Fino al prossimo 25 settembre, a Bologna, una mostra che rientra tra le attività estive del MAST, racconta le vicende di un orizzonte culturale le cui tracce, nascoste tra la storia di oggetti, di paesaggi, di volti, di ambienti – passati e presenti – che auspicano la costruzione del nuovo e che mostrano la nostalgia del futuro, disegna l’Emilia-Romagna al lavoro per riassumere i mutamenti (a volte gli stravolgimenti) di un intero paese. Lo spaccato offerto da questa esposizione estiva è, infatti, quello di una Italia brillante (non è infatti l’Italia una Nazione fondata sul lavoro, la cui sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione?) che indica le imprese, le conquiste, le felicità e le luminosità di un territorio sedotto dal desiderio di trasformare in meglio le sorti della società. Ma anche quello di un tecnosviluppo economico che non solo inaridisce il lavoro umano e ridistribuisce gli spazi della vita feriale, ma trasforma anche, attraverso la rivoluzione del controllo (Kucklick), gli sfruttati in interpretati.
Come un inventario dello sviluppo economico, un catalogo del tempo, dello spazio e delle cose, Ceramica, latte, macchine e logistica – Fotografie dell’Emilia-Romagna al lavoro, disegna l’avventura di una regione brillante che nonostante i colpi delle nuove strategie economiche e le profonde trasformazioni industriali, «è riuscita a conservare un sistema di valori basato sull’etica del lavoro e la collaborazione».
Un meraviglioso Ritratto d’operaio (1955) di Enrico Pasquali, assieme all’immagine di una Smerigliatrice (forse anche questa del ’55) proveniente dal fondo Minganti, apre il percorso per mostrare il clima magico del passato e invitare a riflettere, a interpretare il mondo – sempre più effimero, fluido, liquido – in cui viviamo. Si inciampa, poi, in una inaspettata e straordinaria fotografia di scena tratta dal film Deserto rosso di Michelangelo Antonioni (l’immagine, attribuita a Sergio Strizzi / Enrico Appetito, è del 1964), affiancata e contrapposta – la trama narrativa della mostra è «organizzata per coppie di immagini contrapposte», puntualizza Urs Stahel (curatore Photogallery Mast) – a uno scatto di Gabriele Basilico del 2008. Stupisce un fanatico e irritante ritratto di gruppo restituito da Simone Donati il cui titolo la dice lunga: Nostalgici riuniti al cimitero di San Cassiano per l’anniversario della morte di Benito Mussolini (non dimentichiamo che nello stesso anno, 2012, a Salerno c’è stata anche una inquietante messa in suffragio).
A queste immagini, e a quelle di altri importanti nomi (William Guerrieri, Paola De Pietri, Carlo Valsecchi, Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr, Bas Princen, Marco Zanta, Guido Guidi, Olivo Barbieri, Franco Vaccari, Lewis Baltz, Simone Donati), è affidato il compito di congelare, di ricordare, di raccontare «come le vecchie strutture produttive scompaiano, sostituite da nuovi impianti e sistemi ad altissimo contenuto tecnologico, come al paesaggio tradizionale e ad un territorio dal sapore antico si contrappongano le nuove aree del terziario avanzato, dei commerci, della tecnica, dell’accelerazione e come simili fenomeni siano riscontrabili non solo nei settori dell’industria meccanica e della ceramica, ma anche in quelli della produzione alimentare e della piccola impresa» (Stahel).
Per rendere più dinamico il percorso, una serie di video firmati da Lewis Baltz, Tim Davis, William Guerrieri e Franco Vaccari, raccontano l’Italia al lavoro, le sue conquiste, le sue evoluzioni e le sue involuzioni, la sua voglia di crescere e di sognare.
Non manca infine una sezione di importanti volumi, su ambienti, contesti, realtà dell’Emilia-Romagna. Tra questi sfilano le Terre dei Canossa di Axel Hütte e In riva ai fiumi vicino ai ponti di Vittore Fossati. Completa la mostra un imperdibile documentario – Le radici dei sogni. L’Emilia-Romagna tra cinema e paesaggio – di Francesca Zerbetto e Dario Zanasi che ritrae gli anni, i mesi, i giorni, le ore di oggi, di ieri, di domani.
Ceramica, latte, macchine e logistica – Fotografie dell’Emilia-Romagna al lavoro, a cura di Urs Stahel
MAST – Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, Bologna, fino al 25 settembre.
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immagini
(cover 1) Guido Guidi, La fabbrica, dalla serie Gardenia, Reggio Emilia 1996, Collezione Linea di Confine, Rubiera © Guido Guidi (2) Anonymous, Smerigliatrice, proveniente dal Fondo Minganti, 1955 circa, Collezione MAST (3) William Guerrieri, Senza titolo, dalla serie Il Villaggio, 2009, Collezione MAST, © William Guerrieri