti da tutto il mondo, continua oggi a superare i numerosi ostacoli per continuare a prestarsi come spazio aperto alla comunità, idealmente e fattivamente guidato da spirito ‘open-source’.
> Eyebeam, New York, Performing Change, talks – October 18-19, 2013
Image: Paolo Cirio, Open Society Structures – Algorthms Triptych, serygraph (digital) print on plexiglass, 2009 Photo via http://www.paolocirio.net/work.php#2010