In esclusiva per DIGITALIVE 18, Caterina Barbieri ha proposto una rivisitazione live del suo ultimo album Patterns of Consciousness. Classe 1990, Caterina Barbieri è una compositrice italiana che vive a Berlino, esecutrice di composizioni elettroacustiche basate soprattutto su oscillatori analogici. Ha un diploma in chitarra classica e composizione elettro-acustica, ma anche una laurea presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna, con una tesi in Etnomusicologia sulla musica Hindi e sul minimalismo. Il suo ultimo LP Patterns of Consciousness (Important Records) è stato acclamato dalla critica e nominato come miglior album del 2017 da Fact Mag, The Wire e Boomkat, solo per citarne alcuni.
Utilizzando vecchi e nuovi sintetizzatori, Caterina Barbieri ha ridisegnato il suo ultimo album Patterns of Consciousness con un dj set che per la sua intera durata ha trasportato gli spettatori in un mondo fatto di geometrie impalpabili e armoniose. L’artista, che lavora scomponendo e ricomponendo una varietà di patterns con il suo minimalismo, continua ad interpretare il rumore.
La fusione tra ambient e elettronica della Barbieri ha trasportato, col suo carattere ipnotico, il pubblico in un’altra dimensione fatta di complessa semplicità, dove poter cogliere un sound anni ‘80 sviluppato in una sua chiave del tutto personale.
«La musica – racconta la Barbieri a Fabrizio Garau in una intervista del 2015 – è geometria e in noi fa rivivere le geometrie del cosmo. Poiché tramite il suono e le sue architetture arriviamo a intendere universali principi di vibrazione. La musica opera la connessione fra manifesto e non manifesto, uomo e cosmo, corpo e mente, in una spirale fra il dentro e il fuori, il micro e il macro, svelando l’infinito potenziale spirituale e fisico che ogni individuo si porta dentro». (C. Barbieri, F. Garau, The New Noise, intervista e presentazione di UHV,2015)
Esplorando temi legati all’intelligenza artificiale e alla percezione, focalizza il suo lavoro sugli effetti psicofisici della ripetizione nella musica e sul potenziale polifonico e poliritmico dei sequenziatori.
Caterina Barbieri si è esibita il 6 ottobre alla Pelanda di Roma, dove il vetro e il ferro dell’archeologia industriale sono entrati in sintonia con la techno essenziale della musicista diventando trampolino d’immaginazione per gli spettatori che, numerosi, hanno seguito il flusso delle note primarie combinate dalla ‘regina italiana dei sintetizzatori’.
Ornella Simma Padalino
Questo articolo è parte della sezione speciale che Arshake dedica a BACKSTAGE / ONSTAGE, il progetto che ha portato 24 studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del DIGITALIVE18, nuovo format dedicato all’arte digitale curato da Federica Patti e parte del Romaeuropa Festival. Gli articoli, pubblicati con cadenza settimanale, costruiscono la memoria delle opere e degli artisti che sono stati presenti, catturando i momenti salienti della ‘vitalità’ dei lavori performativi, ma anche dei loro protagonisti. La struttura dei contenuti è stata concepita su ispirazione della Metodologia del Progetto di Antoni Muntadas, come proposto da Valeriana Berchicci.
immagini: Caterina Barbieri, «Patterns of Consciousness», DIGITALIVE18, photo: Maria Giovanna Sodero, Eleonora Mattozzi realizzate per il progetto BACKSTAGE /ONSTAGE, sinergia tra Accademia di Belle Arti di Roma, Romaeuropa Festival, con il supporto di Arshake. Video di Alex Fanelli e Ambra Lupini. Grafica: Chiara Arena, Giulia Blasi, Davide Musitano