Fino al 10 Ottobre 2020 presso la Fondazione Giuliani sarà possibile visitare «Permanente» la prima personale romana dell’artista francese Caroline Achaintre.
Entrando nelle sale si viene a contatto con la materia delle sue opere, colorate e ben allestite in dialogo con lo spazio e i volumi dell’architettura. Dalla morbidezza della lana rappresentata dai suoi famosi arazzi alle lucide ceramiche, dalla delicatezza degli acquerelli ai monumentali «wall» di vimini e bamboo.
Pareti bianche si affiancano a grandi arazzi colorati taftati a mano che l’artista realizza come fossero dipinti. Queste «tele» appaiono come maschere carnevalesche ed etniche, costituite da forme geometriche, lunghe frange di lana semilavorata, dai contorni rigidi ma dal tessuto morbido, linee semplici e tratti somatici leggermente accennati. Il percorso in cui ci si addentra evidenzia piccoli e preziosi acquerelli a completare in maniera decisiva il quadro espositivo; in passato gli acquerelli per Achaintre fungevano da disegni preparatori per la realizzazione degli arazzi, ora l’artista parte da una bozza ex tempore a pennarello per rendere i lavori più genuini e farsi guidare dall’istinto durante il momento creativo e realizzativo.
Le sculture in ceramica invece presentano più trattamenti sulle superfici, sono di piccole dimensioni e allestite sempre in gruppo, ricordano maschere e reperti precolombiani, oggetti sadomaso e cappucci indossati dalle organizzazioni segrete KKK (Ku Klux Klan). Alcune appese alle pareti altre appoggiate su una piattaforma realizzata appositamente per lo spazio a fondersi con l’architettura, questo tipo di allestimento è un marchio di fabbrica dell’artista che così facendo crea un movimento ambientale e di ritmo che contrappone l’aspetto lugubre delle opere con la giocosità di questi altari.
Nella sala più grande verso l’uscita dalla Fondazione sono allestiti tre grandi separè in vimini realizzati da intrecciatori di cestini tradizionali su disegno dell’artista. In origine le prime sculture in vimini le realizzava direttamente Achaintre e avevano una collocazione installattiva in ambienti esterni, successivamente l’artista ritenne più congeniale installarle in spazi chiusi. Le tre sculture hanno lo stesso formato e la loro disposizione avviene prospetticamente per livelli; rappresentano glifi da poter oltrepassare con lo sguardo e conferiscono a queste barriere di acquisire leggerezza.
Per la mostra in Fondazione, Achaintre ha realizzato appositamente l’opera intitolata Louis Q. (2020) si tratta di un arazzo che si ispira all’iconica maschera con il becco del medico della peste del XVII secolo, che ha trovato largo respiro nella commedia italiana e che ancora oggi è un costume popolare del carnevale. Nella stessa sala l’opera in arazzo Herbert (2018) ricorda per forma la famosa maschera Jeeg Robot d’Acciaio, personaggio di fantasia manga passato al mondo degli anime e dei cartoon.
Ironia e mistero, espressionismo e primitivismo, carnevale e death metal, sono solo alcuni aspetti che emergono dalla ricerca che opera un’attenta analisi sulle origini dell’umanità, la capacità tecnica e manuale dell’artista rendono esistenziale ciò che altrimenti rimarrebbe nei suoi incubi.
Caroline Achaintre. PERMANENTE, 24.06 – 10.10. 2020, Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea, Roma
La mostra è una coproduzione tra Fondazione Giuliani, Belvedere 21, Vienna, MO.CO Montpellier Contemporain e CAPC di Bordeaux
immagini:(cover 1) Caroline Achaintre, «Cruizer», 2019. lana taftata a mano; 256 x 220 cm. Courtesy l’Artista e Galerie Art : Concept, Parigi. Foto: Giorgio Benni(2) Caroline Achaintre, «Herbert», 2018. Lana taftata a mano; 115 x 273 cm. Courtesy Galerie Art : Concept, Parigi. Foto: Giorgio Benni (3-4) Caroline Achaintre, veduta della mostra presso Fondazione Giuliani, Roma. Foto: Giorgio Benni (5) Caroline Achaintre, «Louis Q», 2020. lana taftata a mano; 236 x 160 cm. Courtesy l’Artista e Galerie Art : Concept, Parigi. Foto: Giorgio Benni (6) Caroline Achaintre, «Helter-Shelter», 2018. acquerello e inchiostro su carta ; 33,8 x 24 cm. Courtesy Galerie Art : Concept, Parigi. Foto Giorgio Benni